I primi accenni di videoclip musicali ci furono nel 1894, con la canzone The Little Lost Child , che a vederla oggi sembra una più moderna presentazione in Power Point (di quelle scabrose che ogni tanto si vedono in sede di laurea o a qualche congresso “importante”).
In realtà, quella fu la prima pietra verso la costruzione di un futuro musicale, fatto sì, di suoni e canzoni, ma anche di immagini, illustrazioni e complementi visivi che dovevano chiudere il cerchio comunicativo della canzone.
Arrivati ad oggi, ci sono major discografiche che producono videoclip simili per qualità, a quello di The Little Lost Child (ma per fortuna c’è anche chi si rimbocca le maniche e con un po’ di buon gusto (e coerenza), produce ottimi contenuti), ignorando in maniera deleteria per il mercato (e l’utente finale), il valore aggiunto delle immagini accostate alla musica.
Un esempio estremamente calzante, è quello del videoclip Slowly Rising della band di Utrecht Beatsofreen, affidato alle mani magiche (e all’abilità estremamente visionaria) del graphic designer di Tokyo, Hideki Inaba.
Lo stile quasi ipnotico, accompagna il fluttuante suono della canzone, in un viaggio senza ritorno tra atmosfere extraterresti e bucoliche, a tratti miyazakiane, risvegliando l’attenzione di chi guarda, che finisce con l’innamorarsi più delle immagini che del suono.
Il videoclip, è ispirato al Sole e alla sua forza, partito come un seme che comincia a riprodursi e riprodursi e riprodursi e riprodursi e riprodursi…
La visione, ovviamente, ve la consiglio in HD per apprezzare tutti gli infiniti dettagli della immagini.
Alessandro Rossi
Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.