Sapete che vado matta per il Giappone e per gli artisti giapponesi in generale; non è un caso se nella mia rubrica del martedì mi capita di presentarvi dei grandi ospiti del mondo dell’illustrazione del Sol Levante e anche in questa pilloletta di metà settimana di fine maggio ho avuto voglia di somministrarvi un altro nome molto noto nell’ambito artistico, più specificatamente fotografico, ovvero Toshio Shibata e spero davvero di farvi dono gradito.
Se è vero ciò che dice Marcel Proust, ovvero che “L’unico vero viaggio verso la scoperta non consiste nella ricerca di nuovi paesaggi, ma nell’avere nuovi occhi” allora l’arte fotografica di Toshio Shibata ne rappresenta l’incarnazione perché, miei cari lettori, l’ospite illustre di questo giovedì, che è nato a Tokyo nel 1949, è famoso in tutto il mondo per il suo modo di raccontarci l’interazione tra alcuni luoghi disabitati e l’ingegneria civile in essi inserita, servendosi delle sue fotografie realizzate in larga scala che sembrano così realiste tanto da penetrare nella superficie dei luoghi catturati dal suo obiettivo. Sin dal 1979, Toshio Shibata non fa altro che fotografare scene di paesaggi alterati dalla presenza tecnologica che aspettano solo di uscire allo scoperto per essere osservati con occhi diversi, nella loro complessità morfologica e cromatica, come testimoniano queste immagini che ho scelto per voi.
Un connubio tra natura e tecnologia che non sempre è sinonimo di deturpamento del paesaggio ma che molto spesso altera l’equilibrio dell’osservatore. Con le fotografie di Toshio Shibata ogni pregiudizio viene ribaltato e anzi vengono alla luce dei particolari che all’occhio nudo molto spesso sfuggono.
Buon giovedì!
Eva Di Tullio
Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!
