Quello che siamo fisicamente, quello che si vede “fuori”, la corazza che indossiamo tutti i giorni, che poi è la trasfigurazione del nostro stato di salute (fisico), di quello che avviene dentro, è dato in gran parte da quello che mangiamo.
Il corpo ha bisogno di essere educato, sempre, coccolato, a volte, preso di petto, quando serve. Altrimenti, il rischio è di ritrovarsi a sessant’anni a scontare la mala educazione che gli abbiamo impartito da giovani.
Per quello psichico invece, per quello emozionale, per quello che ti attorciglia lo stomaco e ti insegna a superare la vita (perchè si, la vita si può superare), beh lì l’alimentazione c’entra poco. In compenso c’entra tutto il resto, tutto quello che puoi immaginare nel corso della tua esistenza; le persone che incontri, i genitori che hai, gli amici che selezioni, le donne che scegli di amare, i film che vedi, i libri che leggi o la scuola che puoi frequentare. Dico PUOI in riferimento alla scuola, perchè se solo il 14% dei bambini tra 0 e 2 anni riesce ad andare al nido o usufruire di servizi integrativi, il 68% delle classi della scuola primaria non offre il tempo pieno e il 64% dei minori non accede ad una serie di attività ricreative, sportive, formative e culturali, con punte estreme in Campania (84%), Sicilia (79%) e Calabria (78%), vuol dire che ci sono scuole che si possono frequentare e altre no.
La povertà educativa è una questione sulla quale Save the Children (che immagino non abbia bisogno di presentazioni) sta indagando molto, cercando di formulare soluzioni concrete che vadano oltre la noiosa (ma schiacciante e triste) verità dei report studiati a tavolino, e fornendo gli strumenti necessari alle famiglie svantaggiate.
Strumenti come la campagna “Illuminiamo il Futuro” e i Punti Luce, che mirano al raggiungimento di tre macro obiettivi e che si srotolano in un programma ambizioso che culminerà nel 2030 (chè il mondo non cambia mica in un giorno) provando ad apportare miglioramenti verso le famiglie bisognose, e abbassando, di fatto, le percentuali di povertà educativa in Italia.
I Punti Luce, (13 quelli inaugurati finora, in 8 regioni, a Catania, Palermo, Bari, Brindisi, Gioiosa Ionica, Scalea, Napoli (2 Punti Luce), Roma (2 Punti Luce), Genova, Torino, Milano) sono spazi che sorgono nei quartieri svantaggiati della città, dove i bambini (oltre 4000 quelli accolti fin’ora) fino a 6 anni usufruiscono di servizi gratuiti tra cui sostegno allo studio, laboratori artistici e musicali, gioco e attività motorie, promozione della lettura, accesso alle nuove tecnologie, educazione alla genitorialità, consulenze pedagogiche, pediatriche e legali. Oltre a una serie di utilissimi servizi utili anche alle famiglie, come consulenze legali, psicologiche, pediatriche e di supporto alla genitorialità.
Un modo (finalmente) concreto di sostenere le famiglie, ma ancor più i minori, che hanno l’insindacabile diritto alla cultura e a quella vita in cui puoi scegliere di essere ciò che leggi, guardi o fai. Con la speranza, di abbattere quelle barriere alte quanto l’universo che imbrigliano la dignità dell’essere umano.
Articolo Sponsorizzato
Alessandro Rossi
Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.