Da quando in tv è un flusso continuo di ricette, cucina, chef, stelle, stelline, piatti, rivisitazioni, cucine (da incubo), expo e ristoranti, quasi da mandare in overdose di cibo senza aver assaggiato nulla, mangiare sembra non più una necessità (come lo era per i miei nonni, che nel dopoguerra sognavano cibi commestibili persino la notte), ma una vera e propria esperienza gastro-narrativa in cui la costruzione del piatto è parte integrante del Nirvana che vai cercando quando sei a tavola.
Un Nirvana che in fondo si raggiunge ascoltando storie che sanno farti amare gli ingredienti, ma anche tutto quello che c’è dietro a piatti tanto buoni quanto bizzarri che si chiamano “ops mi è caduta la crostata” o “Sogno di un bambino che ruba la crosta delle lasagne” come quelli di Massimo Bottura.
Unendo le abilità narrative a quelle del videomapping (che di fatto amplifica in maniera esponenziale il valore e la multisensorialità dell’esperienza stessa), i ragazzi del collettivo Skullmapping, hanno messo su una serie di video (due al momento) che ti raccontano attraverso un piccolo chef (le petit chef, per l’appunto) la favola di un piatto.
La mappatura sfrutta l’intera superficie del tavolo, coinvolgendo persino coltelli e forchette e regalando ai commensali l’occasione di soffermarsi sull’assaggio visivo, per poi passare, preparati, a quello gustativo.
Alessandro Rossi
Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.