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Il minimalismo geometrico di Paolo Pettigiani

Il minimalismo geometrico di Paolo Pettigiani


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Della fotografia si è sempre contestato il suo ruolo, ovvero la sua rilevanza artistica. Nata alla fine dell’800 quella che oggi chiamiamo arte della fotografia all’inizio era soltanto al servizio della pittura ed era utilizzata come bozzetto dell’opera artistica vera e propria, il quadro del pittore. Molte cose sono cambiate da allora ma di certo la fotografia come arte ha dovuto subire non poche sfide per essere riconosciuta del suo valore e funzione, (con tanto di mercificazione odierna dovuta alle reflex dai costi contenuti o alle fotocamere ultrapotenti degli smaprtphone).
Al di là di questo approccio critico alla materia, ho sempre adorato il lavoro artistico di chi non esita in dubbi sull’esistenzialismo della fotografia, ma infine, crea.

In questi giorni ho scoperto il lavoro fotografico di Paolo Pettigiani, 24 anni oltre che fotografo anche grafico, molto attento nello scoprire il lato minimal delle cose che ama fotografare da diversi punti di vista.
I suoi lavori sulle geometrie minimal di edifici colorati hanno non pochi richiami alla pittura dei neoplasticisti come Mondrian, infatti lo stesso Paolo descrive così la sua ricerca:

“Un contesto in cui le forme diventano un pretesto di esplorazione degli spazi, svincolandosi dalla sua immagine reale, per renderla emotivamente più rilevante.
La geometria, il minimalismo e la grafica sono i punti essenziali di questo mio lavoro: uniti in un’unica fotografia con l’intenzione di decontestualizzare gli edifici dal luogo circostante. In questo modo le fotografie descrivono un “non-luogo”, dematerializzato dalla sua stessa fisicità.
Da non sottovalutare poi è il cielo, la parte più importante e unico elemento che unisce tutti gli scatti. A differenza degli edifici il cielo è in continuo mutamento ed è quindi “lui” a stabilire il momento perfetto per lo scatto: i colori delle architetture, le ombre, le luci ed il contrasto visivo sono tutte parti fondamentali del mio progetto.”

Creare è prerogativa dell’artista, quello del fotografo è di plasmare un’immagine, la fotografia di Paolo è senza dubbio creazione artistica. Se non sapessimo che sono fotografie diremmo che sia pittura, o disegno, o chissà che altro, ma di sicuro non è l’oggetto con cui si forma l’arte ad avere valore, di sicuro è la ricerca, la prospettiva, l’idea dell’artista nel creare l’immagine ad arte.

 

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Giuliana Massaro

Giuliana Massaro, 26 anni, studentessa di lettere moderne da un po', lunatica da sempre. Penso troppo, parlo poco, faccio foto.

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