Credo fortemente che l’arte, in qualsiasi espressione, sia spesso il risultato di percorsi interiori, una rappresentazione creativa del proprio essere (tralasciando l’effetto terapico che a mio avviso ha).
Veronika Gilkovà, slovacca, si laurea in Psicologia ma nel 2010 decide di intraprendere la strada della fotografia senza alcuna inziale aspettativa, ma divenendo man mano parte integrante e fondamentale della sua vita, iniziando così una serie di sperimentazioni che la portano sempre più a delineare un suo stile. Nessuna formazione in questo campo, nessun corso o workshop ma solo voglia di provare e riprovare e la scoperta della compatibilità della sua creatività e la versatilità della fotografia.
Osservando le sue fotografie ho avuto la sensazione che il tempo si fermasse, lasciando spazio ad una sensazione di pace; cattura paesaggi e atmosfere nella loro naturalezza per poi applicare modifiche rendendo ad esempio le nuvole dei soffici e spesso colorati elementi di composizione, creando qualcosa di nuovo.
La malinconia è uno degli stati d’animo ricorrenti nei suoi lavori e trapela da immagini che spesso ritraggono dei singoli immersi in atmosfere lontane e silenziose, rese ancor più tali da un armonioso equilibrio tra toni scuri e altri caldi; quest’ultimi evidenziano maggiormente il soggetto dello scatto, riportando l’attenzione dello spettatore ad esso.
Quel che apprezzo molto del suo lavoro è il fatto che da esso traspare un carattere deciso seppur umile; ha spesso dichiarato di stare stretta dentro l’etichetta di “fotografo” perché vuole essere libera da marchi, per potersi esprimere e dedicarsi al processo fotografico e al suo risultato finale piuttosto che a cosa da esso può ottenere in cambio. Ed io le persone così le stimo molto perché sono quegli artisti che non sanno realmente di esserlo e credo che proprio per questo motivo riescano a produrre dei lavori stupefacenti, in quanto liberi da “aspettative”.
Claudia Tornatore
Sognatrice, a tratti poggio i piedi sulla terra e ogni tanto salgo sulla luna. Laureata in scienze umanistiche, considero l’arte il fulcro della (mia) vita. La mia tesi? Arteterapia. Scrivo di fotografia, mi diletto con essa : è nella mia vita da che ho memoria, in fasi e forme differenti. Amo il colore, il tè nero, gli incontri inaspettati, i sorrisi, la voglia di cimentarsi in cose nuove e la mia bellissima Sicilia.