Una Yashica nascosta fra vecchie diapositive nella soffitta della casa dei nonni e la curiosità che l’ha spinta a provarla, a giocarci senza mai crederci veramente. Questo è stato l’inizio per Berber Theunissen, giovane fotografa classe 1989, che nasce ad Otterlo, un piccolo paese facente parte della parte orientale dei Paesi Bassi. All’età di 18 anni si trasferisce ad Amsterdam per studiare presso la Photo Academy, laureandosi nel 2013, dopo un primo percorso di studi relativo all0 styling; ma è ben presto chiaro che non era quella la sua direzione. L’inizio del 2015 porta un nuovo cambiamento, ovvero un trasloco a Rheden, un altro piccolo paese della campagna olandese, insieme al suo fidanzato; una full immersion nel verde, dopo otto anni in una città, nei boschi, un pieno contatto con la natura e i suoi profumi e colori.
La sua fotografia è incentra su se stessa, su tutte le cose che la riguardano personalmente; si focalizza su quanto la rende vulnerabile, sul campo emotivo abbracciandolo nella maniera più vasta possibile. Documenta momenti vissuti, ne ripropone altri non immediatamente immortalati ma che hanno bisogno di essere rielaborati nel linguaggio comunicativo principe per lei, la fotografia.
Quel che mi ha spinto a parlarvi di lei, che mi ha fatto innamorare della sua fotografia è l’attenzione per i dettagli e soprattutto la centralità del corpo umano; non ho mai nascosto la mia passione verso esso, lo vedo come una cartolina che parla di se stessi e al contempo una finestra sul mondo. La cura nel raccontare mediante esso che Berber riserva è molto intima e guida lo spettatore a andare oltre la superficialità di un primo impatto visivo.
La cura nel raccontare mediante esso che Berber riserva è molto intima e guida lo spettatore a andare oltre la superficialità di un primo impatto visivo. Una cura estetica in cui è ben presente lo sguardo di una donna che cattura uno stralcio di vita quotidiana, rielabora un’ emozione e la racconta in fotografia, mette insieme come fossero pezzettini di un mosaico idee, sentimenti, desideri.
Claudia Tornatore
Sognatrice, a tratti poggio i piedi sulla terra e ogni tanto salgo sulla luna. Laureata in scienze umanistiche, considero l’arte il fulcro della (mia) vita. La mia tesi? Arteterapia. Scrivo di fotografia, mi diletto con essa : è nella mia vita da che ho memoria, in fasi e forme differenti. Amo il colore, il tè nero, gli incontri inaspettati, i sorrisi, la voglia di cimentarsi in cose nuove e la mia bellissima Sicilia.