La parola “restauro” viene generalmente associata, nel mondo dell’arte, al recupero di un manufatto la cui fruibilità e leggibilità da parte del pubblico è stata compromessa a causa dell’inevitabile degrado operato dallo scorrere del tempo.
Diversamente, in architettura, quando si interviene su di un edificio per restaurarlo, lo si fa solitamente per renderlo nuovamente accessibile e sicuro.
Il principale fattore di deterioramento va nuovamente rintracciato nel “tempo”, da considerare però in questo caso contemporaneamente nella sua duplice valenza cronologica ed atmosferica.
L’operazione di restauro non deve mai essere troppo invasiva e non deve in alcun modo compromettere l’aspetto iniziale dell’opera sulla quale si è deciso di intervenire.
Cosa succede però, quando questa antichissima e rigidissima pratica viene presa come punto di partenza per rivolgere una serie di critiche alla società contemporanea?
E’ quello che ha fatto in maniera estremamente personale il giovane artista tedesco Jan Vormann, che ha deciso di riparare pezzi di muri degradati in numerose città d’Europa, utilizzando semplicemente dei coloratissimi mattoncini Lego.
L’ormai virale pratica del Dispatchwork è stata ufficialmente inaugurata nel 2007 a Bocchignano, una piccola cittadina del Lazio, in occasione del festival d’arte contemporanea “20 eventi”.
Come l’artista stesso ha spiegato in più occasioni, le sue non vogliono essere mere operazione di restauro, quanto piuttosto interventi di carattere sociale – destinati nella maggior parte dei casi a sparire in un brevissimo lasso di tempo – che devono fungere contemporaneamente da richiamo alle nuove generazioni, sempre più votate a passare il loro tempo libero di fronte allo schermo di uno smartphone o di un video game e alle istituzioni politiche, troppo spesso noncuranti del sempre più incalzante degrado in cui versano alcune delle zone più periferiche delle grandi città.
Nadia Guidi
Nadia, nevrotica precisina full time, nel tempo libero tento di farmi largo nell'insidioso mondo della curatela. Rincorro tutto ciò che toglie il respiro e sono alla costante ricerca della meraviglia.