Nella sua bio Alfredo Vanotti cita lo scrittore e storico Robert Byron, che (tra gli addetti ai lavori) ha in qualche modo dettato un immaginario codice deontologico, un giuramento di Ippocrate per architetti e progettisti che, presi da se stessi, dalla loro arte e dalle smanie acchiappasoldi degli imprenditori, negli ultimi anni hanno letteralmente distrutto l’urbanistica delle città :
Le Gallerie devono essere visitate, i libri devono essere aperti. Gli edifici invece sono sempre con noi. La democrazia è un fatto urbano e l’architettura è la sua arte
Nei suoi lavori Alfredo, fondatore di EV+A Lab Atelier d’Architettura & Interior Design, ricerca in maniera estremamente viscerale il rapporto tra architettura e paesaggio, studiando attentamente l’utilizzo dei materiali e ponendosi in una condizione rispettosa nei confronti delle preesistenze,
Casa VI, realizzata sulle Alpi Orobie a circa 1000mt di altitudine, era un rudere che aveva bisogno di essere trasformato in un’abitazione vivibile, dominata dalla luce e in grado di valorizzare il meraviglioso contesto nel quale è stata costruito.
Tetto ad una falda quindi, che grazie ad uno studio sull’esposizione luminosa e all’inserimento di appositi lucernari, ha irrorato l’abitazione con un’ottima luce (coadiuvata da quattro enormi finestroni in facciata che regalano “cartoline” mozzafiato).
All’interno il legno di larice, in combinazione con il ferro e il calcestruzzo, oltre ad evidenziare l’ottimo gusto del progettista, denotano la ricerca fatta sui materiali volta ad un’architettura sostenibile e un’artigianalità che trova la sue estrema esternazione negli arredi che lo stesso Vanotti ha progettato e fatto realizzare (il camino, il tavolo, le sedute, la scala, il bidet, il vaso e il lavandino).
All’esterno un rivestimento in pietra locale dona matericità a quest’esempio di architettura montana che dimostra ancora una volta, che fare Architettura (quella vera, che guardi all’uomo e non all’ego dell’architetto) è ancora possibile. Ma bisogna ripartire da quegli spazi intimi, personali, da quelle quattro mura che chiamiamo CASA.
Alessandro Rossi
Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.