Le decisioni importanti nella vita sono quelle che ci fanno perdere il sonno, quelle che il loro arrivo lo preannuncio con sonanti palpitazioni cardiache, piene di mille punti interrogativi che ci ronzano incuranti nella testa. Delle volte (in un modo o nell’altro, sempre) capita che queste siano frutto di frustrazione, di insoddisfazione personale. Quel che ci si augura di fare, in risposta a tali critiche situazioni, è di reagire, rimettendosi in carreggiata e dando le spalle al passato.
Liam Warton ha stravolto di netto la sua vita, facendo dell’insoddisfazione lavorativa un nuovo inizio; australiano, abbandona la carriera nel mondo della finanza, dopo una laurea ed un posto fisso come contabile a Londra, e si dedica alla fotografia.
Acquista una Olympus OM-2, rigorosamente analogico, al Brick Lane Markets nel cuore di Londra e compie un viaggio in Irlanda; un viaggio come un “battesimo” nel mondo della fotografia grazie al quale capisce definitivamente che la vita in giacca e cravatta non era quella che voleva realmente condurre. Ritorna quindi in Australia e inizia la sua carriera di fotografo ma poco dopo si trasferisce a Stoccolma, dove tutt’ora risiede; riesce sin da subito a creare un buon dialogo col mezzo fotografico, sia a livello tecnico che comunicativo e si “affeziona” alla pellicola, facendola divenire l’unica tipologia di fotografia caratterizzante il suo nome. L’ispirazione la trae da ogni dove, è sufficiente girare lo sguardo e aver davvero, nel cuore, il desiderio e la volontà di vedere, di osservare, per far propri tutti gli infiniti stimoli e punti di riflessione che lo scorrere ciclico della vita regala; Liam si modella grazie ad essi, come fosse uno scoglio che inerme riceve una cascata d’acqua fresca che col passare del tempo leviga ogni sua parte di sé, acquisendo una nuova forma. Tutto ciò diviene fotografia, si tramuta in un suo scatto analogico.
Volti, sorrisi, amori che non conoscono colore o genere, istantanee di attimi, di giochi, di prove, di corpi nudi: esplorazione. È presente un pensiero critico, un mettere in discussione ogni norma sociale presente, un interesse ai ruoli di genere e a come vengono affrontati nella fotografia contemporanea. Immagini tratteggiate da provocazione in cui si evince spesso un desiderio di capire, di prender coscienza di quel che accade mediante i propri mezzi, le proprie capacità, come la fotografia.
Il tutto legato dal fil rouge della sensualità; sempre.
Claudia Tornatore
Sognatrice, a tratti poggio i piedi sulla terra e ogni tanto salgo sulla luna. Laureata in scienze umanistiche, considero l’arte il fulcro della (mia) vita. La mia tesi? Arteterapia. Scrivo di fotografia, mi diletto con essa : è nella mia vita da che ho memoria, in fasi e forme differenti. Amo il colore, il tè nero, gli incontri inaspettati, i sorrisi, la voglia di cimentarsi in cose nuove e la mia bellissima Sicilia.