Qualche giorno fa, vi segnalavamo Manifesto come uno degli appuntamenti caldi del Sundance Film Festival, torniamo oggi per un altro suggerimento importante e un’altra data da segnare sul calendario.
Domani, verrà presentato in anteprima rispetto alla messa in onda su Netflix del 10 febbraio, il primo episodio della serie documentario Abstract: The Art of Design, serie sulla creatività e sui designers visionari che danno forma al mondo intorno a noi.
Ideatore e produttore esecutivo quello Scott Dadich già editor in chief di Wired che collabora per l’occasione con Morgan Neville (Oscar 2014 per il miglior documentario con 20 Feet From Stardom) e Dave O’Connor (produttore e v.p. di Radical Media, compagnia multidisciplinare che crea e produce una vastissima gamma di prodotti tra cui film, video musicali, installazioni esperenziali, pubblicità).
Dietro la macchina da presa i più conosciuti documentaristi del momento, davanti alla macchina da presa otto visionari creativi appartenenti a sfere diverse del design: l’architetto Bjarke Ingels, l’illustratore Christoph Niemann, la stage designer Es Devlin, l’interior designer Ilse Crawford, la graphic designer Paula Scher, il fotografo Platon, il designer automobilistico Ralph Gilles e Tinker Hatfield il designer della linea di calzature Nike.
A ciascun artista verrà dedicato un singolo episodio che si presenterà così come un vero e proprio film che di volta in volta adatterà nel linguaggio cinematografico la sensibilità e il gusto estetico dei vari soggetti coinvolti.
Dopo due anni di lavorazione è proprio il creatore della serie, Dadich, a parlare del progetto su Wired con un articolo scritto di suo pugno, con il quale ci rassicura sul fatto che questo documentario è diverso da ogni documentario sul design che ci sia mai capitato di vedere, insomma non è per niente noioso o scelleratamente patinato ma soprattutto ci rivela la sua più grande speranza. Occhio, che qua parte un virgolettato: “se abbiamo fatto tutto giusto, Abstract, vi aiuterà a capire il futuro guardando all’intenzione che sta dietro gli oggetti che ci circondano e la bellezza delle decisioni che hanno condotto ad essi”. Una premessa, questa, che probabilmente da sola, vale la visione
Beatrice Lombardi
Laureanda presso il CITEM di Bologna è nata 26 anni fa dal tubo catodico. Dopo anni di amore e odio con mamma Televisione e papà Cinema ha deciso di percorrere nuove strade ed è scappata con il Web.