Toshiaki Uchida aka Jiro Ban


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Ci siamo quasi ragazzi, mancano da oggi nove giorni al Natale e quindici giorni alla fine di questo 2015 che per quanto mi riguarda è stato davvero molto faticoso ma nonostante ciò anche ricco di belle sorprese e di nuovi arrivati come l’ultima fatica sfornata in redazione, ovvero la nostra buonissima Darling Mandarina che vi abbiamo presentato la scorsa settimana.

Ebbene, allora prima di andare in ferie (si fa per dire, ovviamente perché noi poveri sfigati possessori di partita iva non conosciamo la parola), voglio portarvi a cooscere un artista giapponese che fa delle cose bellissime, non poteva essere diversamente, ovvero Toshiaki Uchida aka Jiro Ban.

Toshiaki Uchida vive e lavora a Yokohama in Giappone, purtroppo non sono riuscita a trovare molte informazioni riguardanti la sua biografia ma, come potrete natare dalle immagini che vi ho allegato in queste righe, le sue creazioni sono davvero straordinarie, particolarmente intrise di elementi discordanti che però trovano la loro chiave di lettura e consentono all’osservatore di penetrare nel pensiero dell’artista che le ha realizzate.

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Dotato di una visione surrealista, la quale attinge dalle atmosfere delle immagini fotografiche del passato che ritraggono ambienti cinematografici, pubblicità, locandine, cartoline di propaganda ma anche ritagli di vecchie fotografie in bianco e nero appartenute a chissà chi, Jiro Ban riesce sapientemente a creare dei mosaici figurativi che richiamano tempi nostalgici, paesaggi non ancora toccati dalle moderne tecnologie e affascinanti nel loro essere fruibile nel medesimo istante in cui l’occhio si posa sulla superficie di cui esse sono fatte. Si tratta in definitiva di veri e propri collage fotografici a colori o, come dicevo qualche riga fa, in bianco e nero, qualche volta anche misti che inviano messaggi di ogni genere quasi in sottofondo, nascosti dietro la composizione degli elementi che formano il complesso dell’opera. Mano a mano che l’occhio si abitua al processo compositivo si attua nella mente un meccanismo che può indurre l’osservatore a scomporre prima e a ricomporre successivamente ogni elemento di ogni singola opera, posizionarli in diverse posizioni all’interno della cornice che racchiude la superficie, si potrebbe aggiungerne degli altri o semplicemente sottrarne alcuni e capire l’effetto che ne deriva dalla visione.
Proprio come uno scienziato alle prese con le sue prove in laboratorio e la scoperta di tante variabili quante le possibilità della mente umana di creare immagini sempre diverse.

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Provate anche voi a fare la stessa cosa, avvicinatevi in punta di piedi a una di queste immagini che vi suggerisco in questo pezzo e concentratevi su ogni singolo elemento, il risultato è sorprendente perché sentirete di far parte di quel processo creativo originariamente creato dall’artista che a sua volta fa suo un linguaggio fotografico ed iconico che proviene da una mente altrui. Creatore e testimone delle sue realizzazioni, Jiro Ban è uno dei migliori artisti di cui vi ho parlato in questo 2015.
E proprio con lui vi auguro uno splendido Natale e un fantastico 2016.

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Eva Di Tullio

Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!

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