Alla fine ritornano. Anche quest’anno. Nonostante i (tanti) giorni di ferie (ma ferie non sono state, visto che ho continuato a picchiettare sulla tastiera tra css, cms, errori alla riga 28 e derivati). Nonostante i nuovi progetti (di quelli che ti prendono per mano e non ti mollano neanche di notte, ti spremono come un limone e ti fanno sentire stanco già dal mattino). Nonostante i vecchi progetti (chè pure quelli alla fine, sono un pezzo di noi e non è mai facile staccarsene). Nonostante gli studi (chè si, pure quelli devo finire e chissà solo quando deciderò di farlo). Nonostante la vita e i suoi imprevisti (che ogni tanto ti fanno pensare “ma chi me l’ha fatto fare”).
È probabile che tu non te ne sia accorto – in realtà se eri tra i miei social-amici un’idea potevi fartela, visto che per qualche mese non ho più condiviso/scritto/pensato nulla in merito a Organiconcrete – ma a luglio, siamo andati in ferie con una domanda:
TORNEREMO A SETTEMBRE?
Una domanda (l’ennesima a togliermi il sonno) che mi ha fatto ragionare sulla direzione in cui stavamo andando noi, l’editoria digitale, i magazine online, l’informazione (sia essa quella vera o quella “acchiappaclick” fatta di frasi improbabili ma efficaci come “Incredibile, guardate cosa è successo a Valeria Marini”), instagram, facebook e i suoi instant articles, le notizie trite e ritrite, i comunicati stampa copiati e incollati, l’advertising che non è più lo stesso (a tal proposito tra qualche giorno completerò pure il media kit e allora fatevi avanti siori e siore), le marchette fatte male, gli artisti improvvisati, quelli navigati, quelli stanchi e delusi, quelli giovani e freschi, quelli che non rispondono alle mail neanche per le interviste, i redattori, quelli che vanno e vengono, quelli che restano e non se ne vanno (c’è roba da mandare in fumo i cervelli).
La verità è che a voler ragionare, a voler tenere i piedi per terra, guardando le cose con un’oggettività di fondo muovendosi sull’onda delle statistiche e dei dati, i motivi per tornare a settembre sarebbero stati troppo pochi (e non sufficienti). Così in attesa di sapere di che morte moriremo (e soprattutto per mano di chi – i social network si candidano per il primo posto – ) ci schieriamo dalla parte di Don Chisciotte e continuiamo a lottare contro i mulini a vento. Abbiamo capito che questa cosa ci piace da morire.
Le novità di quest’anno sono tante (per quelle estetiche confidiamo in voi lettori, certi che andrete a cliccare negli antri più nascosti di Organiconcrete) e riguarderanno soprattutto i contenuti.
Abbiamo abbandonato il format rigido di alcune rubriche, ne abbiamo inserite delle altre facendo anche qualche scommessa (e solo a fine anno sapremo chi avrà avuto ragione), abbiamo adattato il template cercando di dare più spazio ai contenuti ( chè la larghezza di 640 px – soprattutto per le foto che postiamo – cominciava a starci parecchio stretta).
Abbiamo scelto di rinnovarci, ancora una volta (la terza dal 2011), perchè crediamo che le scelte di pancia, specie quelle che non ti fanno dormire la notte, meritino tutta la nostra attenzione e gratitudine. Lo abbiamo fatto, nel nostro modo anche un po’ romantico di affrontare le cose, perchè certamente lo dovevamo a te, lettore. Che sei la parte più bella di noi.
E il motivo per cui a settembre, siamo ancora qui.
Alessandro Rossi
Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.