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Intervista a Federica Zucchini: la bellezza sempli...

Intervista a Federica Zucchini: la bellezza semplice ed innocente è disarmante


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Ciao Federica, visto che non so chi sei e conosco le tue fotografie, fotografa un oggetto che ti rappresenta e spiegami perché proprio quello. Non ci sono oggetti che possano rappresentarmi.
Non mi piace l’idea di attribuire alle cose che uso la facoltà di raccontare, raffigurare, incarnare la mia personalità.

Vorrei  sapere chi c’è dietro la macchina fotografica, com’è il tuo carattere, il primo pensiero al mattino e perché no, anche l’ultimo, ce li racconti? Ancora un po’ ingenua. Sempre più guardinga e sospettosa. Dubbiosa ed umorale. Indocile e rivoltosa. Imprudente e coraggiosa.La forza mi soccorre quando la invoco. Ribelle e insofferente.Ho troppo spirito critico. Idealista,onesta. Ho conosciuto le nostalgie, malinconie cangianti mi accompagnano ovunque.Parlo poco, divento loquace in buona compagnia o dopo un bicchiere di vino. Ritrosa. Insomma,un brutto carattere. Coltivo la vita: allevo piante, animali, bambini. Indosso bellissime scarpe brutte. Sogno spesso di volare e di abbracciare le persone care che sono morte.
Il primo pensiero è un riepilogo dei sogni.
L’ultimo pensiero è un bilancio della giornata appena conclusa.

L’esigenza di fotografare da dove nasce? Perché quel mezzo e non un altro? Senza dare poi troppa importanza al mezzo, cosa cerchi di esprimere e cosa vuoi che arrivi alle persone? La fotografia mi accompagna nel cammino della vita. Qualche volta mi precede di due o tre passi. Altre volte resta indietro, aspetta il momento appropriato per intervenire,mostrarsi,lasciare il segno del suo passaggio: lieve ma incisivo. La fotografia è stata una malia irresistibile, potente come un incantesimo,assomigliava a quegli amori che non vogliono avere limiti. Oggi è più pacata. Non c’è più l’urgenza di fotografare. Altresì si è imposta l’esigenza irrinunciabile di sopravvivere con stoicità in una società sempre più ostile, svilita, abbrutita.

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Cosa, invece, non vorresti mai veicolare con le tue fotografie? Quali sono i messaggi o gli stereotipi, se ne hai qualcuno, che proprio non sopporti? Mi piace quando la fotografia riesce ad essere nuda come un bambino appena nato: la bellezza semplice ed innocente è disarmante.

C’è qualcosa che ti influenza più di tutto, nei tuoi scatti, nei tuoi pensieri, nei sogni che fai? Amo leggere. I libri che leggo mi rendono migliore. Leggo e guardo con gli occhi. Leggo e fotografo con gli occhi. L’organo della vista accomuna lettura e fotografia.

Quando ci siamo sentite mi hai parlato dei tuoi bambini e di scosse del terremoto continue, come hai spiegato loro quello che stava succedendo? Abbiamo vissuto momenti difficili, giorni cattivi.
I miei bambini stanno crescendo come gli asparagi selvatici, possiedono risorse naturali meravigliose. Qualche volta il loro equilibrio istintivo mi lascia basita. Naturalmente sono anche capaci di fare baruffe per accaparrarsi il coscio di pollo più grosso.

Hai mai cercato di spiegare invece loro perchè fotografi? Te l’hanno mai chiesto? Non mi hanno mai rivolto questa domanda. In effetti nemmeno io gli ho mai domandato perché amano tanto giocare.

Come ti fa sentire guardare le foto che scattano gli altri, se le guardi, cosa ne pensi, se pensi che ci sia una tendenza, e in quale direzione si vada. Mi hanno insegnato la prima regola:non guardare mai le fotografie brutte. Guardo soltanto quelle buone.

Qual è la tua direzione, se dovessi pensare ad una meta, cosa ti viene in mente?  Non conosco la mia direzione: un passo dopo l’altro costruisco il cammino, traccio la strada. Mi piacerebbe essere una brava fotografa. Ancora di più vorrei essere una brava madre. Credo che per essere felici nella vita sia necessario avere una buona madre.

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La tua giornata tipo.
Non mi fermo mai.

Il tuo colore preferito, il tuo piatto preferito e se hai una frase che ripeti spesso.
Il giallo.
Le polpette.
“Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”

Quali sono i tuoi progetti futuri? Un sogno nel cassetto da realizzare?
Tanti progetti.
Alcuni sono evanescenti come i sogni.
Il sogno più bello è l’attesa di un ritorno.
Il più grande impegno è ” la promessa di tenere aperto un orizzonte di mondo”.

Quali sono i programmi per domani, invece?
Comprare un libro.

Dopo tutte queste domande arriva la parte che più mi spaventa, chiedo a te di farmi una domanda, così diciamo che siamo pari :) avanti, chiedi pure.
Non voglio spaventarti,non ti faccio domande.

Ultima richiesta: un film che hai adorato, una canzone che non riesci a togliere dalla testa, un fotografo che vorresti consigliarci, un viaggio che vorresti fare.
Lisbon Story di Wim Wenders.
La costruzione di un amore di Ivano Fossati(una canzone che mi piace)
Mario Giacomelli(un fotografo che ammiro)
Il giro del mondo in ottanta giorni.

 

Ringrazio Federica Zucchini per la sua disponibilità, qui il link al suo sito: Effeu

 

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Giuliana Massaro

Giuliana Massaro, 26 anni, studentessa di lettere moderne da un po', lunatica da sempre. Penso troppo, parlo poco, faccio foto.

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