A colpi di luce 3.0: Klim Kutsevskyy


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Ciao Klim, la prima cosa che ti chiedo è di parlare di te attraverso due scatti: fotografa ciò che hai in tasca e dove ti trovi adesso, raccontaci se (e perché) rappresenta il posto in cui vorresti essere.
Sono in macchina, parcheggiato sotto casa mia. Vivo nella periferia di Roma Nord, appena fuori dal Raccordo Anulare. Un quartiere tranquillo, isolato, ma non è assolutamente il posto in cui vorrei essere. Per il semplice motivo che sono stanco della monotonia e del caos (ingiustificato e monotono anch’esso) di questa città. C’è sempre l’impressione che accadda sempre qualcosa rimanendo tutto com’è. Nell’aria si respira il disagio e l’inadeguatezza (oltre allo smog causato dall’eterno traffico nella città eterna)

Cos’è per te “nicely in b/w“? Com’è la tua concezione di fotografia?
Comincio col risponderti alla seconda domanda, quella più “fastidiosa” e difficile. Concepisco la fotografia come visione personale di ciò che vorrei vedere, unificata a ciò che vorrei far vedere agli altri di aver visto. Un elaborato di immagini e scene/situazioni nella mia testa, che poi idealizzo attraverso lo scatto. Uno scatto che racchiude un personale punto di vista, una visione di cose e di corpi. Allo stesso tempo è una documentazione di esperienze vissute, emozioni provate; al pubblico interessa sopratutto questo. Tutto ciò lo concentro nel mio “progetto” nicely in b/w, relazionato esclusivamente al corpo femminile (ed a volte anche qualche autoscatto).

La tua concezione personale di eros, sesso e femminilità? Sono cose che chiedo sempre perchè vorrei approfondire e capire come un fotografo vede la donna che sta fotografando, se la vede come una donna, un semplice soggetto fotografico o altro, quanto di te infine, c’è dietro le tue foto, oltre al tuo occhio?
L’eros non potrebbe esistere senza la femminilità e il sesso non potrebbe esistere senza l’eros. Sono concetti strettamente legati tra di loro. Quel che cambia è la visione personale che abbiamo di ogni singolo elemento. Perché dico che la femminilità è intrinseca nella mia concezione dell’eros? Senza quella  anche gli uomini potrebbero essere sessualmente affascinanti (non ne dubito che ce ne siano, magari uno su mille), pieni di carica erotica. Il sesso è lì dove c’è quella carica, un modo per esprimerla e darla in assaggio a qualcun altro.
Nei miei scatti a volte cerco di trasmettere questa mia visione, che spesso non diventa più solo mia ma anche di colei che si trova di fronte all’obiettivo. La donna nelle mie prime foto è stata un semplice soggetto da fotografare, lo ammetto. Ci sono voluti un anno e qualche mese per riuscire a cogliere l’essenza di ognuna ed arrivare ad oggi, dove l’identità di ogni modella che fotografo è messa sul primo piano.

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L’esperienza più bella che hai vissuto mentre scattavi fotografie, e una invece che hai vissuto di recente mentre NON scattavi foto.
-Era una giornata di inizio settembre, calda ed afosa. Stavamo scattando in una camera piccola e chiusa. Entrambi stremati e sudati (nessuna allusione sessuale). Ad un certo punto la modella mi fa: “sai che forse nel frigo ho una birra fredda?” L’eden.
-Farsi rubare il cellulare, accorgersene dopo qualche minuto e rincorrere il rapinatore strappandogli il telefono dalle mani mentre lo stava smontando. Dopo esperienze del genere si impara a dar valore alle cose che si hanno. Che siano materiali o astratte.

Come passi il tuo tempo libero?
Non credo di avere una mia vera e propria concezione del tempo libero. Cerco contantemente di unificare il piacevole all’utile, sia per le cose che faccio (foto ad esempio) sia per lo studio. Generalmente comunque ascolto musica, tanta musica. Vado alla ricerca di essa come un appassinato di tartufi vaga per i boschi con il suo fedele maiale da tartufo. Guardo molti film e serie TV, sempre più spesso di registi asiatici. Frequento spesso mercatini dell’usato, collezionando fotolibri e manuali di fotografia di nudo anni 60-80 (reperibili spesso a meno di 50 centesimi a volume). Qualche volta scrivo, annoto le cose e poi me le perdo.

Se dovessi partire per un viaggio oggi, cosa porteresti nel tuo zaino e cosa lasceresti a casa?
Dipende dal viaggio, dipende per quanto tempo e dove. Sicuramente e scontatamente porterei la fotocamera con qualche memory card in più. Usere uno solo zaino, lasciando a casa vestiario superfluo ed elementi di distazione come il computer portatile. Porterei una aggenda dove annotare esperienze ed incontri. Ma come ho detto dipende dal viaggio.

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Un sogno ricorrente, uno irrealizzabile e uno espresso. Raccontaceli.
Il sogno ricorrente è quello di riuscire a realizzarsi, sia come fotografo che come persona. Riuscire ad esprimere quello che ho dentro e perché no, magari anche di farsi comprendere.
Di sogni irrealizzabili non ce ne sono. Certo, se ora comincio a sognare di andare sulla Luna non è detto che ci riesca. Insomma basta essere quel minimo realisti e razionali.
Quello espresso mh. Riuscire ad avere le attenzioni di una persona vale?

Ho chiesto per un anno, a tutti I fotografi, quali fossero I loro progetti futuri, ho deciso di cambiare e chiederti, cosa vuoi fare oggi e cosa farai veramente?
Oggi voglio riuscire a seguire i miei studi parallelamente alla mia passione per la fotografia. Portare avanti il progetto, dando vita a nuove idee, promuovendo il mio lavoro nelle gallerie ed esposizioni collettive. Insomma mantenere un profilo basso, non avere troppe pretese ed aspettative da tutto questo.
Il futuro è ampio, troppo ampio per capire cosa voglio da esso, oggi.

Intervista conclusa, prima però, consigliami un film, un libro, un disco e un fotografo.
-Old Boy di Park Chan-wook (consiglio anche gli altri due della trilogia della vendetta di cui fa parte, spesso sottovalutati e comunque poco conosciuti).
-Libro dell’inquietudine di Fernando Pessoa.
-Da Qui dei Massimo Volume (in verità ci sarebbe da consigliare la loro intera discografia).
-Arno Rafael Minkkinen.

Ringrazio Klim Kutsevskyy per la sua disponibilità, qui il link al suo sito: http://nicelyinbw.tumblr.com/

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Giuliana Massaro

Giuliana Massaro, 26 anni, studentessa di lettere moderne da un po', lunatica da sempre. Penso troppo, parlo poco, faccio foto.

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