Conosco Stefano tramite il suo profilo Instagram, che purtroppo oggi è stato chiuso perché la fica e le tette danno più fastidio che piacere, che peccato!
Le mie domande e le sue risposte per capire meglio come è fatto il fotografo che giudichiamo, scoprendo un lato umano e super sensibile ai cambiamenti della vita.
Ciao Stefano, la mia prima domanda è: se dovessi descriverti con un oggetto, quale sarebbe e perchè?
E’ una bella domanda, immaginavo che saresti partita così e la cosa mi spaventava un po’, perchè diciamo che alcuni dei miei lavori spero vadano molto verso l’ottica del correlativo oggettivo, a me piace molto t.s. Eliot come poeta e lui era il maestro di questa tecnica, l’ha usata tantissime volte, e rischiando di sembrarti un poeta maledetto del cazzo ti rispondo che gli oggetti che ultimamente mi stanno affascinando sono i fiori morti, ho comprato vari fiori e li ho fatti seccare tutti e appena avrò un po’ la testa e il coraggio di buttarmi in qualcosa di nuovo, rispetto alle foto che hai visto, inizierò a fotografare fiori secchi, in questo periodo sono un po’ in una fase di transizione che spero finisca a breve in un lieto fine.
In realtà non è per un concetto che mi affascinano ma più per estetica, ho iniziato a comprare i san carlini, molto resistenti anche senz’acqua, tendono molto a chiudersi, serrarsi, questa cosa mi ha fatto pensare a questo periodo della mia vita. Come altri oggetti mi viene in mente una penna, da quando avevo 16 anni ho iniziato a scrivere racconti, poi cinema e poi ai 30 anni la fotografia, ma l’idea è quella di tornare a fare tante altre cose.
Mi racconti cos’è che ti ha fatto scoprire la fotografia e sopratutto quella erotica?
La fotografia in generale l’ho scoperta una decina di anni fa un po’ per caso, mi era partito un po’ il tarlo, soltanto che all’epoca ero bloccato e in realtà ho cominciato facendo quelle che chiamiamo oggi “fotografie di strada” che non vuol dire niente ma che forse è una delle prime grandi palestre che alla fine ti insegnano a capire cosa sia il diaframma, otturatore ecc ecc e ti danno un’infarinatura minima da autodidatta, poi volendo fare cinema ho cominciato a fare ritratti agli attori e ancora oggi lavoro facendo book e ritratti per gli attori, in realtà prima dell’erotico sono arrivato al nudo dopo tanti anni in cui avrei voluto provare ma non riuscivo per tanti motivi, un po’ perché non avevo trovato le persone giuste , non avevo un portfolio e non biasimo una persona che non vuole lavorare con te non avendo visto un lavoro pregresso, poi ho trovato 2, 3 persone che mi hanno aiutato in questo, tra cui la mia attuale ex ragazza che ha posato per me molte volte.
Sono andato a ritrovare dei libri che avevo comprato anni prima, su Modigliani, Schiele, Klimt, si chiamano appunto carnet erotici, quaderni erotici, e ho pensato di provarci anch’io con qualcosa di più esplicito, così chiesi a questa ragazza che aveva già fatto nudo con me, e con la quale sto affrontando un filone più pittorico, ispirato a questi quaderni se vogliamo, mentre con un’altra modella seguo il filone del genere “gonzo” che è un termine mutuato dal porno ma che in realtà deriva da Hunter Thompson, che è stato il capostipite del giornalismo di inchiesta nel quale il giornalista, appunto, entra dentro la storia. E così quando ho iniziato c’è stato molto più interesse di quanto mi aspettassi e ora continuo su questa strada.
Cosa cerchi di indagare, svelare con le tue fotografie e ti capita mai di rivederle? Quando le rivedi che sensazioni hai? Ti poni delle domande sulla motivazione che ti spinge a fotografare?
Beh, sì, mi pongo abbastanza sovente domande su cosa mi spinge a fare cose, nella vita e anche nella fotografia, perchè la fotografia erotica, perchè in soldoni è venuto a mancare un tassello importante della mia vita da una parte, e dall’altra per me l’erotismo e la corporalità di più è qualcosa che quando sono stato adolescente mi è mancata moltissimo e non solo, il contatto fisico mi è mancato molto e anche il rapporto con le donne, ho iniziato tardi ad avere relazioni con le donne, non perchè non volessi ma perchè la vita ed io eravamo diversi da adesso, per cui c’è una ricerca nell’ andare a colmare cose che mi sono mancate nel passato.
Riguardo le fotografie sostanzialmente quando le pubblico, sono molto altalenanti i giudizi su di me, guardo le mie foto oggi e le vedo bellissime o domani pessime, ho una pecca in cui ricado molto spesso ed è: dare una misura a ciò che ho fatto in base a ciò che non ho fatto, ed è una cosa sempre deleteria perchè non posso giudicare me stesso sulle foto che non ho scattato ma cercare di avere un giudizio umile e oggettivo.
Mi hai detto che se ti vedessi per strada non saprei riconoscerti perchè sei molto cambiato, non solo nell’aspetto ma anche caratterialmente, quindi ti chiedo, qual è la cosa che pensi che sia cambiata di te, se c’è un esperienza che ti ha segnato cambiandoti nel carattere e nella personalità?
In realtà non penso si possa ricondurre tutto ad un episodio isolato, diciamo che ci sono stati degli episodi ma anche una progressione, un accumularsi di cose che sommate mi hanno dato la forma che ho oggi, da ragazzo avevo delle aspettative diverse, che sono crollate e poi sono cambiati i miei interessi, se m’avessi detto a 20 anni che sarei diventato questo non ti avrei mai creduto, penso di essere più me rispetto a quello che ero 5 anni fa.
L’ultimo viaggio che hai fatto, e se hai un ricordo particolare, quale?
Non sono una persona che viaggia molto, ora sto cambiando ma arrivo da una famiglia poco intraprendente e quindi sono sempre stato sulle mie, ho iniziato in brasile a fare i matrimoni, ho un ricordo particolare che non saprei neanche definire ecco, mi ha dato tanto.
I lati del tuo carattere che cerchi di trasmettere con le tue foto quali sono?
In realtà fotografo ciò che amo, amo tantissimo le donne e cerco di fare quello, non so neanche quanta considerazione ho del mio carattere, è un processo in divenire perciò cerco di comunicare ciò che amo, ancor prima dell’amore c’è la necessità di raccontare qualcosa che hai davanti, non solo con le fotografie ma anche con le parole, in definitiva, l’amore e la necessità.
Guardi mai le foto degli altri? cosa ne pensi? noti una tendenza generale e se c’è, quale?
La risposta è sì, guardo tante foto tutti i giorni, da un anno a questa parte ho intrapreso la strada della pellicola perchè rappresenta meglio quello di cui ho necessità di parlare, per il resto non faccio troppo a caso alle tendenze, ci sono persone che stimo e seguo e altre che non stimo e non seguo, non credo ci sia una corrente molto omogenea, sta diventando sempre di più un “ognun per sè, dio per tutti”, nel bene e nel male.
Cosa fai quando non scatti fotografie, come passi il tuo tempo libero?
Sicuramente cucinare mi piace molto e mi libera molto la mente, mi toglie lo stress, da un anno a questa parte ho cominciato a giocare a squash, non so se hai presente il tennis che si gioca contro il muro, e poi anche di carambola, ho degli hobby da vecchio lo so :) oltre ai film e ai libri ovviamente…
Il sogno della mia vita sarebbe quello di fare il fotografo di ciò che amo per mestiere, o di poter vivere di ciò che amo, non della roba commerciale che faccio, che per carità è un buon lavoro e mi è andata bene nella vita, per il resto vorrei realizzare un progetto fotografico più grosso, magari legato a una mostra, autobiografico, sul mio cambiamento nel tempo e se tutto ciò che mi è successo nel passato abbia avuto ripercussioni e che tipo di ripercussioni, è difficile da spiegare così ma l’idea c’è ed anche gli scatti.
Dopo tutte queste domande, fammi tu una domanda :)
Visto che il fulcro è l’erotismo, cosa ti piace dell’erotismo e quali sono i suoi limiti? (l’ho posta come l’avrei posta a me stesso)
L’erotismo, quello vero, mi piace perchè è reale, c’è davvero una persona dietro l’obiettivo che si sente libera di pensare in maniera spontanea, ancor più la persona davanti alla fotocamera che non ha preconcetti, ma si abbandona alla sua idea, alle sue espressioni di eros, è un indagine, un tango che si balla in due, complicità e sensualità insieme, anche quando non è esplicita la si percepisce. Gli scatti erotici ti vengono bene solo se sei dentro, sei preso dalla situazione, altrimenti il tuo giudizio viene fuori a ogni immagine, e non c’è via di scampo, perchè è la tua visione.
Forse il limite è, come in tutta la fotografia, che quando hai finito le cose che hai da dire si rischia di diventare un po’ ripetitivi, con dei clichè magari che poi diventano difficili da smontare. Un po’ come le posizioni del sesso, fare l’amore sempre nello stesso modo è un po’ triste, così riprendere sempre le stesse situazioni è triste, nella fotografia erotica bisogna sempre aggiungere secondo me, e quando si toglie bisogna farlo accuratamente altrimenti si nota il disinteresse nell’argomento.
Ultimissima domanda: film che hai adorato, una canzone che non riesci a toglierti dalla testa, un fotografo che vuoi consigliare, un libro da leggere.
Film: mulholland Drive di David Lynch, il mio preferito di sempre, il film che mi ha fatto venire voglia di cinema, arte e tutto il resto.
Canzone: ultimamente mando a nastro una canzone di Xiu Xiu – “Jenny Gogo” (il video è pazzesco)
Fotografo: bella domanda qui, ne avrei moltissimi…rimanendo in tema erotico ti direi Nobuyoshi Araki (di cui ho visto l’esposizione a Milano poche settimane fa)
Libro: Tropico del Cancro di Henry Miller, forse è il mio preferito.
Ringrazio Stefano per il suo tempo e la disponibilità, Qui il link al suo tumblr
Giuliana Massaro
Giuliana Massaro, 26 anni, studentessa di lettere moderne da un po', lunatica da sempre. Penso troppo, parlo poco, faccio foto.