A colpi di luce 3.0: Piero Percoco


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Ciao Piero, la prima cosa che ti chiedo è di parlarci di te attraverso due scatti: fotografa ciò che hai in tasca e dove ti trovi adesso, raccontaci se (e perché) rappresenta il posto in cui vorresti essere.
Guarda in tasca non ho nulla di interessante, figurati se gli devo fare una foto! Come fotografo la polvere ed i pelacci assieme ad un portafoglio (Vuoto) ?
Ora vorrei essere nello spazio profondo per vedere da vicino una recente scoperta di una stella con una presunta struttura aliena intorno ad essa.

Se c’è una cosa che mi chiedo spesso, quando guardo le foto dei fotografi che intervisto è questo: come si sta quando si fotografa? Nel momento in cui scatti, che sensazioni hai? E poi dopo, quando guardi la foto a casa, a che pensi?
Non penso a nulla è una cosa istintiva, non fotografo per fare le foto, ma per sensazioni, infatti il mezzo che utilizzo molto è il telefono. Mi sento a volte una lavatrice solo che al posto del bucato all’interno ci sono emozioni gradevoli e sgradevoli, tutta una miscela.

Come si costruisce, nel tuo caso, un punto di vista così minimal, pulito, una visione delle cose precisa e credo meticolosa? ti soffermi su alcuni elementi che trovo ricorrenti, come fotografare la gente di spalle, spesso con qualcosa di rosso come indumento, e poi capelli, buste di plastica, le ombre nette che crea il sole sui muri, che cosa ti spinge a vedere questi oggetti nella maniera in cui li vedi, cosa cerchi di raccontare, principalmente?
Non cerco di raccontare nulla in particolare, anzi forse racconto il nulla, sono impulsivo di carattere , credo di essere anche molto impulsivo con l’approccio che ho con la fotografia. A volte mi sembra di essere nel far west ed uscire la pistola quanto prima per sparare, in questo caso il mezzo è qualsiasi cosa faccia delle foto. Bang!

Perché fotografi, quali sono le cose che contano nella fotografia, per te?
La verità il reale è quella che io chiamo la teatralità del quotidiano. Io penso che una fotografia debba essere chiara senza troppe spiegazioni, che parli da sola, senza troppi giri e accuratezze testuali.

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Cosa ti ispira e modifica la tua ricerca?
Mi ispira di brutto la gente che non è “Photographer” ma che fa foto per il gusto di farlo, ed inconsapevolmente fa delle foto che superano di gran lunga TANTI di quei fotografi.

Credo che non si possa fotografare bene se non si è radicati nelle cose che fotografiamo, attraverso questo processo poi possiamo prendere le distanze e fare un’analisi critica, o semplicemente registrare ciò che ci circonda, lasciando agli altri il giudizio o l’esperienza, la mia domanda è: quanto ti piace il mondo nel quale sei circondato, la tua regione, la tua città, il tuo vicino di casa, e se ci pensi a ciò che stai fotografando, del perchè attrae la tua attenzione.
Sono misantropo, mi stanno sulle palle quasi tutti, la gente da queste parti fa schifo davvero, in continua escalation con il prossimo, ed invidiano quello che hanno gli altri anche se non hanno nulla, ma questo penso un pò ovunque. Però tutto questo mi piace, è viscerale , per questo forse faccio certe foto.

Da piccoli quando la maestra ci chiedeva cosa volessimo fare da grandi rispondevamo coi mestieri che sognavamo, il tuo è quello che hai sempre sognato? Tu Cosa rispondevi?

Avevo una maestra in prima e seconda elementare che durante le lezioni di matematica parlava di satana e picchiava duro se non sapevi le tabelline, credo di aver subito dei traumi e non mi sono mai chiesto cosa volessi fare da grande. Infatti tutt’ora non so cosa sto facendo ma lo sto facendo e basta.
Poi venne fuori che la maestra era bipolare, tutto questo purtroppo, dopo aver importunato e traumatizzato un sacco di bambini.

Ho chiesto per un anno, a tutti i fotografi, quali fossero I loro progetti futuri, ho deciso di cambiare e chiederti, cosa vuoi fare oggi e cosa farai veramente?
Il photoeditor sarebbe un mio sogno, quello che sto facendo, magari cercando di inventarmi qualcosa, ad esempio sto creando un cosa che si chiama The Photographic Doubt , presto ci saranno delle piccole novità.

Intervista conclusa, prima però, consigliaci un film, un libro, un disco e un fotografo.
Arizona Dream , Guida Galattica per Autostoppisti, Drive soundtrack, Omar Sartor.

Ringrazio Piero Percoco per la sua disponibilità, potete seguirlo qui: www.pieropercoco.com

 

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Giuliana Massaro

Giuliana Massaro, 26 anni, studentessa di lettere moderne da un po', lunatica da sempre. Penso troppo, parlo poco, faccio foto.

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