Ciao Giovanni, per smorzare l’aria tesa prima delle domande ti chiedo di fotografare qualcosa di veramente insolito, ad esempio un oggetto nella tua stanza che custodisci da anni. Il più antico e perché.
Ciao Giuliana, non ho molto con me, negli ultimi anni per lavoro ho dovuto spostarmi continuamente, quindi ho più roba dentro gli scatoli che in giro per la mia stanza. Quella in cui mi trovo attualmente, poi, di insolito ha soltanto la mensola dello specchio in bagno, tenuta su con dei fili che se li sfiori producono note un po’ sbilenche.
L’oggetto che qui ho da più tempo e che porto sempre con me è la mia prima macchina fotografica, una piccola panasonic. Mi fa ricordare quanta strada ho percorso a piedi.
Fermati un secondo davanti allo specchio, cosa vedi? Chi sei veramente? Ma soprattutto, se dovessi chiedere una cosa a te stesso davanti allo specchio, cosa chiederesti?
In questi ultimi anni, qui a Milano, durante le mie passeggiate fotografiche mi è capitato più volte di trovarmi davanti ad una superficie riflettente, come la vetrina di un negozio o i pannelli di vetro di una fermata dell’autobus, e spesso, come penso capiti a molti, ho sentito l’istinto di fotografare me stesso riflesso. Tutte le volte la mia domanda, che poi è quella che tu mi fai, ha coinciso esattamente con il click della mia macchina fotografica.
E lo specchio cosa pensi che ti risponderebbe?
Gli specchi sai benissimo che riflettono, riflettono e riflettono, per cui sono molto lenti a dare risposte :)
Sempre che ce ne siano.
C’è qualcosa che ti influenza più di tutto, nei tuoi scatti, nei tuoi pensieri, nei sogni che fai?
Sono molto curioso e sono tante le cose da cui prendo ispirazione. Sicuramente l’arte, la letteratura, la fotografia e ovviamente tutto ciò che si svolge in pubblico, in strada. Ad ispirarmi veramente però, è la città. Penso che quello che sento come energia, dentro di me, che poi mi fa andare avanti a cercare, che accende una scintilla nella mia mente, che mi fa scattare una fotografia, provenga proprio dalla città, dall’energia che avverto percorrendo le sue strade. Non che io non mi emozioni in un altro luogo che non sia una città, ma è all’interno di essa che sento di riuscire a percepire i possibili collegamenti tra tutte le cose mi stuzzicano e che sento di amare.
Giovanni, cosa c’è per strada che ti colpisce e spinge a fotografare? Cosa cerchi?
In realtà ho iniziato a fotografare per strada senza farmi tante domande. Forse più come terapia per la timidezza che per prendere delle foto. Ultimamente però comincio a sentire l’esigenza di riflettere su ciò che ho raccolto in questi anni. Sto selezionando, facendo accostamenti per trovare dei percorsi possibili e sto fotografando forse con più coscienza.
Riguardo quello che cerco posso dirti che in certi attimi precisi tutto ciò che ho davanti assume una forma che sento mia, che si adagia su ciò che conosco già, che ho vissuto o che ho letto. Come se una frazione di secondo possa d’improvviso prendere la stessa forma del mio pensiero, come fosse un vestito della giusta misura per ciò che ho dentro.
Certo, raramente riesco a registrare il momento così come l’ho sentito e raramente quello che ho preso è valido fotograficamente, però quello che cerco e che sono sicuro cercano in tanti come me, è proprio questo, un attimo in cui confluisce tutto ciò che so e da cui si dirama, poi, ciò che ancora non conosco.
Per puro caso ho scoperto che sei un bravissimo illustratore, mi chiedo se c’è qualcosa che ti piace di più tra la fotografia e la pittura, se sì quale e perché, se no spiegami solo se le cose che provi sono differenti a seconda del diverso uso del mezzo che hai per esprimerti.
Ti ringrazio, sei molto gentile. Sicuramente ho diverse sensazioni a seconda del mezzo che uso. Il disegno ha a che fare più con la trasposizione su carta, tela o supporto digitale di idee che scorrono nella mia mente. Uso le linee, lo spazio, i colori e le forme per catturarle. Con la fotografia devo catturare contemporaneamente ciò che ho in mente e ciò che mi scorre davanti agli occhi, con l’aiuto del caso e spesso dell’ironia. Sono due cose diverse, ovviamente nel modo in cui le vivo e le intendo io.
Quanto c’è di te nelle tue fotografie? Come è successo l’incontro con la fotografia?
Penso ci sia molto di me in ciò che fotografo.
A casa ci sono sempre stati libri di fotografia che ho sfogliato fin da piccolo, ma ho cominciato a fotografare quando i miei genitori mi hanno regalato la macchina fotografica di cui ti ho parlato sopra. Da quel momento non ho mai smesso.
Nella vita sei un insegnante, che era e rimane il mio sogno nel cassetto, quindi quando posso faccio sempre la solita domanda, e perdonami se la faccio anche a te: com’è insegnare oggi? Che cosa provi quando torni a casa dopo una giornata di lavoro?
Insegnare oggi è un continuo imparare. Tante cose stanno cambiando nella nostra società, nel modo di intendere la scuola e la cultura, e diverso è il modo di accedere al sapere. Penso che oggi, più che in passato, insegnanti e alunni si trovino a percorrere un cammino comune.
Amo il mio lavoro, quindi torno a casa felice e certe volte incazzato.
Com’è il tuo carattere?
Senza macchina fotografica: timido.
Con la macchina fotografica: sfacciato.
La tua giornata tipo.
Lavoro, passeggiata fotografica, mostre, casa, editing delle foto prese durante la giornata.
Il tuo colore preferito, il tuo piatto preferito e se hai una frase che ripeti spesso.
Rosso arancio. Polpette al sugo. Non ho una frase che ripeto spesso.
Quali sono i tuoi progetti futuri? Un sogno nel cassetto da realizzare?
Sto lavorando al mio portfolio, quindi il progetto è quello di riuscire a dargli un senso.
Il sogno sarebbe realizzare un libro con le mie foto.
Dopo tutte queste domande arriva la parte che più mi spaventa, chiedo a te di farmi una domanda, così diciamo che siamo pari :) avanti, chiedi pure.
Giuliana mi hai detto più sopra che il tuo sogno nel cassetto è quello di diventare insegnante, quindi mi piacerebbe sapere quale consiglio ti sentiresti di dare ad un tuo possibile alunno che ti parlasse del suo sogno di diventare fotografo?
Risp: bellissima domanda, il consiglio che mi sentirei di dare è quello di scoprire se stessi, capire il mondo, trovare una chiave di lettura delle cose che sia insolita, ma soprattutto di scoprire e imparare a conoscersi.
Ultima richiesta: un film che hai adorato, una canzone che non riesci a togliere dalla testa, un fotografo che vorresti consigliarci, un viaggio che vorresti fare, una canzone da ascoltare in loop.
Il film, Alien.
Le canzoni sono tante, qui ti metto Rain Dogs di Tom Waits.
Come fotografo amo il lavoro di Matt Stuart e quindi ve lo consiglio, quest’anno è stato nominato per entrare a far parte dell’agenzia Magnum, un grande occhio e una fonte di ispirazione.
Mi piacerebbe poter fare un viaggio negli Stati Uniti.
Ringrazio Giovanni Stimolo per la sua disponibilità, qui il link al suo stream di foto: Giovanni Stimolo
Giuliana Massaro
Giuliana Massaro, 26 anni, studentessa di lettere moderne da un po', lunatica da sempre. Penso troppo, parlo poco, faccio foto.