Non importa chi tu sia, non importa cosa tu faccia per vivere, se il tuo conto in banca è zero o un milione. Non importa se sei gentile con le persone o un vero bastardo, non c’entra nemmeno il fatto di aver raggiunto tutti gli obiettivi nella tua vita o meno, figuriamoci se conta avere tante persone da amare oppure assolutamente nessuno. La malattia, il cancro, è forse una delle cose più democratiche che esistano al mondo, si presenta bussandoti alla porta e tu hai solo due scelte: combatti o ti lasci andare?
Ad ogni modo, ricordaci ogni tanto di non essere immortali fa bene. Parlare di morte ci permette di apprezzare meglio la vita.
La storia che vi presento intreccia amore, paura e coraggio. L’amore di una coppia e di una figlia per i suoi genitori, la paura e i momenti oscuri che solo chi vede la morte davanti con il cancro può provare, il coraggio di affrontare i trattamenti e di documentare il tutto.
Nancy Borowick ha reso tributo ai suoi genitori e al loro matrimonio grazie ad un progetto: la sua macchina fotografica si è spinta in lungo atto d’amore.
Howie and Laurel hanno acconsentito di essere ripresi durante la loro lotta – 3 anni contro la malattia purtroppo senza un lieto fine -. La macchina fotografica si è però rivelata uno strumento addirittura terapeutico, che ha permesso soprattutto alla loro figlia di elaborare meglio tutto quello che stava succedendo, una piccola ancora di salvezza davanti alla quasi inevitabile perdita di entrambi i genitori.
Mentre Nancy lavorava a questo progetto, i genitori hanno però saputo impartire una lezione di coraggio. Invece di chiudersi nella loro tristezza e nel loro dolore, hanno scelto di trascorrere gli ultimi mesi della loro vita nel miglior modo possibile. Sì, c’era la chemio, ma anche le cene di famiglia, i film fino a tarda notte e i giorni di vacanza spensierati.
Nancy ha lanciando una campagna su Kickstarter per finanziare la pubblicazione di Cancer Family, un libro con fotografie e aneddoti familiari in modo da permettere ai suoi genitori di vivere per sempre. L’intento è quello di aiutare le persone a imparare ad affrontare nel modo giusto questa esperienza traumatica che lascia un segno indelebile. Per quanto riguarda noi, beh, non è necessario arrivare sul letto di morte per capire cosa significa veramente vivere anche se, dobbiamo ammetterlo, qualche volta ci dimentichiamo come si fa.
Eugenio Caterino
Nato a Napoli, laureato a Roma, scappato a Berlino dove conduce una vita che ha imparato a pedalare da sola. Da bambino, le caldi e noiose estati in casa lo mettono davanti a un bivio: le repliche di Italia1 o la storia del cinema, la fotografia e l'arte. Superquark addicted, quando ha dei problemi pensa a quanto essi siano insignificanti in relazione alla grandezza dell'universo.