Sei al microfono di una radio e devi trovare lo sketch giusto per presentarti…3….2….1…..ON AIR
Ciao, ben trovati. Qui con voi Paola. 31 anni, pugliese, ora a Roma. Illustratrice per scelta, volontà, necessità.
Immagina di trovarti davanti ad un bambino e di dovergli spiegare in cosa consiste il tuo lavoro.
Bimbo, io descrivo le cose attraverso le linee, le forme e i colori. Così posso spiegare meglio quello che ho da dire. Si fa con tecniche speciali e mille trucchi magici. Tra questi, uno difficilissimo è il più importante: fare come faresti tu, o come avrei fatto io quando non avevo bisogno di trucchetti.
Lo starter kit di ogni illustratore comprende:
Carta, penna, mondo e un bagaglio in continuo aggiornamento di cose già viste e dimenticate, un inventario da disfare e riordinare continuamente.
Qual è l’episodio legato all’illustrazione che ricordi con più piacere? E con più dispiacere? Ti va di raccontarceli?
Con piacere, la prima pubblicazione.
Uscire da casa di proposito per comprare il giornale, sfogliarlo, trovare il mio lavoro. Un’emozione impagabile per chi fa questo lavoro. Ero a Milano, ricordo che la giornata, la città e il mondo intero mi sorridevano. Mi sentivo dentro cartoonia.
Con dispiacere ma non troppo, un episodio a scuola, in quarta elementare.
Ero stata incaricata di fare un cartellone a vignette che per raccontare una gita di classe. Avevo una settimana di tempo. Il giorno prima della consegna, in ritardo per tutto quel lavoro, escogito un piano risolutivo: quello che credevo essere uno stile “diverso”. Disegnai tutto in maniera semplificata, stilizzata come lo avrebbe fatto un bambino di
prima. Giuro che fu una scelta consapevole e ai tempi mi parve geniale! Le maestre non apprezzarono, non compresero la scelta e non fecero alcuno sforzo per dissimularlo. Io, che ero permalosa e timidissima, ci rimasi male in un modo tale che oggi ricordo ogni dettaglio di questa storia.
Ti va di giocare con me? Ti spiego subito come funziona: prenderò un foglio totalmente bianco e farò tre segni a caso sopra, lo scopo del gioco è quello di, partendo da quei tre segni, dare vita ad un disegno di senso compiuto.
Per fare il disegno non avrai a disposizione mezza giornata, ma solo pochi secondi…anzi, visto che sono buona, facciamo un paio di minuti :P
Persone da tener d’occhio: una colonna dell’illustrazione e un emergente da “esplorare”
Una colonna: banalmente Mattotti, e c’è poco da commentare.
Un emergente: Margherita Morotti. Lo sviluppo dei lavori di un solo anno lascia intravedere quello che potrebbe fare in due, in dieci, in tanti.
Sbirciamo nel tuo futuro “prossimo”: a cosa stai lavorando in questo momento? C’è qualche progetto che hai voglia di condividere con noi?
Nel mio futuro prossimo, l’ illustrazione dialogherà maggiormente con elementi di graphic-design e in generale con altre persone e competenze.
E poi, ho lavorato su molta illustrazione per motion graphic soprattutto commerciale, per lavoro ovviamente. È il tempo adesso di vedere animato qualcosa di più mio, più autoriale, non legato a esigenze commerciali.
Final bonus question: In questo periodo mi sono imbattuta nella stesura di temi e sono stata colpita dalla “sindrome da foglio bianco”. Prima di scrivere con penna indelebile la prima parola sul foglio, dopo anni di disegni al pc è stato il panico…Tu che per un po’ di tempo hai studiato Lettere Moderne prima di intraprendere l’avventura e lo studio dell’ illustrazione, come è stato e se c’è stato il passaggio da una materia per lo più teorica ad una così tanto creativa? E a te la “sindrome da foglio bianco” ha mai colpito?
Dopo il liceo artistico, mi sarebbe piaciuto studiare di più, prima e meglio illustrazione. Ma è una cosa che realizzo ora.
In fin dei conti però sento che lo studio di materie teoriche e in generale lo studio di qualsiasi cosa non può che giovare a un’attività onnivora come l’illustrazione. Tutto concorre a nutrire un bagaglio a cui si fa continuo ricorso. Tanto più se parliamo di storia, letteratura, riflessione sulla lingua: una infinita riserva di immagini e possibilità creative.
E il foglio bianco è un problema sì, ma lo è di più se non hai una matita.
Ringraziamo Paola Rollo per la sua disponibilità e vi invitiamo a visitare il suo sito: http://www.paolarollo.com/
Marta Latini
Mi chiamo mARTa e nel mio nome è racchiusa una parte del mio mondo...amo la danza, il design, l'architettura, la pittura, il didò e adoro le bambole di pezza; ma non sono nè una ballerina, nè un ingegnere, nè un architetto, nè una pittrice, nè tantomeno una scultrice...