A colpi di luce 3.0: Antonio Miucci


 

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Ciao Antonio, la prima cosa che ti chiedo è di parlare di te attraverso due scatti: fotografa ciò che hai in tasca e dove ti trovi adesso, raccontaci se (e perché) rappresenta il posto in cui vorresti essere.
Sono in Accademia, in Brera, perché è l’università che frequento (studio Arti Visive e Digitali) e oggi dovevo essere qui perché ho avuto l’ultimo esame della sessione invernale. Adoro l’Accademia: maestosa dal punto di vista architettonico, magica per la sua storia e per i grandi artisti che hanno studiato qui, si respira aria di libertà, arte e sperimentazione.
E ovviamente la Pinacoteca. Mi ci perdo sempre quando ho ore buca di lezioni.

Discuto sempre su quale sia il significato di bellezza, che per me è sempre soggettivo, mi dici il tuo?
Non ho mai avuto un concetto fisso di bellezza.
Riesco a vedere il bello in qualsiasi cosa che mi colpisca, anche il più piccolo dettaglio, pur sempre comunichi qualcosa.
Mi piace la bellezza espressiva, particolare, strana, inusuale.
Ognuno ha intrinseco dentro di sé quella carica di bellezza che sia estetica o spirituale o entrambe che aspettano solo di mostrarla agli altri.
Allo stesso tempo adoro anche la bellezza classica, pulita, dolce e raffinata.
Ad esempio, sto portando avanti un progetto fotografico, “AESTHETICS”: ho sempre amato la scultura classica greca e romana e la scultura neoclassica. Trovo sia incredibile come da un blocco di marmo o bronzo che sia, artisti-scultori come Michelangelo, Bernini, Donatello e Canova siano riusciti ad estrarre tale forza e perfezione nelle forme.

Cosa pensi della moda e del rapporto che ha con la fotografia, nel senso, è importante esprimere un capo attraverso la fotografia? In che misura?
La fotografia di moda diventa un genere a tutti gli effetti nei primi anni del Novecento, e i suoi stili si evolveranno con il progredire del mezzo stesso.
Le prime fotografie di moda scattate da Edward Steichen risalgono al 1911, quando a Steichen fu commissionato di illustrare un articolo intitolato “L’arte dell’abito”, ispirate all’arte orientale.
L’articolo era dedicato allo stilista Paul Poiret e infine le fotografie furono pubblicate su “Art et Decoration” accanto alle celebri illustrazioni di moda di Georges Lepape.
La fotografia di moda può essere considerata un’arte ibrida, non è solo un piacere per gli occhi, ma una sfida e anche una provocazione: basti pensare a Helmut Newton, Irving Penn, Erwin Blumenfield e Peter Lindbergh che con le loro iconiche fotografie sono entrati a fare parte della nostra storia culturale e hanno costruito un iconico linguaggio artistico vero e proprio, hanno innalzato i concetti di moda, bellezza e femminilità facendoli diventare eleganti, seducenti, scandalosi e potenti.

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Che hai in mente quando realizzi un concept per le tue foto? Quali sono le tue influenze, da chi o cosa trai ispirazione?
Quando realizzo un concept penso a quale emozione debbano suscitare le mie fotografie, ai miei colori preferiti, alle sensazioni, alla luce, cosa voglio vedere io e cosa voglio percepisca chi le guarda. Di solito faccio sempre degli schizzi a mano per avere bene chiare le idee.
Le mie influenze sono diverse a seconda di quale lavoro sto realizzando ma, in genere, variano dalle mie esperienze di vita a ciò che vedo intorno a me, dall’arte (adoro il Simbolismo e il Surrealismo) alla moda, dai grandi autori del passato alla fotografia contemporanea (i miei preferiti sono Annie Leibovitz, Steven Klein, Mario Testino, Tim Walker e Sølve Sundsbø), dalla cultura pop a un libro o ad una rivista che ho letto, dalla musica al cinema.

Che ne pensi della fotografia in italia? Credi che ci sia spazio in questo paese per riconoscere artisti fotografi?
Penso che la fotografia italiana abbia dei validi autori quali Giovanni Gastel, Piero Gemelli, Toni Thorimbert, Ferdinando Scianna, Mario Sorrenti, Paolo Roversi, Marco Glaviano, Oliviero Toscani, Marco Glaviano, Sergio Caminata, Gabriele Basilico, Paolo Pellegrin, Olivo Barbieri, Gian Paolo Barbieri, Letizia Battaglia, Ugo Mulas e tanti altri.
Credo che sia difficile ma non impossibile: fortunatamente i social network sono un’ottima vetrina per farsi conoscere, ma non basta solo questo. Bisogna avere una forte dose di conoscenza, cultura, voglia di sperimentare ed essere sempre aperto ai cambiamenti.

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Com’è fotografare le modelle, che rapporto si crea durante gli shooting, cosa ti rimane?
Cerco di metterle a loro agio, prima facciamo un po’ di conversazione per conoscerci meglio, in modo tale da capirle e osservarle con attenzione quali sono i loro lati migliori e cosa suscitano il loro volto e il loro corpo.
Deve esserci uno scambio di pensieri, deve esserci empatia e tutto sarà più naturale e spontaneo, per far sì che io riesca a catturare la loro Persona. Dopo uno shooting è soddisfacente vedere la loro felicità quando riguardiamo le fotografie, è soddisfacente per me essere riuscito a cogliere chi esse sono.

Che cosa fai invece quando non fotografi? Come passi il tuo tempo libero?
Mi capita raramente di non fotografare, però in genere vado a vedere mostre, post-produco foto, leggo, ascolto musica o guardo un sacco di film. Cose che credo facciamo un po’ tutti.

Se dovessi partire per un viaggio oggi, cosa porteresti nel tuo zaino e cosa lasceresti a casa?
Porterei, ovviamente, la mia Canon con gli immancabili obbiettivi, il carica-batterie, tante memory-card e il mio iPod.
Lascerei a casa vestiti superflui.

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Un sogno ricorrente, uno irrealizzabile e uno espresso. Raccontaceli.
Un sogno ricorrente è quello di riuscire a realizzarsi come fotografo e come persona, di unire la passione e gli studi al lavoro, di non perdere mai la speranza, di sperimentare sempre e di conoscere più cose possibili e visitare più luoghi possibili.
Un sogno irrealizzabile è quello di riuscire a volare, ma purtroppo mi sembra alquanto impossibile.
Un sogno espresso… Che mi passi il mal di schiena che ho da stamattina.

Ho chiesto per un anno, a tutti I fotografi, quali fossero I loro progetti futuri, ho deciso di cambiare e chiederti, cosa vuoi fare oggi e cosa farai veramente?
Voglio continuare a fotografare, estrapolare bellezza da tutto più di quanta ce ne sia, continuare ad imparare, a conoscere, a sviluppare le mie idee e i miei progetti e sostenerli fieramente. Parallelamente finire gli studi e laurearmi.
Cosa farò veramente? Cercherò, con tutto me stesso, di portare a termine le cose qui sopra citate.

Intervista conclusa, prima però, consigliami un film, un libro, un disco e un fotografo.
-Deserto Rosso di Michelangelo Antonioni
-Il Sapore della Gloria di Yukio Mishima
-The Essential Philip Glass di Philip Glass
-Gabriele Croppi

 

Ringrazio Antonio Miucci per la sua disponibilità, qui il link al suo sito: http://antonio-miucci.tumblr.com/

 

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Giuliana Massaro

Giuliana Massaro, 26 anni, studentessa di lettere moderne da un po', lunatica da sempre. Penso troppo, parlo poco, faccio foto.

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