Sei al microfono di una radio e devi trovare lo sketch giusto per presentarti…3….2….1…..ON AIR
“Ciao, sono Caterina.”
“Chi, scusa? Io veramente non ti conos…”
E a qui risponderei come Jim Gaffigans:”Va tutto bene, neanch’io mi conosco.” (It’s ok, I’ve never heard of me neither.)
Immagina di trovarti davanti ad un bambino e di dovergli spiegare in cosa consiste il tuo lavoro.
“Raccontare disegnando.”
Per farglielo capire, forse gli direi di prendere un foglio e di disegnare qualcosa, lasciandolo da solo per un pochino. Poi, quando ha finito, gli farei notare come ci sia un seme di storia nel suo disegno e gli direi che è quello che cerco di fare io: capire come raccontare e come farlo disegnando.
Lo starter kit di ogni illustratore comprende:
Prima di tutto qualcosa di interessante da raccontare e un’idea forte di come farlo.
Delle persone in grado di darti stimoli forti e la possibilità di confrontarsi e rimettere in discussione la propria efficacia narrativa.
Poi, in mano, tutta la “valigetta” di materiali che ognuno si sceglie, anche in base a cosa deve produrre in quel momento. Ogni storia ha le sue esigenze e influenza le scelte tecniche.
Qual è l’episodio legato all’illustrazione che ricordi con più piacere? E con più dispiacere? Ti va di raccontarceli?
Così, su due piedi, la memoria mi tradisce.
Sicuramente il momento in cui sono arrivati i primi ingaggi ha rimesso tutto positivamente in prospettiva: anche altre persone hanno visto qualcosa nel mio lavoro, dandogli quell’utilità e quella concretezza da “prodotto”.
Ti va di giocare con me? Ti spiego subito come funziona: prenderò un foglio totalmente bianco e farò tre segni a caso sopra, lo scopo del gioco è quello di, partendo da quei tre segni, dare vita ad un disegno di senso compiuto.
Per fare il disegno non avrai a disposizione mezza giornata, ma solo pochi secondi…anzi, visto che sono buona, facciamo un paio di minuti :P
Persone da tener d’occhio: una colonna dell’illustrazione e un emergente da “esplorare”.
Pensando a un panorama italiano, direi d’istinto Gipi: al di là dell’enormità del suo lavoro, dalle interviste traspaiono una lucidità e un’autoconsapevolezza rari. Sa scrivere benissimo. Tante volte, leggendolo, ho pensato: “Ecco cosa volevo dire, è esattamente quella la sensazione che non riuscivo a esprimere”.
Per gli esordienti non saprei decidermi. Ci sono così tante persone brave e tante che non conosco.
Sicuramente non mi limiterei a tenere d’occhio illustratori o fumettisti. A volte ho trovato più ispirazione in due righe di un racconto, in un’inquadratura in un film, nel soggetto di un corto, in un momento di una partita di rugby o nell’evoluzione di un personaggio di una serie tv.
Sbirciamo nel tuo futuro “prossimo”: a cosa stai lavorando in questo momento? C’è qualche progetto che hai voglia di condividere con noi?
L’ansia di rimanere senza qualcosa da fare, tipica del freelance, mi ha fatto cercare di fare il più possibile: sto lavorando non solo come illustratrice o sollevatrice di obiezioni, ma anche come storyboarder, traghettatrice di belle speranze e di progetti in cerca di realizzazione.
Sono anche metà del duo dietro a Inklist .
Inklist è un contenitore di materiale visivo. E’ una vetrina che io e Giulio Barresi abbiamo cercato di creare. Dall’altro lato della vetrina, però, – mi preme dirlo, – c’è un baretto di fiducia: un punto di incontro fra persone, tematiche e realtà italiane, un po’ meno conosciute.
Proprio in questi giorni stiamo lavorando ad Atomica , una sorta di progetto F.i.r.e.s.t.o.r.m. in collaborazione con la Scienza Coatta .
Il primo evento di Atomica sarà il 5 dicembre al Monk a Roma. Ci saranno illustrazione, scienza, teatro, coattanza, musica, maschere e varie ed eventuali. Siete tutti invitati. Promo
Final bonus question: Immagina che tutti i tuoi sogni siano racchiudibili in una tua illustrazione, che forma avrebbe questa illustrazione?
Cosa ci sarebbe disegnato dentro?
Non ho un solo obiettivo costante, sono aperta ad ogni proposta fattiva e soprattutto non ho ancora pianificato molto lontano nel futuro. Quindi riesco a risponderti solo: un orizzonte. A colori. Sia reale, che degli eventi. Forse storto, ma raggiungibile.
Ringraziamo Caterina Ferrante per la sua disponibilità e vi invitiamo a visitare il suo dito: https://www.behance.net/caterinaferrante
Marta Latini
Mi chiamo mARTa e nel mio nome è racchiusa una parte del mio mondo...amo la danza, il design, l'architettura, la pittura, il didò e adoro le bambole di pezza; ma non sono nè una ballerina, nè un ingegnere, nè un architetto, nè una pittrice, nè tantomeno una scultrice...