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La giostra emotiva del bipolarismo secondo Maren K...

La giostra emotiva del bipolarismo secondo Maren Klemp


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Con quanta superficialità e noncuranza additiamo ad altri, aggettivi indiscutibilmente offensivi? Troppa.

Qualche giorno fa ho provato a chiudere gli occhi ed immaginare come può essere la vita di chi, ad esempio, è affetto di bipolarismo. Ho tentato di immaginare in particolar modo una donna, gli episodi che l’hanno portata ad effettuare una visita specialistica e ancor di più il giorno in cui è arrivato il responso: SEI BIPOLARE. Non vi nego che un brivido mi ha percorso la schiena. Ho cercato di immedesimarmi nei suoi affetti più cari e soprattutto nella sua mente, idealizzandola come un frullatore in tilt di pensieri, di domande, di “adesso come lo spiego ai miei bambini?”.
Il bipolarismo secondo l’apc (‘Associazione di Psicologia Cognitiva):

si tratta di un disturbo caratterizzato da gravi alterazioni dell’umore, e quindi delle emozioni, dei pensieri e dei comportamenti. Chi ne soffre può essere al settimo cielo in un periodo e alla disperazione in un altro senza alcuna ragione apparente, passando dal paradiso della fase maniacale o ipomaniacale all’inferno della fase depressiva anche più volte durante la vita.

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Il perché io mi sia ritrovata stesa sul letto ad immaginare un tale inferno risiede nell’aver conosciuto Maren Klemp e le sue fotografie. Maren è una fotografa specializzata in fine art che vive e lavora a Oslo, in Norvegia. Da sempre i suoi studi sono stati indirizzati verso l’arte fotografica e ciò le ha permesso di maturare molta esperienza sul campo, affiancando ad esempio il suo nome a quello di Robert Meyer. È stata sempre attratta da quel che è l’animo umano, dalla parte più recondita di esso, dai meccanismi che la mente può mettere in atto; lo ha indagato con la sua fotografia, col suo modo di capire, di conoscere. Quando nel 2013 le viene diagnostico il bipolarismo Maren Klemp, escogita un modo per far capire ai suoi figli quel che la loro mamma stesse vivendo; ha voluto dialogare con loro, lavorando in particolare ad un progetto “Between Intervals” in cui sia lei che i suoi figli sono i protagonisti. La partecipazione di quest’ultimi ha avuto lo scopo ultimo di far sentire loro il grande vortice di emozioni di cui lei è vittima.

Una serie di scatti rigorosamente in bianco e nero evocativi un mondo parallelo, un intrecciarsi di sentimenti, di emozioni difficili da far capire al resto del mondo. Delle fotografie in cui il desiderio di dialogare col resto del mondo è forte.

Una giostra emotiva in cui scendere è impossibile.

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Claudia Tornatore

Sognatrice, a tratti poggio i piedi sulla terra e ogni tanto salgo sulla luna. Laureata in scienze umanistiche, considero l’arte il fulcro della (mia) vita. La mia tesi? Arteterapia. Scrivo di fotografia, mi diletto con essa : è nella mia vita da che ho memoria, in fasi e forme differenti. Amo il colore, il tè nero, gli incontri inaspettati, i sorrisi, la voglia di cimentarsi in cose nuove e la mia bellissima Sicilia.

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