Sono trascorsi appena tre anni, da quando ho sentito parlare per la prima volta di Ratatà eppure di acqua sotto i ponti, ne è passata parecchia (compresa quella che mi sono beccato a Macerata lo scorso anno, che nonostante tutto, non ha intaccato minimamente le attività del festival).
Tre anni, dicevo, nei quali tutto è cambiato e si è evoluto, sostenitori inclusi, visto che il festival anche quest’anno è stato finanziato tramite il crowdfunding, superando il budget richiesto e arrivando persino a coprire il 120%, che ha permesso l’invito di un ospite a sorpresa.
Tre anni nei quali però, in fin dei conti, il mood, il concept, il fil rouge (chiamalo come preferisci. Io preferisco “l’anima”) è rimasta sostanzialmente la stesso: promuovere l’arte, le autoproduzioni, l’editoria indipendente e tutto ciò che ruota intorno al mondo dell’ illustrazione (e le splendide locandine che si sono succedute nel corso delle varie edizioni -tre per la precisione- raccontano perfettamente tutto il lavoro, la pazienza, la fantasia e la creatività che ci sono dietro una “macchina” complessa come Ratatà).
Quest’anno arrivo un po’ in ritardo con le “presentazioni”, visto che il festival è cominciato giusto ieri, con una programmazione così ampia e variegata che è quasi impossibile raccontare in questa sede (ti invito però a dare un’occhiata approfondita al programma completo), e che è difficile non percepire in questi giorni a Macerata, visto che il “ratto” si è impossessato di tutto lo scenario cittadino, invadendo persino i luoghi storici.
Così, se l’anno scorso, parlavo di Ratatà come un miracolo, per questa terza edizione non so più cosa scomodare, visto che il festival è riuscito a coinvolgere e sensibilizzare tutti gli abitanti.
In mezzo, mostre di artisti nazionali e internazionali, come quella organizzata dal collettivo Le Vanvere (nella quale dieci illustratori italiani reinterpretano la settima giornata del Decamerone di Boccaccio), quella personale di Céline Guichard, Bill Noir,Arianna Vairo, o addirittura Graphiste, e poi la collettiva sulla nuova illustrazione femminile italiana curata da Rossana Calbi (in mezzo ci trovi tante vecchie e nuove conoscenze di Organiconcrete, come Alessandra De Cristofaro, Marina Girardi, Littlepoints…, Luisa Montalto, Virginia Mori, Daria Palotti, Daria Petrilli, Irene Rinaldi, Daniela Tieni, Olimpia Zagnoli).
In più durante i 4 giorni del festival potrete seguire workshop interessantissimi per adulti e bambini, e ammirare l’intero processo creativo degli interventi di arte urbana, curati da Pop-Up! che è riuscita a coinvolgere Hitnes, Gig, Andrea Casciu, Geometric Bang, Patrizia Mastrapasqua.
Insomma il calderone è bello grande e quest’anno, fortunatamente, anche il meteo promette bene.
Tutte le info sul festival, le trovate qui.
Nel frattempo, godetevi il video-teaser dell’evento e il video riassunto della prima giornata.
VIDEO: Francesco Forti AUDIO: Stefano Sasso
Alessandro Rossi
Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.