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Martin Waltz, la street photography che fa venire ...

Martin Waltz, la street photography che fa venire voglia di fotografare


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Un uomo. Una macchina fotografica. Una serie di click che si susseguono. L’otturatore si apre, il diaframma regola la luce come un rubinetto e tutto si blocca per sempre. L’unico limite? La realtà. Avessi detto niente! Eppure da dove vengono tutte le creature misteriose e le sagome tra l’asfalto e le architetture urbane che vedete in queste foto?

Apro l’anno di Organiconcrete con l’esercizio apparentemente più semplice da fare con una camera tra le mani, la street photography. Una categoria molto abusata negli ultimi tempi che, però, riesce a sgretolare i sogni di gloria che vengono a galla con qualche like sui social mettendoci davanti progetti fotografici seri e soprattutto seriali. Il mio uomo si chiama Martin Waltz.

Se le tue foto non sono abbastanza buone, vuol dire che non sei abbastanza vicino

Il buon Capa aveva ragione. L’attimo si può prendere in prestito senza essere visti, da lontano, ma non è questo il caso: la mia impressione davanti alle foto di Martin è che lui non si curi per nulla di essere notato, anzi, quasi si scaglia contro i suoi soggetti: alcune delle sue foto sono come una spallata ad una persona che procede verso il lato opposto, altro che ladro di vite, lui si fa trovare con tutte le mani nel sacco!

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Le sue macchine fotografiche le conosco da un’intervista che lessi tempo fa, ma non ve le elenco perché nella street photography sono probabilmente l’ultima cosa a cui si dovrebbe far caso – anche io cado sempre nello stesso errore -. Sia pellicola che digitale, ci basta sapere questo.

Berlino diventa un teatro perfetto per mettere in scena un’umanità quasi strabordante che viene colta alle perfezione in questi scatti. Lo stile di Martin Waltz è mutevole, molte delle foto sono agitate, vive, dinamiche e quasi si prova l’imbarazzo vissuto da chi è stato eletto protagonista. Molte altre sono condizionate dalle geometrie della città, un frame nel frame. I tessuti molli degli essere umani contrastano con la durezza del cemento. Il bianco e nero è potente, non esiste alcun grigio come compromesso, mentre il colore sì, a volte.

Anche Martin utilizza Instagram come piattaforma di condivisione, ma la sua filosofia da street photographer non lascia spazio a filtri o quant’altro. Non c’è nessuna realtà abbellita superficialmente, ma solo l’essenza di chi sta davanti all’obiettivo e specialmente i suoi ritratti sono un esempio concreto di quello che sto dicendo. É solo così che può venire fuori la bellezza innata di ognuno, quella unicità che ci rende speciali. La perfezione? É fiction!

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Eugenio Caterino

Nato a Napoli, laureato a Roma, scappato a Berlino dove conduce una vita che ha imparato a pedalare da sola. Da bambino, le caldi e noiose estati in casa lo mettono davanti a un bivio: le repliche di Italia1 o la storia del cinema, la fotografia e l'arte. Superquark addicted, quando ha dei problemi pensa a quanto essi siano insignificanti in relazione alla grandezza dell'universo.

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