Ciao Andrea, la prima cosa che ti chiedo è di parlare di te attraverso due scatti: fotografa ciò che hai in tasca e dove ti trovi adesso, raccontaci se (e perché) rappresenta il posto in cui vorresti essere.
In questo momento sono a CineCittà, l’edificio che vedi è il teatro 5 quello che usava Fellini. Non potrei essere altrove, il cinema è buona parte della mia vita. In tasca ho il pass per entrare negli studi, la patente, chiavi del motorino e quelle di casa.
Discuto sempre su quale sia il significato di bellezza, che per me è sempre soggettivo, mi dici il tuo?
Difficile rispondere, tutto quello che istintivamente cattura il mio interesse. Spesso sono attratto dalle geometrie o dalle armonie cromatiche ma anche dalle imperfezioni che creano unicità.
Giusto per metterti un po’ d’ansia, un po’ di gente ti leggerà, puoi dire chi sei, immaginando mille persone che ti ascoltano, e poi dire chi sei veramente, come se ne avessi solo una?
Mi chiamo Andrea sono nato a Bolzano/Bozen e amo l’immagine in ogni sua forma. Grazie a questa mia passione, ad alcune peripezie e al puro caso mi sono ritrovato a lavorare nel reparto fotografia del cinema. Ho un passato da nerd e sono un ingegnere delle telecomunicazioni mancato, come da clichè e per fattori culturali credo di essere una persona abbastanza introversa ma non seria. Fiuu, ce l’ho fatta?! Cameriere un bicchiere di rosso grazie.
Mi scrivi che la fotografia, ‘banalmente’ ti fa stare bene, ho due domande, la prima è: perchè banale? La seconda: perchè ti fa star bene?
La fotografia mi accompagna dalle scuole superiori con essa ho fatto un percorso personale che sta anche al di fuori della fotografia stessa. Mi ha fatto capire alcune cose sul mio carattere portandomi a stare meglio. Se non mi soffermo troppo a pensarci mi sembra banale anche se so che non è così.
Ma soprattutto: è banale stare bene?
No, in assoluto.
Ricordare, raccontare (le solite parole chiave da intervista) sono lo scopo del mezzo fotografico, oltre a questo senso, ti chiedo di aggiungerne un altro, che senti tuo.
Per me è un esigenza, spesso è un metodo per dimostrare affetto o amore.
Che cosa fai invece quando non hai a che fare con i set e le scenografie di film? Come passi il tuo tempo libero?
Nel tempo libero cerco di fare un po’ di fotografia di strada o ritraggo le persone che mi stanno vicino. Smanetto con il computer, gioco con arduino o raspberry pi. Scarabocchio un sacco di disegnetti. Mi piacciono gli sport invernali, amo la montagna e quando torno a casa è li che mi rifugio. Poi c’è sempre il cinema.
Se dovessi partire per un viaggio oggi, cosa porteresti nel tuo zaino e cosa lasceresti a casa?
Sicuramente porterei dietro la mia macchina fotografica, senza dubbio andrei in un posto freddo quindi una giacca e un coltellino svizzero. Lascerei a casa la crema solare 50+, le scottature sui piedi e qualche brutto pensiero.
Un sogno ricorrente, uno irrealizzabile e uno espresso. Raccontaceli.
Da buon appassionato di astronautica mi piacerebbe prendere parte a una missione spaziale, poter entrare in una capsula soyuz e fare qualche foto dalla cupola della stazione spaziale internazionale. Un sogno ricorrente ma irrealizzabile. Mentre quello espresso è stato indubbiamente riuscire a lavorare per il cinema internazionale.
Ho chiesto per un anno, a tutti I fotografi, quali fossero I loro progetti futuri, ho deciso di cambiare e chiederti, cosa vuoi fare oggi e cosa farai veramente?
In primis voglio continuare a fotografare e migliorare. Di recente ho iniziato a riadattare con nuove idee un progetto iniziato anni fa e abbandonato per mancanza di tempo. Lavoro permettendo mi dovrebbe portare a stare in Polonia per un po’.
Intervista conclusa, prima però, consigliami un film, un libro, un disco e un fotografo.
Libro: “Q” dei Wuming.
Film: “La Jetée” di Chris Marker.
Disco: “La fine non è la fine” dei La Quiete.
Fotografo: Lauren Randolph
Ringrazio Andrea Pozzato per la sua disponibilità, qui il link al suo profilo instagram: https://www.instagram.com/pzzt/
Giuliana Massaro
Giuliana Massaro, 26 anni, studentessa di lettere moderne da un po', lunatica da sempre. Penso troppo, parlo poco, faccio foto.