Ciao Alessandra, ciao Fausto, la prima cosa che vi chiedo è di parlare di voi attraverso due scatti: fotografate ciò che avete in tasca e dove vi trovate adesso, raccontateci se (e perché) rappresenta il posto in cui vorreste essere.
Ale: rossetto rosso, mai uscire senza!
Fau: xanax,sono molto ansioso!
Il posto in cui ci troviamo è la nostra casa, ed è qui che vorremmo sempre essere, perché è il nostro nido e perché qui abbiamo tutto ciò che ci serve per stare bene.
Se c’è una cosa che mi chiedo spesso, quando guardo le foto dei fotografi che intervisto è questo: come si sta quando si fotografa? Nel momento in cui si scatta, che sensazioni avete? E poi dopo, quando guardate la foto, a che pensate?
Ale: Quando si fotografa si sta in una sorta di limbo, come sospesi nella coscienza, con tutti i recettori aperti a cogliere ed accogliere la bellezza. Poi quando si sviluppa il rullino e il risultato è quello che speravi o magari ancora di più di quello che potevi immaginare durante l’attesa, le emozioni sono fortissime e travolgenti. La felicità è invadente, è pura e incontaminata come quella che si prova da bambini.
Fau: Mentre scatto anch’io entro in una sorta di limbo, se ho pensieri brutti svaniscono e se ho dolori fisici spariscono anche questi. Credo che questo avvenga perché io trasferisco ogni sensazione e ogni pulsione nel momento dello scatto. È come entrare in un’altra dimensione. Rivedendo le foto si entra in un’altra dimensione ancora. È un momento molto intimo in cui ci si analizzano e si capiscono molte cose di se stessi,un pó come andare in psicoanalisi ma senza l’ausilio dell’analista .. È altresì bello e soddisfacente rivedere le foto sia da artefice che da spettatore, si viene totalmente assorbiti dal vedere ciò che si è fatto e a cosa hanno portato quelle sensazioni e come si sono trasferite nell’immagine.
Parliamo del vostro progetto fotografico ‘HO TE’, recentemente su la repubblica ho letto che è un progetto che segue il vostro percorso fotografico: “Attraversando varie fasi si trasforma inconsapevolmente in un’analisi quotidiana della nostra personalità e della nostra emotività tramite lo studio dei corpi e degli sguardi. Evolvendoci contemporaneamente sia dietro che davanti l’obiettivo, riscopriamo e rinnoviamo la nostra passione, la nostra complicità ed il nostro amore “
com’è quindi affidare la propia coscienza alla fotografia, farla diventare perno principale di un rapporto in continua evoluzione come il vostro? Riuscite ad immaginare come sareste senza la fotografia, oggi?
Negli ultimi quattro anni la fotografia è stata ed è una cura per noi e le nostre insicurezze, un riparo dalla vita frenetica, un tramite per migliorare la nostra comunicazione e accrescere il contatto tra le nostre anime. È difficile immaginare come potrebbe essere oggi la nostra vita senza la fotografia, sicuramente molto piú dura da affrontare.
I vostri progetti sono fondamentalmente sull’eros, la nudità, il sesso, che importanza hanno per voi? e quanto c’è di voi, nei vostri lavori fotografici?
Si dice che il fotografo fotografi sempre se stesso. Nel momento in cui stai per spingere il dito sul bottone, tutto quello che sei, tutti i libri che hai letto, la musica che hai ascoltato, i film che hai visto, le esperienze che hai vissuto, vengono fuori tutti insieme, per realizzare lo scatto, all’interno della tua visione delle cose. Quindi si, nella nostra fotografia c’è il 100% di noi. Per quanto riguarda il sesso, l’eros e la nudità, siamo una coppia, ovviamente questi aspetti sono fondamentali! Stiamo insieme da 11 anni, il nostro rapporto è basato sulla fiducia e non ammette il tradimento. Per questo è molto importante tenere sempre viva la passione e inventare sempre nuovi giochi e nuove fantasie. In questo la fotografia ci ha dato molto stimolo, ci fotografiamo durante i preliminari, a volte durante il rapporto e anche appena dopo l’orgasmo. Su questo abbiamo un progetto a parte, all’interno di “Ho Te”, che si chiama “Post-coitum” ed è realizzato tutto in polaroid bianco e nero molto contrastato, proprio per rappresentare il particolare stato d’animo in cui si resta sospesi tra appagamento e distacco, nei momenti successivi all’orgasmo.
Cosa vi ispira e modifica la vostra ricerca?
Fonte primaria di ispirazione è senza dubbio la musica. In casa nostra la musica è sempre presente ed è adatta al momento che stiamo vivendo o al mood che stiamo cercando, come una colonna sonora che accompagna la nostra vita. Dopo la musica ci sono sicuramente il cinema e la fotografia stessa. Ogni giorno ingurgitiamo molte immagini, traendo ispirazione sia dai grandi maestri sia dai fotografi contemporanei.
Vivete sempre a stretto rapporto, quali sono le cose su cui non siete d’accordo, vi capita mai di esserlo e come trovate un “compromesso”?
Sì, lavoriamo sempre a stretto contatto e siamo spesso in disaccordo anche se in realtà abbiamo semplicemente due modi diversi di vedere le cose e ci rendiamo conto che il nostro vivere in simbiosi amplifica tutto. Ma con la razionalità,in un modo o nell’altro, riusciamo sempre a trovare un compromesso.
Da piccoli quando la maestra ci chiedeva cosa volessimo fare da grandi rispondevamo coi mestieri che sognavamo, il vostro è quello che avete sempre sognato? voi cosa rispondevate?
Ale: la ballerina
Fau: il punk ( anche se non è un mestiere)
Ho chiesto per un anno, a tutti I fotografi, quali fossero I loro progetti futuri, ho deciso di cambiare e chiedervi, cosa volete fare oggi e cosa farete veramente?
Il futuro è sempre incerto, a fatica cerchiamo di non pensarci, abbiamo imparato a vivere alla giornata e ad affrontare ogni giorno quello c’è. Nel nostro quotidiano la fotografia è il riparo dalla bruttezza che ci circonda.
Intervista conclusa, prima però, consigliateci un film, un libro, un disco e un fotografo.
Questa domanda è molto cattiva, quasi tragica perché per ogni categoria bisognerebbe fare una lista bella lunga .. Cercando di riassumere più gusti e più passioni in una sola scelta, ecco la nostra lista: Film: “Gummo” di Harmony Korine Disco: “Spiderland” degli Slint Libro: “Viaggio al termine della notte” di Ferdinand Céline Fotografo: Richard Kern.
ringrazio Alessandra Pace e Fausto Serafini per la loro disponibilità, qui il link al loro sito: _alessandrapace_ fausto.serafini
Giuliana Massaro
Giuliana Massaro, 26 anni, studentessa di lettere moderne da un po', lunatica da sempre. Penso troppo, parlo poco, faccio foto.