Quando sentii parlare di droni per la prima volta – non ricordo esattamente quando – non avevo il benché minimo sospetto di come questi accrocchi volanti potessero avere un qualsiasi impatto sul mondo della fotografia. Pensavo alle spedizioni di Amazon – troppo futuristico? -, o ad un fenomeno legato agli amanti di modellini – troppo antiquato?-.
Invece queste camere volanti stanno rivoluzionando quello che è il punto di vista di chi fotografa e ha nella testa paesaggi minimalisti e inquadrature hollywoodiane.
Voi mi direte “Euge, ma le fotografie aeree si facevano comunque anche in passato!”. Vero. Ma stiamo assistendo ad una democratizzazione tecnologica e digitale che rende questa categoria fotografica accessibile a tutti, o quasi. Non so voi, ma la mia testa è piena di “se solo potessi” o “se ne avessi uno in questo momento”. Le immagini che vedo in giro per il web mi fanno desiderare dannatamente questi giocattolini e le fotografie di Tobias Hägg mi hanno dato un ulteriore colpo di grazia un paio di giorni fa.
Tobias ha fatto il viaggio che chiunque abbia un oggetto fotografante in mano ha intenzione di fare nel futuro prossimo: direzione Scandinavia. L’eleganza delle foreste, la purezza dei campi, il mare aperto che si scontra con i ghiacciai pesanti, io così immagino questi luoghi e il giovane fotografo svedese non ha fatto altro che darmi un’ulteriore conferma – questa volta aerea -.
Li vorremmo sempre così i nostri scatti: semplici, minimalisti, mozzafiato.
Eugenio Caterino
Nato a Napoli, laureato a Roma, scappato a Berlino dove conduce una vita che ha imparato a pedalare da sola. Da bambino, le caldi e noiose estati in casa lo mettono davanti a un bivio: le repliche di Italia1 o la storia del cinema, la fotografia e l'arte. Superquark addicted, quando ha dei problemi pensa a quanto essi siano insignificanti in relazione alla grandezza dell'universo.