Affascinata dal suo tratto che richiama il mondo delle fiabe più moderne, decido di chiacchierare con Annalisa Ventura. Classe 1991, vive a Caltanissetta (Sicilia) sin quando la necessità di crescere e creare la propria strada nel campo artistico divengono più forti di ogni altra cosa. Così Milano diventa la sua seconda casa e la accoglie con una formazione presso lo IED e la possibilità di “farsi le ossa” alla Mondadori, firmando diverse copertine di libri.
Annalisa, il tuo modo di “illustrare il mondo” mi ha molto colpita ed affascinata: raccontami in che modo ti sei avvicinata al mondo dell’illustrazione, capendo poi che sarebbe divenuta la tua strada, il tuo mezzo espressivo principale.
Ho avuto la fortuna di innamorarmi dell’illustrazione sin da piccola, divorando, con l’aiuto del fedele ‘’mangia cassette”, i film d’animazione, con la capacità e la tenacia di guardarli e riguardali anche cinque o sei volte di fila.
A scuola non c’era banco che lasciavo “vuoto”, incolore, e ogni pagina di diario, ogni spazio di sussidiario era per me un mondo da riempire con qualsiasi utensile ricco d’inchiostro o mina.
Ma solo una volta approdata a Milano ho scoperto di poter dar voce a questa passione infinita: studiandone ogni piccolo particolare e ogni possibile tecnica.
Dopo solo un anno mi sono catapultata allo IED in questo universo di tecnica e arte… ad ogni angolo c’era sempre qualcosa di nuovo da scoprire, ad ogni svincolo qualcosa da imparare e ad ogni finestra qualcosa da cui farmi rapire.
Così dal corso di illustrazione, che già comprende quella editoriale, concettuale, pubblicitaria (etc), mi sono appassionata al mondo della serigrafia, della pittura.
In un momento storico-sociale così difficile, connotato da numerose contraddizioni, come fa un’artista, nel tuo specifico caso un’illustratrice, a vivere del proprio lavoro?
Dovendomi relazionare con la realtà odierna, sono stata “vincolata” a dover lasciare la mia casa, la Sicilia, per provare a trasformare una mia passione in una professione e sapevo che un buon mercato dove poter realizzare tutto ciò era Milano. L’impatto con il mondo del lavoro è stato un connubio di compromessi e piccole delusioni, ma fortunatamente, non sono mancate anche grandi soddisfazioni. Soddisfazioni date da un ricercato lavoro personale dalla presenza di piccole opportunità e, perché no, anche un po’ di fortuna.
Quali sono a tuo avviso gli elementi immancabili per una efficace e bella illustrazione?
Sicuramente non può mancare lo studio dei personaggi, uomo e donna, la loro sinergia con l’ambientazione e i paesaggi. Senza tralasciare i giochi di luce e i colori.Indispensabile la varietà di palette e pennelli, senza dimenticare pastelli a cera e carboncini.
Le tue radici affondano nella terra del sole per eccellenza, la Sicilia, seppur adesso vivi a Milano. In che modo le tue origini influenzano il tuo pensiero artistico?
L’amore per la mia Terra si riscontra molto nelle scelte dei colori e delle ambientazioni. Vitale per me tornare a casa
per liberare la mente e far affiorare nuove idee.
La tua arte è un incontro fra il “vecchio” tratto a matita e il digitale: come comunicano fra loro questi due mondi?
L’avvento del digitale è dominante: le tempistiche lavorative spesso e sovente non permettono l’uso delle tecniche tradizionali, tranne nel caso di lavori specifici che ne richiedono l’utilizzo.
Però, nella frenesia del quotidiano, cerco sempre di ritagliare dei momenti in cui mi dedico al vecchio foglio di carta e alla matita.
Concludo l’intervista con quella che io definisco una domanda bomba: chi non sarà mai Annalisa?
Bhe, così mi metti in seria difficoltà…Annalisa non sarà mai Alessandro Cecchi Paone! No dai, la rifaccio!
Annalisa non sarà diversa da quello che è: se stessa. Ogni incontro o avvenimento che sia permetterà alla mia persona di evolversi e migliorare, ma non sarò mai ciò che non sono.
Ringrazio Annalisa Ventura e vi invito a seguire i suoi lavori qui.
Claudia Tornatore
Sognatrice, a tratti poggio i piedi sulla terra e ogni tanto salgo sulla luna. Laureata in scienze umanistiche, considero l’arte il fulcro della (mia) vita. La mia tesi? Arteterapia. Scrivo di fotografia, mi diletto con essa : è nella mia vita da che ho memoria, in fasi e forme differenti. Amo il colore, il tè nero, gli incontri inaspettati, i sorrisi, la voglia di cimentarsi in cose nuove e la mia bellissima Sicilia.