The Trail of Souls è il titolo della sua personale inaugurata lo scorso 2 Aprile presso la Corey Helford Gallery di Los Angeles e oggi vi presento il suo mondo in questo nostro appuntamento con il surrealismo.
Sto parlando di Hirabayashi Takahiro, (da non confondere con Takahiro Hirabayashi), un artista di Nagano, una città di quasi quattrocentomila abitanti situata nel cuore del Giappone e costruita intorno al tempio buddista Zenkō-ji che risale al VII secolo. Proprio la filosofia buddista gioca un ruolo fondamentale nell’ambito della creazione artistica del nostro ospite. Difatti, pur non sapendo molto sulla sua vita personale, le sue opere ci raccontano tuttavia proprio l’influenza esercitata dal credo e della cultura buddista nella mente di Hirabayashi Takahiro ed in particolare la figura di Jizō, una divinità molto particolare in quanto protettore dei vulnerabili e dei viaggiatori, di coloro che si trovano a sempre a dover compiere percorsi talvolta anche tortuosi e pericolosi. Esattamente come le sue splendide figure femminili che incarnano l’ideale divino di Jizō nel porsi come punto di intersezione tra la terra ed il cielo, tra ciò che è visibile e ciò che si può invece solo immaginare ma non toccare con le dita.
Gli appassionati della cultura giapponese e ancora di più i seguaci della religione buddista sanno che le sculture con le quali si rappresenta Jizō sono quasi esclusivamente dipinte di rosso poiché il rosso indica la sacralità, la purificazione ma anche la vita intesa come un concreto divenire, una crescita tra le cose che ci circondano. Ed è proprio in questo concetto religioso e soprattutto filosofico che si inserisce l’arte di Takahiro, il quale si serve non solo del rosso ma anche di altri colori e infinite tonalità cormatiche nelle sue pitture ad olio per esaminare il rapporto tra l’essere vivente e la natura, quel legame primordiale fatto di semplici elementi incatenati tra loro. Ed è per questo motivo se le sue splendide fanciulle le vediamo immerse nei boschi, sedute tra i rami e le foglie di una natura verdissima impegnate a riflettere con lo sguardo rivolto altrove e in altre circostanze invece le scorgiamo mentre interagiscono con altri esseri viventi come le farfalle, quelle dolci creature colorate che inneggiano alla libertà ma anche al cielo e alla terra insieme, una siombiosi particolarmente affascinante resa ancora più tale da quella ricerca spasmodica dell’equilibrio tra l’hic et nunc di cui l’artista giapponese è un esponente di alto livello, non tralasciando la sua vena surrealista che lo trasforma in oratore di storie senza tempo.
Eva Di Tullio
Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!