Ciao Alessio, la prima cosa che ti chiedo è di parlare di te attraverso due scatti: fotografa ciò che hai in tasca e dove ti trovi adesso, raccontaci se (e perché) rappresenta il posto in cui vorresti essere.
In tasca non ho niente perché sono al volante sulla A1 e sto andando da Perugia a Milano, tra l’altro la strada è completamente piena di nebbia, quindi è abbastanza anche rappresentativo anche del tipo di foto che faccio, paradossalmente, ma non posso mettermi a fotografare perché sennò mi tolgono la patente, se è il posto dove vorrei essere? Sì. Perché è la strada che mi porta a seguire i passi della fotografia che sto intraprendendo, sto andando a Milano a fare un’intervista con la rivista “il fotografo“, sono abbastanza contento poi vediamo cosa ne esce, e sono una persona a cui è sempre piaciuto viaggiare, quindi sì, sono contento.
Una definizione tua di ‘ritratto’, ‘femminilità’ e ‘fotografia’, come interpreti questi elementi nel tuo modo di vedere le cose?
Sicuramente il ritratto, dal mio punto di vista è meno la persona ritratta, più me stesso, nel senso che il singolo headshot personale magari è solo una questione estetica dove cerco di rendere il soggetto al meglio, ma il ritratto per come lo intendo io è più una riflessione del mio stato d’animo nella fotografia, infatti le mie serie più care sono quelle dove il soggetto è meno riconoscibile ma inquadrato in una situazione ed atmosfera particolare. La fotografia per me è questo, a prescindere dal fatto che ultimamente è diventata un lavoro, riguarda comunque uno stato d’animo, una voglia di esprimere e tirar fuori qualcosa che ho tenuto dentro per troppo tempo, un modo di riempire dei vuoti della mia vita che sono stati anche molto importanti per l’ispirazione e sono contento che la fotografia mi abbia aiutato.
Com’è il rapporto con le donne che fotografi? cosa cerhi in particolare da raccontare, fermare?
Il rapporto con le donne che fotografo è ottimo, con molte di loro ho instaurato rapporti bellissimi di amicizia personale, alcune sono diventate mie migliori amiche, alcune sono diventate storie importanti.
Cosa cerco di raccontare? come ho detto prima generalmente cerco di raccontare uno stato d’animo, una sensazione, un’atmosfera, che non sempre corrisponde al soggetto ma molto spesso è il mio stato. Mi sono trovato meglio con le ragazze con cui condividevo delle esperienze a livello di emozione.
Da dove trai le idee per le tue serie fotografiche? e chi o cosa ti ispira nella creazione dei tuoi scatti?
L’ispirazione per gli scatti proviene molto dalla musica, dai libri, dai film ma principalmente dalla musica, perché essendo molto legato all’atmosfera, per le foto che faccio, mi trovo spesso ad avere idee neanche troppo elaborate, però semplicemente pensando al tipo di atmosfera in base a ciò che un disco mi trasmette, infatti i momenti migliori per ispirarmi sono nei miei viaggi in italia o all’estero.
Quali sono le cose che ti fanno star bene?
Le cose che mi fanno star bene sono il cibo, gli amici , i viaggi, la musica, devo pensarci un po’ meglio ma in linea di massima è questo, e poi dirti ‘la fotografia’ mi sembra scontato.
Se dovessi partire per un viaggio oggi, cosa porteresti nel tuo zaino e cosa lasceresti a casa?
Sono già partito e mi sono portato dietro il computer, la macchina fotografica, un 50mm e un 85mm, mutande e calzini, perchè non vado così sfornito :) in linea di massima cerco di viaggiare con un corredo basico e leggero. alle volte mi basta il 50mm, scatto solo con ottiche fisse e questo mi da la possibilità di fare un po’ tutto.
Un sogno ricorrente, uno irrealizzabile e uno espresso. Raccontaceli.
Data la mia terribile paura di perdere il controllo ho un sogno ricorrente, ad esempio quello di cadere nel vuoto, non riuscire ad evitare situazioni, nell’impossibilità di frenare una macchina in corsa, anche se queste sono paure personali più che sogni ricorrenti, per quanto riguarda gli irrealizzabili, mi piacerebbe un sacco andare su pianeti sconosciuti, anche perché sai che bello che sarebbe fare delle foto là? Già su marte andrebbe benissimo. uno espresso? non lo so, devo pensarci un attimo.
Ho chiesto per un anno, a tutti i fotografi, quali fossero i loro progetti futuri, ho deciso di cambiare e chiederti, cosa vuoi fare oggi e cosa farai veramente?
Mi piacerebbe che la fotografia diventasse un lavoro a lungo termine, in questo periodo ci sto riuscendo e devo dire che io vengo da una formazione diversa perché sono laureato in biotecnologie mediche, ho una laurea triennale e una specialistica, un master in nutrizione, faccio e ho fatto il nutrizionista come lavoro principale, la fotografia è iniziata da circa un anno e ho aperto una partita I.V.A., mi piacerebbe diventasse un lavoro anche se ho timore di perdere la passione e la spontaneità che mi porta a farla, però per adesso mi sto trovando molto bene anche a livello commerciale, riesco a fare quello che voglio senza avere il peso delle imposizioni necessarie dei clienti.
Consigliaci un libro, un film, un disco e un fotografo.
Questa di consigliare è abbastanza complicata, nel senso che ne ho diversi e dirne unoforse mi risulta difficile, un libro che mi ha influenzato molto a livello anche di ispirazione fotografica e non è un libro è una serie e si chiama “la torre nera” di Stephen King, ora magari uno pensa Stephen King e lo collega alle storie Horror, in realtà è una cosa un po’ diversa, è una sorta di fantasy con elementi western ed horror, e mi ha ispirato una serie fotografica che da poco ho concluso, una delle poche che ho concluso, ispirata a un personaggio di quel libro.
Film, un bel problema perché ne ho tantissimi, gli ultimi che mi hanno ispirato molto sono: “Interstellar”, che chiaramente non posso consigliare perchè penso conosciutissimo, però mi è piaciuto molto sia per la colonna sonora che per me è molto importante, per la fotografia e la direzione artistica, ad esempio un’altro che ho visto da poco si chiama “I origins”, un’altro ancora che consiglio per la fotografia è The Babadoock, ho una passione per i film horror e questo l’ho visto due volte in lingua originale e in italiano, è girato bene e una direzione fotografica molto ben fatta.
Se ti devo consigliare un fotografo anche qui è un bel problema, ma la mia prima fonte d’ispirazione quando ho cominciato a fotografare, è una rgazza che poi ho conosciuto, è Marta Bevacqua, facciamo delle foto che non si discostano tantissimo a livello di soggetto, composizione, magari la differenza è che lei è più una storyteller, io mi occupo di attimi singoli o comunque di descrivere stati d’animo. Ti consiglio anche Michal Pudelka, Tim Walker, Eugenio Recuenco, Paolo Roversi, Ann Leibovitz, ne ho tantissimi.
Ringraziamo Alessio Albi per averci concesso l’intervista. Qui il link al suo stream Flickr: https://www.flickr.com/photos/alessioalbi/
Giuliana Massaro
Giuliana Massaro, 26 anni, studentessa di lettere moderne da un po', lunatica da sempre. Penso troppo, parlo poco, faccio foto.