Di recente riflettevo sul fatto che spesso, nelle conversazioni, ma più in generale nelle situazioni che quotidianamente mi trovo a vivere, viene fatta una distinzione tra l’essere uomo o donna.
Non fraintendetemi, niente che possa essere considerato razzismo o maschilismo. Gesti all’ordine del giorno, come dover portare la valigia più pesante o le buste della spesa, che gli uomini si sentono in dovere di compiere, o la convinzione che sia meno pericoloso per un uomo tornare a casa da solo la notte.
Il caso ha poi voluto che questa mia riflessione fosse accompagnata dalla casuale scoperta delle opere di Kelly Reemtsen, artista statunitense che nel 2013 si è trovata per la prima volta ad esporre anche in Italia, per la precisione a Venezia.
I suoi dipinti rappresentano figure femminili elegantemente vestite con abiti a palloncino, scarpe e gioielli che ricordano la vivacissima moda degli anni ’60.
La particolarità di queste figure, dipinte sempre dal busto in giù, risiede però negli improbabili oggetti che l’artista ha deciso di mettere in mano alle sue donne. Asce, seghe elettriche adornate di brillantini, cesoie, pale, cric e quant’altro, per mostrare i due lati della donna contemporanea, che può essere elegante e femminile, e allo stesso tempo occuparsi anche dei lavori più duri, quelli per intenderci che di solito “spettano” agli uomini.
Donne emancipate, che non vogliono essere considerate il sesso debole, ma che sono fiere della parità che le femministe hanno acquistato con tanta fatica anche per loro negli anni ’70.
Eccezioni a parte, credono che ognuna di noi possa, e anzi debba, identificarsi nelle opere di questa artista.
Nadia Guidi
Nadia, nevrotica precisina full time, nel tempo libero tento di farmi largo nell'insidioso mondo della curatela. Rincorro tutto ciò che toglie il respiro e sono alla costante ricerca della meraviglia.