Ci sono degli artisti straordinari con i quali appena si entra a contatto, anche solo visivo come nel caso dell’ospite di questo martedì, ti fanno scattare qualcosa dentro molto simile all’amore che sboccia a prima vista, un senso irrefrenabile di desiderio di conoscenza che non si può frenare ma solo vivere fino in fondo. Ecco, l’artista di oggi fa parte di questa categoria fantastica di creativi che bisogna continuare a tenere d’occhio perché credo che abbia molto talento da vendere. Prima di spulciare le immagini delle sue opere lasciatevi raccontare un pò di lei.
Joanne Nam è un’artista coreana che attualmente vive a Los Angeles, è una grande appassionata di fotografia ma la sua arte è la pittura, il mezzo con il quale esprime esprime meglio il suo mondo interiore fatto di ricordi e sogni, due costanti fondamentale che nel suo percorso artistico l’hanno spinta verso la creazione delle sue bellissime opere che qui di seguito vi propongo.
In alcune interviste lette qualche tempo fa, giusto qualche settimana prima di presentarla a voi oggi, emerge con chiarezza la sua dipendenza emotiva dai ricordi legati alla sua infanzia, quella trascorsa nella sua casa immersa nel bosco, tra i rumori della natura, il silenzio della notte interrotto solo dai versi degli animali notturni, ricordi che in età adulta si trasformano presto in un indizio fondamentale se si vuole cercare di capire a fondo la sua arte poiché in molte opere appare evidente il richiamo a quell’ambiente naturale particolarmente amato che non fa da sfondo bensì si interseca con le protagoniste delle sue creazioni, delle splendide fanciulle sognatrici, sempre un pò distaccate, mai in cerca dello sguardo dell’osservatore, anzi sempre protese verso un mondo che non si può raccontare con i loro occhi ma si può solo immaginare con l’aiuto della fantasia.
E proprio queste dolci fanciulle quasi sempre vestite di bianco, le quali sembrano angeli che hanno perso la loro innocenza potrebbero provenire dai sogni della loro creatrice che nelle stesse interviste di cui sopra descrive la sua dipendenza dai sogni e dagli incubi che la assalgono ogni giorno, costantemente nella sua ricerca artistica ma invece di preoccuparla in realtà l’aiutano a restare sveglia e a conoscere meglio il mondo che la circonda e soprattutto le consentono di dare alle sue opere una certa carica di colore messa ancora più in evidenza dall’uso del gioco tra luci ed ombre che si intaglia sulle superfici dove fa aderire la massa cromatica che spennella lievemente fino a creare quello strano effetto di fotografia che rende tutto ancora più mistico e surreale, mentre i visi dei suoi personaggi somigliano a bambole di porcellana eteree o danzatrici su un palco e che mi ricordano da lontano le splendide creature di un’altra artista coreana, ovvero Amy Sol della quale vi ho parlato molti martedì fa.
Eva Di Tullio
Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!