E chi l’ha detto che in Svizzera ci sono solo banchieri, orologiai, cioccolatieri, mucche viola e formaggi con i buchi? Io di recente ho scoperto un artista davvero molto bravo che proviene proprio dalla terra dei nostri vicini d’oltralpe e che credo valga davvero la pena farvi conoscere. Quindi restate comodi per due minuti, il tempo di leggere queste righe.
L’ospite di oggi è davvero forte, si chiama Jared Muralt, classe 1982, nato a Berna, ha studiato presso l’Istituto d’arte della sua città ma principalmente è un artista autodidatta che ha sviluppato la sua tecnica attraverso lo studio di manuali di anatomia e storia dell’arte ma anche grazie alla lettura di fumetti che si può facilmente riscontrare in quasi tutte le sue illustrazioni. Posso dirvi inoltre che è uno dei fondatori assieme a Philipp Thöni, Christian Calame e Silvio Brügger del BlackYard, ovvero un’agenzia svizzera di illustrazione e graphic design che nel 2009 ha ricevuto il premio Bern’s Advancement Award for Design. Mica male però non finisce qua perché sempre dal suo sito leggo che diverse gallerie svizzere, dislocate tra Berna, Zurigo e Basilea, hanno esposto le sue illustrazioni tra il 2008 e il 2011, tra i suoi committenti figurano Inlingua, Numero 10 e Republica, mentre GQ Magazin (Germania) e Sonntags Zeitung, oltre ad altre testate e riviste ovviamente, hanno pubblicato le sue opere. Dunque non sono pazza se scrivo che lui è veramente forte. Osservate anche voi le sue illustrazioni e provate a pensare ad un aggettivo con cui descriverle. Difficile vero?
Dire che siano bellissime credo sia riduttivo poichè non è solo una questione di bellezza che racchiude ogni singola opera. Dettagliate calza a pennello in una discussione nella quale si parla della particolare visione della profusione di dettagli in ogni singolo soggetto e oggetto raffigurato. Ma non è a sufficienza. Apocalittiche in alcuni casi visto le tematiche alcune volte descritte con i colori. Ma anche in questo caso manca qualcosa. Surreali in parte ovviamente, quanto basta per farci immergere in quel flusso balsamico dove tutto appare sfumato a seconda dell’emozione che trapela dallo sguardo dei suoi personaggi. O dagli scenari nei quali sono inseriti. Allora tutti gli aggettivi finora proposti vanno bene solo se uniti perché l’arte di questo eccezionale artista svizzero è un concentrato di esperienze sensoriali che appagano la pancia e la nostra voglia di cose belle ed inesplicabili al tempo stesso. Non si può spiegare tutto con le parole ma se sfogliate uno dei suoi libri The End Of Bon Voyage, pubblicato nel 2015, forse tutto questo mio fraseggio non sarà vano e la storia della crew e dei passeggeri della nave finita in una terra di nessuno e la lotta alla loro sopravvivenza vi appassionerà come è successo a me.
Eva Di Tullio
Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!