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A colpi di luce 3.0: Giuseppe Zappalà

A colpi di luce 3.0: Giuseppe Zappalà


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Ciao Giuseppe, la prima cosa che ti chiedo è di parlare di te attraverso due scatti: fotografa ciò che hai in tasca e dove ti trovi adesso, raccontaci se (e perché) rappresenta il posto in cui vorresti essere.

In tasca oggi ho un bel kit da decoratore d’interni: guanti, chiavi per la mobilità e per superare le barriere in modo facile e veloce, monete per caffè e schifezzuole varie nei peggiori bar dei luoghi vari ed eventuali dove lavoro. Adesso mi trovo nella mia stanza di pochi metri quadri, in un appartamento torinese in condivisione con altre tre persone … l’appartamento, non la stanza.
Rappresenta il posto in cui vorrei essere, non potrebbe essere altrimenti perché quel posto sono io, per questo sono sempre nel posto in cui vorrei essere … o almeno cerco di raccontarmela in questo modo.

Discuto sempre su quale sia il significato di bellezza, che per me è sempre soggettivo, mi piace sapere a cosa si riferiscono gli altri quando pensano alla bellezza, tu che significato personale dai a questo aggettivo?
La bellezza per me è la propria soddisfazione, la propria soddisfazione è godere della pace interiore, quindi per la proprietà transitiva delle cose la bellezza è la pace interiore. Obietterai: come si raggiunge la pace interiore? Nello stesso modo in cui si raggiunge la bellezza, semplice.

Ti conosco di persona anche, che fortuna, aggiungo, sei molto carismatico e ti ho fatto già all’epoca mille domande, una di queste era sul nome „premiata fotograferia mmmhhh“ spiego a chi non ti conosco che è il nome della tua pagina facebook da fotografo, da dove nasce questo nome e perchè?
Il nome esprime semplicemente la volontà di non prendersi mai troppo sul serio e allo stesso tempo vuole rimandare a pensieri di spensieratezza (scusate l’ossimoro). Nasce un po’ come una presa in giro nei confronti delle varie attività (pasticcerie, gelaterie, fornerie, pizzerie, ditte) sempre premiate, vincitrici di numerosi e prestigiosi premi … ma quali? Dati da chi? Dati perché? Non è dato saperlo o a volte è dato saperlo … ma era meglio non sapere. Per questo la Premiata Fotograferia Mmhhhhh si è scelta questo nome, autopremiandosi senza alcun motivo, inventando un banale neologismo, condendo il tutto con succulento onomatopeismo.

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Sul tuo flickr ci sono un sacco di nudi col filtro per adulti, tra adulti, mi dici com’è sta storia della fotografia erotica? Col filtro per adulti tanto da non poter condividere sulla flickr di organiconcrete le tue foto (mi è già successo e te lo dissi, senza risultati)
E’ una fanciullesca ripicca nei tuoi confronti cara Giuliana che non vuoi farti fotografare nuda dal sottoscritto. Tu che sei la vera incarnazione della rubensiana opulenza … un vero peccato.

Zapp, mi piacerebbe chiederti cos’è per te la fotografia, l’arte, perchè fai foto, perchè dipingi, perchè ti esprimi e soprattutto come nasce in te questo bisogno di farlo e a cosa pensi quando riguardi le tue opere?
Ti piacerebbe chiedermelo ma non lo stai facendo. Meno male, sono salvo. Boh non lo so, potrei fare tanti giri di parole, come ho imparato a fare così bene in tanti anni di Accademia. D’altronde l’artista è sempre prima di tutto fondamentalmente un paraculo, parte da lì e deve dimostrare, cercando di arrampicarsi sugli specchi, di non esserlo. E’ come nei processi, c’è sempre la presunzione di innocenza fino a prova contraria. Per l’artista c’è sempre la presunzione di paraculaggine, sta a lui dimostrare il contrario. Io me ne sto tranquillo nel mio limbo. Faccio quello che faccio, quando voglio e come voglio, senza rendere conto a nessuno. A voi resta il dato estetico prima di tutto, per le parole e i pensieri invece c’è l’eternità, vi tocca aspettare.

Sei anche restauratore, cosa pensi quindi dell’arte in italia, di come viene trattata, se ti sembra valorizzata, insomma, il tuo parere più sincero.
Giusto ieri sono diventato collaboratore restauratore tecnico del restauro ufficialmente riconosciuto dal Mibact. Bei paroloni eh! All’atto pratico: inutile pomata (continuo a saltellare da un “lavoretto” all’altro). Abbiamo perso la cultura del bello, non sappiamo più cosa sia l’arte, ovvero quell’espressione della natura umana che sia universale nel tempo e nello spazio. Oggi vince l’effimero, il guadagno materiale e immediato. Ciò scavalca il rispetto, la devozione incondizionata che dovremmo avere per le testimonianze lasciateci dalle civiltà precedenti. Aspetto la nuova era, tanto la storia è ciclica.

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In italia ci sono moltissimi fotografi, molti dei quali si conoscono e collaborano tra loro, tu hai scelto di fotografare sempre in analogico (con una tentazione nell’ultimo periodo, digitale), no, non voglio fare la domanda di rito sul perchè dell’analogico e del digitale, non me ne frega niente, voglio sapere invece che rapporti hai con la comunità di fotografi che scattano in analogico, in digitale, che ne pensi della fotografia italiana, se c’è uno stile che ti piace più di un’altro e soprattutto, il tuo piatto preferito. Uno su tutti.
Mi piacciono Les Krims, Mario Giacomelli e il fotografo della porta accanto. Per dire che non mi interessa più di tanto, non sono uno che si mette lì a studiare Bresson, Vivian Maier, Adams … mi annoiano. Fortunatamente non sono mai incappato in percorsi di formazione prettamente fotografici. Il mio approccio alla fotografia è da ignorante e tale voglio rimanere. L’ignorante guarda il mondo con ingenuità e purezza. Il resto è tecnica, oggi non serve più. Leonardo si definiva “omo sanza lettere”, riferendosi al proprio disinteresse per la cultura nozionistica fine a se stessa, lui faceva e poi ragionava. Io non studio fotografia, non conosco i grandi fotografi del passato, non frequento le cosiddette mostre “blockbuster” … faccio foto e con queste intendo rimanere nel mio pensiero naif, voglio essere l’Antonio Ligabue della fotografia o il pazzo del paesello, che alla fine è l’unico che ha capito veramente il mondo. Per quanto riguarda le community di fotografia che frequento, mi piace divertirmi; alla fine la fotografia è una scusa come un’altra per vedersi, ospitarsi a vicenda anche a km di distanza, andare in giro, sbronzarsi e … sperimentare tecniche di abbordaggio con le biottiche a pozzetto o con le macchine a soffietto.
Il mio piatto preferito è la trippa al sugo, come la fa mia mamma: con le melanzane fritte a tocchetti.

Una domanda che nessuno ti fa, ma che invece vorresti sentirti dire.
Vuoi sposarmi?

Che cosa fai invece quando non scatti foto? Come passi il tuo tempo libero?
Leggo, ascolto musica, dipingo, penso, sogno ad occhi aperti.

Se dovessi partire per un viaggio oggi, cosa porteresti nel tuo zaino e cosa lasceresti a casa?
Porterei: da leggere, da mangiare, da scrivere, da scattare, da ascoltare. Lascerei a casa i pensieri affannosi.

Un sogno ricorrente, uno irrealizzabile e uno espresso. Raccontaceli.
Un sogno ricorrente (ad occhi aperti) è una “moto lapa” di street food siciliano decorata da me con i motivi tipici dei carretti siciliani. Uno irrealizzabile (almeno per ora) è la “moto lapa” di street food siciliano. Uno espresso è la “moto lapa” di street food siciliano … ecco ora posso svegliarmi.

Ho chiesto per un anno, a tutti I fotografi, quali fossero I loro progetti futuri, ho deciso di cambiare e chiederti, cosa vuoi fare oggi e cosa farai veramente?
Oggi vorrei lavorare sempre a contatto con le arti visive, che siano la pittura, la fotografia, il restauro, la decorazione d’interni, va bene qualsiasi cosa. Cosa farò veramente: andrò a cucinare, ore 20.48 di giovedì 24 marzo 2016, ho fame.

Intervista conclusa, prima però, consigliami un film, un libro, un disco e un fotografo.
Film: filmografia di Alejandro Jodorowky.
Libro: “Forte come la morte”, Guy de Maupassant.
Disco: “The dock of the bay”, Otis Redding.
Fotografa: Paola Malloppo.

 

Ringrazio Giuseppe Zappalà per la sua disponibilità, e magari un giorno mi farò fotografare, nel frattempo qui i suoi lavori: http://www.facebook.com/premiatafotograferiamhhhhh/

 

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Giuliana Massaro

Giuliana Massaro, 26 anni, studentessa di lettere moderne da un po', lunatica da sempre. Penso troppo, parlo poco, faccio foto.

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