A colpi di luce 3.0: Andrea Cavenago


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Ciao Andrea, la prima cosa che ti chiedo è di parlare di te attraverso due scatti o descrivi ciò che hai in tasca e dove ti trovi adesso, raccontaci se (e perché) rappresenta il posto in cui vorresti essere.
Ciao.
In questo momento mi è impossibile fotografare e far pervenire le mie foto, però mi trovo in cucina è ho appena finito di mangiare dopo il lavoro e in realtà ora vorrei essere nella stanza da letto accanto e fare un pisolino. In questi giorni ho molto sonno e dormirei in continuazione!
In tasca ho solo un accendino, nonostante stia cercando di smettere di fumare…in realtà aspetto mia sorella per scroccarle una sigaretta, ma è la prima della giornata, lo giuro!

Se c’è una cosa che mi chiedo spesso, quando guardo le foto dei fotografi che intervisto è questo: come si sta quando si fotografa? Nel momento in cui si scatta, che sensazioni hai? E poi dopo, quando guardi la foto, a che pensi?
Non fotografo spesso, vado a periodi a seconda della mia luna e/o delle occasioni.
Quando fotografo penso sempre che lo scatto che sto facendo non verrà mai come dico io…e la maggior parte delle volte è vero, ma ho una speranza per ogni fotogramma e quando nell’obiettivo della macchina inquadro una determinata immagine allora scatto senza pensarci troppo con la speranza di aver fatto uno scatto migliore del precedente. Guardare le mie foto è sempre strano, provo sempre un misto di felicità e delusione. Penso sempre che le mie foto abbiano qualcosa, ma manchi sempre qualcosa.

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Il tuo è uno sguardo sul quotidiano, un quotidiano però per niente banale, dove i paesaggi e la presenza dell’uomo si modificano, incontrano, si scontrano e si sovrappongono ogni giorno, cosa c’è in questo che per te debba essere ricordato, fotografato, raccontato?
Mah nelle mie foto in realtà c’è un po‘ di tutto. A me non interessa rappresentare la quotidianità, a me interessa l’immagine. Non faccio fotografia che racconta delle cose nello specifico. Le mie fotografie son date dalle mie emozioni visive in un dato momento.

Le tue foto sono scattate in analogico, non mi piace chiedere con che mezzo si fotografa perchè per me è importante il fotografo e quello che prova, ma certe volte mi chiedo cosa si prova a voler fotografare qualcosa di immediato con uno strumento che non permette l’acquisizione immediata, o la fruizione, se vogliamo, ha importanza lo strumento per te? E come motivi la tua scelta sull’analogico?
E’ una scelta ben precisa che ha cause diverse. Da una parte è stato il primo modo(o quasi) con cui ho iniziato a fotografare. Dall’altra parte ho SCELTO la pellicola perchè al contrario del digitale si offre molto di più al difetto. La pellicola si presta meno al ritocco, un rullino in fase di sviluppo o stampa si può rovinare ed è molto più difficile correggerlo rispetto ad un file digitale. L’imperfezione è una cosa che mi piace così come detesto la perfezione. Anche utilizzare macchine fotografiche non professionali fa parte del discorso (ma quello purtroppo anche dalla mia disponibilità).
Infine la necessità che ti porta a pensare bene allo scatto che stai per fare, la parsimonia con cui devo dosare ogni mio scatto sulla pellicola, l’attesa dello sviluppo son tutte cose che mi emozionano.

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Cosa ispira e modifica la tua ricerca?
L’ispirazione ha un‘ origine che non saprei descrivere. Il mio gusto cambia continuamente. Nonostante tutte le mie fotografie possano avere un comune denominatore, la mia ricerca, dal soggetto al punto di vista, sono sempre in fase di cambiamento. Non c’è niente più del “ tutto“ che possa ispirarmi.

Una domanda alla quale vorresti rispondere e che nessuno ti fa mai.
Un “come va?“ veramente sentito.

Da piccoli quando la maestra ci chiedeva cosa volessimo fare da grandi rispondevamo coi mestieri che sognavamo, il tuo è quello che hai sempre sognato? Tu Cosa rispondevi ?

No ma è stata una bella sorpresa. Lavoro come macellaio in una piccola macelleria ed è un lavoro che mi appassiona.
Se penso a quello che rispondevo da piccolo veramente non ricordo, ma c’è stato un periodo in cui ho pensato che il lavoro del becchino fosse affascinante. Considerando il mio lavoro attuale alla fine sempre di corpi morti si tratta, non mi son distaccato molto.

Ho chiesto per un anno, a tutti i fotografi, quali fossero i loro progetti futuri, ho deciso di cambiare e chiederti, cosa vuoi fare oggi e cosa farai veramente?
Oggi avevo intenzione di guardare un film che ho appena comprato,andrò a ritirare delle foto che ho scattato domenica e poi mi troverò con la mia chitarrista a provare.
Ad eccezione del film che forse non farò in tempo a vedere, il resto, salvo imprevisti, credo lo farò.

Intervista conclusa, prima però, consigliateci un film, un libro, un disco e un fotografo.
Recentemente ho visto un film molto forte, ma davvero bello che mi ha colpito più di altri che ho visto ultimamente. Si chiama Goodnight Mommy.
http://www.youtube.com/watch?v=0kXpUaQpXMA
Il libro è uno tra gli ultimi che ho letto e che mi ha prestato la mia ragazza:
Roderick Duddle di Michele Mari
Molto carino!

Mentre scrivevo stavo sentendo questo,me l’ha fatto conoscere il mio amico Joshua e me ne son innamorato
Steve Gunn- Way Out Weather (la mia preferita è Tommy’s Congo)

Steve Gunn – way out weather

Devo per forza consigliare due fotografi:
Anders Petersen
Robert&Shana Parkeharrison

 

Ringrazio Andrea per la sua disponibilità, qui tutte le sue foto: Andrea Cavenago

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Giuliana Massaro

Giuliana Massaro, 26 anni, studentessa di lettere moderne da un po', lunatica da sempre. Penso troppo, parlo poco, faccio foto.

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