READING

“Heil Social Project” di Giulia Privit...

“Heil Social Project” di Giulia Privitera: sei quello che condanna, sei quello che subisce


Oggi ho intervistato Giulia Privitera, non è propriamente una fotografa ma la creatrice di un concept fotografico che mi ha colpito per la sua riflessione sui social, sui like, e sui meccanismi che ne conseguono, ha sviluppato questo progetto insieme a Ermanno Ivone (fotografo), la modellista Marta Gianninetti, insieme inaugureranno la mostra fotografica a Torino, presso il “Rat Fucking Bar & Art Gallery“, via San Massimo 7bis, dall’11 al 18 Novembre, nel frattempo però le ho chiesto di rispondere in modo sincero a delle domande, per capire chi c’è dietro lo schermo, dall’altra parte dell’interfaccia blu del social…

IMG_2667

Ciao Giulia, voglio chiederti di descriverti, chi sei, cosa fai, cosa stai cercando?
“Ciao sono Lara89 a me piace la cucina thailandese e sono patita di Cake design, sono alla ricerca di un ragazzo solare, carino, che mi faccia ridere, e che accetti le mie diversità, spesso mi guardo negli specchi per vedere se sono apposto”
una volta a settimana vedo la mia psicologa ma non perché sia pazza ma perché le sto simpatica”. Scusami ho sempre sognato di fare un’intervista a TheClub quindi ne ho approfittato. A dire il vero mi reputo una personalità bipolare e generalmente non sono in grado di rispondere a queste domande se non ridendoci sopra, più che altro osservo e faccio riflessioni da li capisco cosa sto cercando.

Mi sono interessata a te soprattutto perché hai lavorato ad un progetto dal titolo “Heil Social”, nel quale fai un’attenta analisi di ciò che siamo oggi e di quello che facciamo e si vede nei social.
Come è nata questa riflessione e di conseguenza anche il progetto?

Esorcizzare HLS è come incarnare 1,7 miliardi di persone + 1 che si è appena registrata in questo momento mentre sto scrivendo, IMPRESSIONANTE come tutte queste persone si raccontino, si condividono, si rappresentino usando un unico mezzo, sarei ipocrita a giudicare una ruspa potenzialmente pericolosa a prescindere, solo perché potrebbe fare del male ma posso giudicare un’autista ubriaco per le sue azioni, ed è il motivo per il quale ho indossato questa divisa e messo la faccia, la faccia di tutte queste persone che è diventata nel tempo quella di un aguzzino, per questo ho rappresentato HLS come un essere umano, una specifica categoria di essere umano. Perché per quanto ci lamentiamo scriviamo, condividiamo, per quanto ci possa piacere o non piacere diamo le nostre informazioni
e la nostra vita reale non è più una seconda vita o un passatempo. D’altronde la dittatura nel passato non è stata una scelta obbligata ma bensì una scelta che è stata pagata a duro prezzo. Cosa succede quando tutte le razze, tutte le età, tutte le patologie mentali e le proprie propensioni sono condivisibili e alla portata di tutti? Succede che avviene che sei o il carnefice oppure chi subisce. Da questo pensiero è nato HLS.

Tra le altre cose ho scoperto che non sei propriamente tu la fotografa del progetto ma è Ermanno Ivone, come nasce questo connubio e qual è la sottile linea di separazione che c’è tra l’idea e l’esecuzione? Pensi che ci sia?
Io e Ermanno ci siamo conosciuti molti anni fa e ho posato per suoi diversi concept artistici, credo che sia un genio che riesce ad unire pop-femminilità-satira-sensualità e contemporaneità con oggetti di uso comune.
Quando ho partorito HLS lui era con me l’ho chiamato e insieme abbiamo concretizzato questo pensiero filosofico, volevamo che fosse contemporaneo e molto diretto. Sicuramente c’è questa linea di separazione che sta nel mettere insieme più concetti in un’unica immagine e quell’immagine deve essere anche bella, insomma ognuno ha i suoi ruoli e le proprie doti ed è fondamentale che ci sia sintonia. Solo in questo modo si possono creare progetti artistici collettivi.

IMG_2658

“sei quello che condanna, sei quello che subisce”, questo concetto è reversibile e mi ricorda una puntata della serie tv “black mirror”, ma a parte il rimando volevo chiederti, ti sei mai ritrovata nella posizione di chi condanna e di chi subisce sui social?
Certo! perché tu no? quante volte ti sei trattenuta nel postare o meno una foto o una frase o un pensiero? chi non lo fa anche se è nell’eticamente corretto rischia di diventare una vittima di chi lo fa.
Sottoponendovi tutti i giorni agli stati che vi propino in un qual modo diventano parte di un bagaglio culturale. E si, mi capita molto spesso di subire nel social tutto il tempo dello scroll.

In generale c’è qualcosa che condanni sui social?
Non condanno nessuno, non sono io di certo un giudice, a tutti è capitato di condividere una falsa notizia o di sbagliare a scrivere una frase, di farsi una figuraccia però quando mi capita camminando per strada rimane solo un mio ricordo non è di certo indelebile nell’internet e sopratutto non è condivisibile da chiunque.

Cosa invece subisci?
Una cosa che subisco e che mi da fastidio sono le immagini o i video dove viene rappresentata violenza varia, dal cane massacrato al bambino senza braccia e gambe a cui viene cambiato il pannolino e si scopre che non ha l’apparato riproduttivo, le immagini o video pornografici senza censura che vengono visti anche da bambini o persone che non hanno un QI abbastanza alto da non rifare le azioni che vedono. Subisco costantemente questo tormento di notizie che prima sono vere e poi sono finte insomma il pianeta Terra è piatto o Rotondo? CAZZO. In generale la troppa libertà di espressione che alla fine apprezzo perché fa parte di questo sistema cioè fare Like.

Una donna dalle mille sfaccettature, una di queste è il tuo lavoro da performer, come sei e come intendi questa figura?
Essere una Performer non è un lavoro ma un modo diverso di comunicare ciò che vedo e penso, mi sono resa conto di esserlo perché quando venivo chiamata per servizi fotografici quello che mi interessava di più era dare sempre un significato che andava oltre all’azione perché l’azione non è che “l’attimo prima o l’attimo dopo di quella cosa”: non c’è il piangere ma il perché stai piangendo, non c’è correre senza una meta o qualcuno che ti rincorre; posso anche correre ma c’è un motivo.

Ho letto uno stato molto ironico, e ti ringrazio per questo, sulle foto di nudo e sui like, sulle due cose contigue e sul fatto che ormai non stupisce più, che ci si fa l’abitudine, quali sono per te le cose che a questo punto potrebbero sconvolgere il pubblico? Te lo chiedo e me lo chiedo anche io perchè davvero non lo so più.
ALLE PERSONE PIACE LO SCHIFO. Ed è il motivo principale per cui abbiamo come esponenti analfabeti funzionali o icone senza contenuti, alle persone piace ridere con facilità, piace la bellezza istantanea, gli piace la tua vita. Meglio se va a rotoli, meglio se hai qualcosa da offrire, per questo la maggior parte delle persone non guada più la TV ma seguono i loro idoli nel web, per questo motivo esistono le notizie false, per indignare le persone perché è questo che genera più like, ovviamente dopo un bel culo e delle belle tette però anche qui, entriamo nel vorticoso mondo della noia. Se prima per vedere un seno dovevi collegarti a un sito pornografico ultimamente puoi tranquillamente seguire tua cugina che è risaputo abbia un bel seno e dei pantaloncini comprati al mercato di 4 taglie più piccoli, ma ormai anche questo mi provoca noia poiché la sessualità non è più Tabù o una cosa da nascondere ma ormai è tanto normale che non mi sconvolgo più .

Fermiamoci un secondo a pensare: come prevedi il futuro nei social e hai una idea su come salvarsi?
Non c’è bisogno di pensare a un salvataggio, basta pensare la fine che hanno fatto MySpace, Netlog, Studenti.it, MSN, cose che pensavamo eterne ma si sono talmente tanto evolute che sono collassare su stesse creandone delle nuove. Il mezzo in questione non è il problema, il problema sta nei valori degli utenti che lo usano, basterebbe semplicemente che non fosse alla portata di tutti.

Come passi il tuo tempo libero?
Vorrei ubriacarmi ma sono astemia.
Fondamentalmente non ho tempo libero.

Chi è davvero Giulia, chi era in passato, quali trasformazioni ha vissuto, cosa ha imparato?
UUUUUSSSHHHH troppo personale questa domanda, sicuro l’unica costante trasformazione che vivo è l’auto-miglioramento, ho imparato che senza impegno e se non credi nelle cose, quelle cose non esistono.

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Costruirmi progetti futuri

Ultima domanda, fammi una domanda.
Conosci Francesco Miseria?
No, non lo conosco, sono andata a controllare chi cavolo sia su facebook e ho solo trovato un tipo che ha raggiunto il limite massimo di amicizie di facebook.

 

IMG_2678_2T IMG_2674_2T IMG_2626 IMG_2656


Giuliana Massaro

Giuliana Massaro, 26 anni, studentessa di lettere moderne da un po', lunatica da sempre. Penso troppo, parlo poco, faccio foto.

Commenti

commenti