Ciao Lorenza, parlaci di te attraverso due scatti: fotografa ciò che hai in tasca e dove ti trovi adesso, raccontaci se (e perché) rappresenta il posto in cui vorresti essere.
In questo momento mi trovo a casa, con la musica nelle orecchie mentre rispondo a questa intervista, davanti a me c’è una grande finestra dove posso vedere il sole che scende, mentre la luce del giorno si sta spegnendo. In tasca mi ritrovo un anello di legno molto importante per me che purtroppo proprio oggi si è rotto e un onice nero. Credo che il posto in cui mi trovo ora rappresenti il posto in cui vorrei essere, ho la fortuna di vivere in una casa a due passi dal bosco e non c’è niente di meglio per me.
Se c’è una cosa che mi chiedo spesso, quando guardo le foto dei fotografi che intervisto è questo: come si sta quando si fotografa? Nel momento in cui scatti, che sensazioni hai? E poi dopo, quando guardi la foto a casa, a che pensi?
Per me la fotografia è stata fin da subito come una medicina..nel vero senso della parola, ho cominciato a fotografare in un momento molto brutto della mia vita, ero costretta a letto per mesi per via di una malattia che mi bloccava la mobilità delle gambe e in questo contesto non ho potuto far altro che trovare un modo per fuggire, almeno con la mente, da quello stato opprimente in cui mi trovavo per rifugiarmi in un mondo in cui mi sentivo viva e libera. Progettare le fotografie e sopratutto uscire per realizzarle ormai è diventata per me una vera e propria terapia. Nel momento in cui scatto so già come la fotografia apparirà, proprio perché quando esco ho con me i bozzetti della fotografia che andrò a realizzare, gli oggetti e gli abiti. In ogni caso, nonostante io progetti precedentemente le mie fotografie e non scatto sul momento è sempre un’emozione uscire per scattare e rendere quell’idea, quel bozzetto su carta, qualcosa di ‘’ concreto ‘’. Quando poi torno a casa, a lavoro ultimato, mi chiedo sempre se sono riuscita a realizzare la fotografia come l’avevo immaginata e sopratutto se sono riuscita a trasmettere l’emozione che volevo esprimere o rappresentare.
Le tue foto vengono definite di ispirazione preraffaellita, shakespeariane, a parte le citazioni romantiche, di tuo cosa c’è nelle immagini che crei? Quanto ti immergi nelle tue creazioni per realizzarle?
Fin da piccola sono sempre stata affascinata dall’arte, sopratutto dai dipinti. Con il tempo poi mi sono appassionata in particolare all’arte Pre-Raffaellita ed ai ritratti Ottocenteschi. Questo mio interesse credo abbia influenzato la mia fotografia, l’arte per me è da sempre grandissima fonte d’ispirazione. Nelle mie creazioni mi ci immergo profondamente, solitamente ritraggo me stessa, solo per il semplice fatto che trovo più semplice esprimere alcune emozioni personali attraverso dei self-portrait, in qualsiasi caso, anche quando fotografo una modella mi sento comunque partecipe nello scatto e per me questo è davvero importante.
Quali sono le cose che ti formano, che contano per te nella fotografia? Cosa ti ispira e modifica la tua ricerca?
Le cose che mi ispirano maggiormente sono l’arte e la natura. Per arte intendo qualsiasi tipo d’arte, non solo quella legata al mondo della fotografia. Cerco di informarmi ed interessarmi il più possibile, sopratutto sulle cose e sulle tematiche con cuoi mi sento più in sintonia. Amo leggere, amo conoscere in profondità alcuni artisti a cui poi mi sento immancabilmente legata; amo scoprire qualcosa di più della loro vita e capire come sono riusciti ad esprimersi attraverso la loro arte.
E la musica, in che percentuale riesce a modificare la tua visione delle cose?
La musica ha un potere enorme sul mio stato d’animo. Mi aiuta moltissimo quando ho bisogno di rifugiarmi in me stessa e riesce a farmi entrare in contatto con più facilità con i sentimenti e le emozioni che tengo nascoste nel profondo. Inoltre è una compagna perfetta nel momento della progettazione e nel momento dell’esecuzione delle mie fotografie.
Definisci per te: romanticismo.
Quando penso alla parola ‘’romanticismo’’ la ricollego subito all’artista Friedrich e agli ideali dell’Arte Romantica, al rapporto uomo-natura, al concetto del sublime.
Da piccoli quando la maestra ci chiedeva cosa volessimo fare da grandi rispondevamo coi mestieri che sognavamo, il tuo è quello che hai sempre sognato? Tu Cosa rispondevi ?
Da piccola molto probabilmente avrò risposto che volevo fare la parrucchiera, perché lo faceva la mamma. Ho provato a fare anche quello ma ho capito che non faceva per me, sopratutto per via della mia timidezza e poi i miei interessi sono ricaduti su quello che ho sempre amato veramente ovvero il mondo dell’arte.
Ho chiesto per un anno, a tutti I fotografi, quali fossero I loro progetti futuri, ho deciso di cambiare e chiederti, cosa vuoi fare oggi e cosa farai veramente?
Cosa farò veramente non ne ho la minima idea, la sola idea del futuro mi terrorizza. Ora come ora tento di focalizzarmi sulla fotografia e sopratutto di vivere giorno per giorno senza guardare troppo avanti.
Intervista conclusa, prima però, consigliaci un film, un libro, un disco e un fotografo.
E’ davvero difficile scegliere una sola cosa per categoria ma ci provo! Per il film la prima cosa che mi viene in mente è ‘’Tideland, il mondo capovolto’’, per il libro consiglio ‘’I fiori del male’’ di Charles Baudelaire, un disco ‘’Takk’’ dei Sigur Rós e il fotografo che vi consiglio è Joel Peter Witkin, fotografo che amo immensamente.
Ringrazio Lorenza per la sua disponibilità e vi consiglio di guardare le sue foto qui: Lorenza Daprà
Giuliana Massaro
Giuliana Massaro, 26 anni, studentessa di lettere moderne da un po', lunatica da sempre. Penso troppo, parlo poco, faccio foto.