Le favole velenose di Kazuhiro Hori


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Carissimi lettori, se non siete già in vacanza oggi vi porto a fare una piccola escursione in Giappone, in questa terra meravigliosa che sforna menti straordinarie proprio come l’artista di questo martedì velenoso di fine giugno. Quindi, se non siete già a sguazzare nelle acque blu di chissà quale spiaggia, mettetevi comodi e assaportate il fantastico universo di Kazuhiro Hori.

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Di Kazuhiro Hori sappiamo che è un artista giapponese, purtroppo non si trovano altre informazioni in merito alla sua biografia ma credo che siano i suoi bellissimi lavori a raccontarci cosa fa. Gli appassionati di fumetti come me sapranno di sicuro a cosa mi riferisco se asserisco che il nostro artista di oggi è particolarmente legato al mondo dei shōjo comics e le immagini che seguono aiutano a capire in parte a cosa sto alludendo, meglio di qualsiasi altro aggettivo che potrei utilizzare per spiegare questo cosmo di nuvolette nipponiche dedicate alle teenagers. Ed è proprio così che appare nelle creazioni di Kazuhiro Hori, nelle quali le sue protagoniste sono delle dolci fanciulle dallo sguardo malinconico, molto spesso assente e a tratti sopraffatto, creature deliziosamente silenziose che il loro creatore colloca nel bel mezzo di ambientazioni e situazioni di surreale disagio che le avvolge nella coltre cromatica di pupazzi e dolciumi che tutto sembrano fuoché innocenti evasioni adolescenziali. Se la cultura dei shōjo comics, che pensate ha avuto inizio con i primi magazine pubblicati nel 1903 indirizzati proprio alle adolescenti, svolge un ruolo predominante nelle opere di Kazuhiro Hori, l’arte pop surrealista fa da collante ad ogni sua singola opera e non soltanto nella propensione personale all’uso di colori vivaci e particolarmente vicini al tempo dell’adolescenza ma soprattutto nella contrapposizione tra l’illusione e la realtà, rispettivamente incarnati dalle scenografie e dai personaggi stessi, incastrati in quel meccanismo di disagio al quale accennavo qualche riga sopra.

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Definire macabri i lavori di Kazuhiro Hori in particolare modo agli occhi di chi è stato abituato a somministrazioni di opere e artisti definitivamente dalle atmosfere più macabre in questa rubrica del martedì risulterebbe senza ombra di dubbio eccessivo, ma credo che sostare sull’aggettivo surreale sia di gran lunga limitativo perché guardando attentamente queste immagini ci si rende conto che la tendenza dell’artista giapponese è quella di nascondere tra i colori e le sfumature una forza oscura ed invisibile che tiene prigioniere le sue fanciulle su una superficie idealmente armoniosa ma praticamente arcigna e malefica così tanto da addormentarle con il suo veleno e facendole sembrare inette e prive di qualsiasi stimolo alla vita, mentre intorno si assiste al circo armonioso delle finte dolcezze adolescenziali.

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Eva Di Tullio

Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!

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