La bellezza salverà il mondo.
Fëdor Michajlovič Dostoevskij
Il pezzo di oggi lo apro con una citazione estrapolata dall’opera del mio scrittore preferito, quel Fëdor Michajlovič Dostoevskij che oltre ad aver scritto L’idiota, dal quale ho rubato la frase, è stato il mio migliore amico in età adolescenziale quando tutto intorno a me era gretto e la noia provinciale mi stava entrando nelle ossa. Ho sopperito alla mancanza di amici a colpi di Dostoevskij, ingurgitando un libro dietro l’altro, tanta era la sete di bellezza e conoscenza che avevo a quei tempi e che ancora oggi molto spesso mi tiene sveglia. La bellezza salverà il mondo. Almeno io ci credo e voglio pensare che anche voi, assetati di bellezza, non vi lascerete ingannare dalla paura che in questi giorni sta prendendo il sopravvento e anzi, più di qualsiasi cosa al mondo, è proprio la bellezza che dovete andare a cercare perché in ogni dove c’è qualcosa di bello che aspetta di essere scoperto dai vostri occhi. Proprio come i due artisti di cui voglio parlarvi oggi, pensate non uno ma due menti creative che hanno scelto di parlare al mondo attraverso l’arte e oggi andremo a scoprirli insieme: Marion Peck e Roby Dwi Antono.
Leggendo la sua biografia ho scoperto molte cose curiose sul suo conto, oltre ovviamente alla sua brillante carriera artistica, e la prima cosa è che Marion Pack è nata a Manila, nelle Filippine, nel 1963 mentre la sua famiglia faceva un viaggio in giro per il mondo, una fortuna che di certo non capita a tutti e non tutti i giorni. La seconda notizia lampante è che proprio Marion Pack è la moglie non di un uomo qualunque ma del grande Mark Ryden, nato nello stesso anno ma in California. Il destino li fa conoscere e unire successivamente tanto che oggi i due artisti vengono definiti “il Re e la Regina del pop surrealism”. Affermare il contrario sarebbe da eretici.
Continuando a ficcare il naso nel suo affari biografici scopro che ha studiato al Rhode Island School of Design, successivamente alla Syracuse University di New York e, pensate, alla Temple University a Roma dove è venuta a contatto con la nostra cultura. Quest’ultimo aspetto, unito alla vicinanza stilistica con Mark Ryden, sono di sicuro alla base del suo surrealismo di cui oggi vi rendo partecipi fatto di paesaggi rinascimentali sullo sfondo con personaggi eccentrici e bizzarri proprio come quelli che vengono fuori dalla creatività di suo marito con il quale ha realizzato il libro Sweet Wishes.
L’altro artista di oggi è Roby Dwi Antono, nato tre decenni più tardi di Marion Peck, esattamente nel 1990 a Ambarawa, Indonesia per gli asini in geografia, anche se attualmente vive a Yogyakarta. Da qualche parte ho letto che i suoi punti di riferimento sono proprio la coppia di cui leggevate poco fa, ovvero Mark Ryden e Marion Pack, e ciò appare particolarmente evidente se provassimo, anche per pochi istanti, ad osservare le sue opere nelle quali i richiami al re e alla regina del pop surrealismo si mischiano ad osservazioni personali dell’artista: i paesaggi verdissimi e ameni sullo sfondo fanno da cornice temporale al manifestarsi delle attività che si svolgono invece di fronte agli occhi dello spettatore, il quale resta particolarmente colpito dalle scene crudeli e violente che passano silenziosamente sulla superficie.
Oltre al contrasto tra l’azione e il silenzio credo siano degne di nota le varie presenze all’interno di un’opera che vanno a formare una composizione scomponibile di personaggi.
In entrambi i casi lo studio del pop surrealismo va ben oltre quella dialettica innescata da Mark Ryden e dal suo modo ironico di stravolgere personaggi e circostanze appartenenti al mondo pop dal quale i due prendono spunto poiché mentre nel giovane artista indonesiano si assiste ad un celebrazione solenne e quasi caravaggesca della violenza soprattutto dove la natura si offre come palcoscenico silente, quasi inerme, nelle opere di Marion Peck invece gli elementi naturali sono corrotti quasi quanto i personaggi stessi con i quali si trovano a dialogare, quelle figure insicure, impacciate e inadeguate, molte volte patetiche che donano alle opere dell’artista americana quel senso di visione della realtà che si nutre solo ed sclusivamente dei nostri sogni, dei nostri incubi, delle nostra immagine distorta di ciò che abbiamo intorno a noi.
Dunque, Marion Peck e Roby Dwi Antono non sono solo discepoli di Mark Ryden come Leonardo, Botticelli, Perugino o Domenico Ghirlandaio lo erano per Andrea del Verrocchio ma proprio come questi ultimi anche i due artisti di oggi sono riusciti a fare custodia degli insegnamenti del loro maestro e successivamente a trasformarli in altri elementi costitutivi della loro identità bellezza artistica.
Buon martedì!
Eva Di Tullio
Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!