“I was trying to create a pre-human form in landscape without any trace of humanity…”
Ispiratosi alle opere del fotografo francese Hans Bellmer, Frédéric Fontenoy dal 1988 incentra il suo lavoro fotografico sulla rappresentazione del corpo umano. Il suo tratto distintivo è la distorsione di quest’ultimi, catturati fugacemente in quello che è “elemento madre” per eccellenza: la natura.
Nato nel 1963 in Francia, dal 1987 vive stabilmente a Parigi e ad oggi ha esposto in giro per tutto il mondo. I suoi primi lavori comprendono spaccati di spazi naturali e urbani ma anche serie dedicate alla corporeità umana, declinata in modo attento e del tutto originale, spesso crudo e delicato insieme. Nella seconda parte della sua carriera, invece, il fotografo ha sviluppato il lavoro “Chambre noire”, a mio avviso degno di nota, divenendo così uno tra i maggiori esponenti contemporanei nell’ambito dell’arte erotica. Frédérec Fontenoy parla della sua Chambre noire come un “luogo di libertà”, descrivendola come un “posto chiuso il cui unico vero limite è l’immaginazione”, e all’interno del quale, come lui stesso afferma, “si può giocare con la propria identità”.
Sapete com’è iniziato tutto? Un giorno decise di scoprire maggiori informazioni su suo nonno, figura di cui la famiglia non ha mai parlato. Riuscì a scovare numerosi dettagli interessanti, primo fra tutti il fatto che la moglie (quindi la nonna del fotografo) fosse l’amante di Hans Bellmer, proprio colui a cui egli si ispirò! Avrebbe voluto girare un film su quanto nascosto dalla propria famiglia e poi da lui scoperto, ma fu proprio essa ad impedirglielo e così decise di elaborare e raccontare questa vicenda con il mezzo espressivo per lui più facile: la fotografia.
Parallelamente a questo lavoro sviluppa ‘Metamorphosis’, realizzato con una macchina fotografica panoramica; come suddetto la sua peculiarità consiste nel distorcere i corpi umani, ritraendoli nudi e immersi unicamente nella natura. Paesaggi marini o di montagna, ampi spazi verdi sullo sfondo, sono questi gli scenari caratterizzanti le fotografie di Fontenoy, intrise di originalità e virtuosismo tecnico. Si tratta nella maggior parte dei casi di autoritratti realizzati, come l’autore stesso racconta, compiendo una breve danza di massimo tre secondi dinnanzi l’obiettivo con lo scopo di rappresentare una fugace presenza umana in uno scenario priva di essa. La visione fotografica risulta continuativamente rappresentata in chiave ironica, quasi a sbeffeggiarsi della dimensione umana. Queste immagini hanno un sapore etereo, di tempo fermato e sospeso, di qualcosa di assolutamente primordiale e curioso.
Lo si può considerare come un’artista elegante, dalla ineccepibile conoscenza e intelligenza creativa, dalla stimolante visione del mondo.
Claudia Tornatore
Sognatrice, a tratti poggio i piedi sulla terra e ogni tanto salgo sulla luna. Laureata in scienze umanistiche, considero l’arte il fulcro della (mia) vita. La mia tesi? Arteterapia. Scrivo di fotografia, mi diletto con essa : è nella mia vita da che ho memoria, in fasi e forme differenti. Amo il colore, il tè nero, gli incontri inaspettati, i sorrisi, la voglia di cimentarsi in cose nuove e la mia bellissima Sicilia.