BAM, gli artigiani del metallo


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Ho deciso di intervistare Andrea e Vittorio Bruno (affettuosamente chiamati da me i “ragazzi BAM”) per la meravigliosa miscellanea fra l’antica essenza dell’artigianato e quella moderna del design. La lavorazione del metallo è una forma creativa di cui poco si parla. Nel cuore della Sardegna i due fratelli hanno voluto continuare il lavoro del padre, formandosi come designer e dando quindi caratteri di modernità a quest’arte. Con i piedi ben saldi per terra, stanno percorrendo una strada ricca di successi e riconoscimenti, volgendo sempre lo sguardo verso le proprie origini, le proprie radici.

Gli “artigiani del metallo”, tra una installazione di moda e la realizzazione di un lavoro a carattere sociale, si raccontano in questa intervista!

Ciao ragazzi! Sono felicissima di potervi intervistare e vi ringrazio per questa opportunità! Inizio subito col domandarvi il perché del nome “BAM”, quale significato racchiude in sé?
BAM nasce come acronimo della Bottega Artigiana Metalli, la vecchia azienda di nostro padre, ma è anche poeticamente inteso in senso onomatopeico come  suono del martello sull’incudine, del “metallo che pesta metallo.”

Nascete come artigiani del metallo, ma fermarsi a questa definizione è riduttivo: vi possiamo definire dei veri e propri designer di interni il cui focus è lavorazione del metallo; com’è nata questa passione?
Essere figli di artigiano porta inevitabilmente a respirare l’aria della bottega, a rapportarsi con gli strumenti del mestiere e a carpirne le tecniche, col tempo e grazie alla possibilità di studio nel settore del disegno industriale e d’impresa è maturata in noi la consapevolezza che quello che ogni giorno vedevamo poteva essere l’inizio di un nuovo cammino. L’artigianato poteva e doveva fondersi col design, ma in maniera naturale e sempre rispettando l’anima della bottega.

Dalla Sardegna, precisamente Nuoro, le vostre creazioni adesso accompagnano gli spazi espositivi e le mostre del genio della moda Antonio Marras: come si coniuga la vostra arte con quella della moda?
Uno dei concetti che sta alla base della nostra filosofia e che cerchiamo di rimarcare ogni volte che ne abbiamo la possibilità è la condivisione dei diversi percorsi progettuali. Accettiamo e cerchiamo noi stessi le diverse “contaminazioni culturali” perché siamo convinti che sia l’unica strada per crescere ed elevare il nostro lavoro. Quando chiaramente a bussare alla porta é stato Antonio Marras il piacere di dialogare con lui è stato straordinario. La “moda” intesa da Antonio va oltre il semplice concetto di vestito, la sua visione è quella di un vero artista e creativo. Vederlo con noi in officina vestendo realmente i panni di “fabbro artigiano” ci ha dato grande carica lo abbiamo seguito con grande entusiasmo nella realizzazione  delle sue creazioni ma ancora di più ci ha dato la  dimostrazione che la strada che stiamo percorrendo è quella giusta.

Il vostro simbolo, nonché la vostra mascotte, è il BOE: come mai questa scelta? È legata ad un significato o episodio in particolare?
Il Boe è il primo vero oggetto derivante dalla ricerca tra design e artigianato. Nasce da un semplice campanaccio che si trasforma in animale. Questa fusione del tutto spontanea legata alla simbiosi dei due elementi racconta attraverso  suono e forma la storia di un posto. Che non per forza di cosa è la Sardegna ( anche se per noi lo è) ma è contestualizzabile nel ricordo che ognuno di noi ha legato alla terra, alla campagna, all’ animale.

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Quel che apprezzo di voi, seguendo il vostro lavoro con affetto, è l’aspetto sociale della vostra arte che non tralasciate mai; l’ultima collaborazione nata sotto questa sfumatura è quella con Umberto Veronesi per il progetto “Pink is good”: viva di raccontarci questa cooperazione e sostegno al progetto?
Probabilmente il nostro manifestare la voglia di lasciare aperta la porta della nostra bottega ha fatto in modo che una realtà come quella della Fondazione Veronesi abbia deciso di proporci questa bellissima collaborazione. Ci teniamo a valorizzare in ogni modo il nostro lavoro e ancora di più se il nostro impegno può essere di tangibile aiuto a una nobile causa come quella sostenuta dal progetto “Pink is Good”.  Da qui è partito tutto, abbiamo deciso di trasformare il nostro Boe in versione Pink e con lo slogan “PRENDI IL TORO PER LE CORNA”  acquistando il BOE PINK si diventa portavoce di un impegno legato alla ricerca e l’amore per la prevenzione contro il tumore al seno.

Chi sono Andrea e Vittorio fuori dal lavoro?
Più che un lavoro la nostra è una vera e propria passione. Ricerchiamo continuamente, osserviamo e siamo attenti agli stimoli esterni. In fondo la prima fonte di ispirazione per chi fa design e artigianato é lo stesso mondo che ci circonda. Nel privato si potrebbe dire che siamo due bravi padri di famiglia,  ma è meglio che siano le nostri mogli a definirci tali, scherzi a parte, siamo genitori di due splendidi figli, Maria e Nicola che con i loro 5 anni in due ci danno tanti stimoli e gratificazioni.

Qual è la canzone (o album) che rispecchia al meglio l’anima dei vostri lavori?
Qui scatta la controversia, la musica è molto soggettiva e ognuno di noi la vive in maniera diversa. Spaziamo dall’hard rock all’alternative fino al classico reggae passando per le musiche più ricercate come il jazz dei nostri Palo Fresu e Gavino Murgia. Difficile definire un album, ma per stare in tema di campanacci il fantastico ” Hells Bells ” degli ACDC in officina potrebbe darci il ritmo giusto!

La felicità è…?
Poter fare quello che piace, seguire le passioni e farne un lavoro senza mai sentirsene schiavi ma parte viva e attiva. È poter costruire il futuro nel presente, giorno dopo giorno con la certezza di amare quello che si fa.

Consigliateci dei “must have” della vostra terra!
La Sardegna della memoria e quella degli artigiani, quella che riesce sempre a raccontare una storia. Tutta la Sardegna ha mantenuto una sua identità forte, che va saputa scoprire. E, sicuramente, tutta l’enogastronomia, anima dell’ospitalità e della cultura.

Progetti futuri?
Per ora tante cose bollono in pentola, presto ci sarà la presentazione del nostro nuovo catalogo ma per saperne veramente di più l’unico modo è seguirci tra i vari social e sito e scoprire cosa succederà.

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Claudia Tornatore

Sognatrice, a tratti poggio i piedi sulla terra e ogni tanto salgo sulla luna. Laureata in scienze umanistiche, considero l’arte il fulcro della (mia) vita. La mia tesi? Arteterapia. Scrivo di fotografia, mi diletto con essa : è nella mia vita da che ho memoria, in fasi e forme differenti. Amo il colore, il tè nero, gli incontri inaspettati, i sorrisi, la voglia di cimentarsi in cose nuove e la mia bellissima Sicilia.

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