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Metaromanzi cromatici nei collage di John Vochatze...

Metaromanzi cromatici nei collage di John Vochatzer


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Oggi vi porto a conoscere John Vochatzer, un giovane artista che vive a San Francisco, in questa meravigliosa città californiana dove l’arte low brow e il pop surrealism sono di casa. E il nostro ospite di questo martedì lo sa molto bene visto che si è lasciato trasportare dalle onde del misticismo sensuale del secondo e dal grottesco del primo dove tutto appare possibile se guardato attraverso la lente sfocata del mondo onirico di cui sono fatte le nostre fantasie.

John Vochatzer ha cominciato a fare arte qualche anno fa quando i suoi lavori si rispecchiavano nella bizzarria cromatica e soggettiva di un grande maestro del passato che continua ad ispirare artisti della presente generazione, ovvero Salvador Dali, il quale ha trasmesso all’artista di San Francisco il suo surrealismo estetico, fatto di simbolismi che rimandano ad una condizione che si estende oltre la nostra vita quotidiana. In seguito, sono stati lo studio e l’influenza delle opere di un altre grande del passato a porsi al centro della sua ricerca, Hieronymus Bosch, il quale in questa seconda fase di studio ha concesso a Vochatzer di oltrepassare quel simbolismo del primo periodo artistico per soffermare lo sguardo su un universo iconografico più umano, meno trascendentale ma più legato alle tradizioni popolari e al loro riflesso nella società.
La conseguenza è stata inevitabilmente eccezionale e non poteva essere diversamente sia nei suoi collage successivi che nel murale realizzato nel 2015 in una strada di San Francisco. John Vochatzer difatti ha cominciato da questo punto a immergere sulle sue superfici una immensa quantità di personaggi estrosi e bizzarri, inseriti in dei luoghi fiabeschi e medievali che nell’insieme richiamano le storie descritte dall’artista olandese nelle sue tele.

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Tuttavia, allo studio sulla pittura di Hieronymus Bosch si affianca una certa predisposizione alla cultura popolare e religiosa che nell’arte di Vochatzer ben si incontrano. Difatti, osservando più da vicino i suoi personaggi, sia quelli nelle opere che potremmo definire “alla Bosch” sia nei ritratti come vedete qui di seguito, si può certo notare l’ascendente low brow esercitato dall’applicazione delle caratteristiche di questa corrente su tutta la sua produzione attuale.
Detto in parole povere, l’uso del collage, lo sdoppiamento dei suoi personaggi, l’unione tra il mondo animale e quello floreale rappresentato quasi sempre dalle farfalle e dalle diverse varietà floristiche che incorniciano i ritratti, così come l’utilizzo di icone religiose appartenenti a tutte le religioni e in particolare modo a quella induista, ricreano quella complessità del mondo circostante che solo l’arte è in grado di rappresentare e se ad essa si unisce il gusto per il surreale allora il risultato che ne deriva è una concentrazione di infinite storie senza tempo e con infiniti rimandi, come un metaromanzo che non si finisce mai di leggere.

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Eva Di Tullio

Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!

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