La prima volta che ho preso coscientemente in mano i Lego, ricordo di essermi sentito un inventore.
Io da grande, volevo fare davvero l’inventore. Volevo costruire, smontare, rimontare, demolire e poi ricostruire.
E col senno di poi, visto che il “progettare” potrebbe essere vagamente definito come l’evoluzione “dell’inventare” (sia essa una casa, una forchetta o un pezzo di carta) direi che ci sono andato vicino. Almeno sulla carta, visto che a progettare e inventare cose inutili, banali o già viste, non ci vuole poi così tanto.
E anche se oggi i Lego resistono a fatica sugli scaffali dei giochi per bambini, soppiantati dai più moderni gingilli tecnologici (tutto schermo e tastiera), il fascino delle costruzioni, di quei pezzi colorati da combinare insieme per acuire ed estendere le curve della fantasia, continua ad essere insuperabile.
Soprattutto per adulti e bambini un po’ cresciuti, a cui la casa danese ha dedicato persino la serie architecture, con annesso sito di riferimento che mette in guardia i più piccoli e specifica: questo è materiale per adulti.
In realtà, che gli adulti fossero rapiti dal fascino lego più dei bambini, lo si intuiva già da tutti i lego-fissati che spuntano ogni giorno sul web (ma anche dalle bancarelle nei mercati rionali che vendono “pezzi vintage” a costi “modern”), o dalle riproduzioni in legno (che poi era il materiale “originale” con cui i mattoncini uscirono per la prima volta sul mercato) per tutti i wood addicted. Chè forse, la vera importanza dello sperimentare, del costruire, dell’errare, di mettere le mani in pasta, la apprezzi solo quando sei adulto e l’unico modo che hai di sperimentare durante la giornata è di fare cik e ciak sul telefono provando a esplorare sezioni dei menù che non avevi mai visto.
Così non stupisce vedere che un graphic designer come l’indonesiano Kosmas Santosa realizzi oggetti e situazioni quotidiane utilizzando centinaia di mattoncini colorati e diventando di fatto, un pioniere della comunità lego-nerd (mi scuserai il fastidioso e abusato gioco-politico) che neanche a dirlo dimostra un’incredibile schiera di follower.
In questo video, potete vedere Kosmas improvvisare un improbabile inglese, ospite su Beyond the Brick, community virtuale che ruota intorno al mondo dei mattoncini con interviste, news e approfondimenti.
Gli atri lavori di Kosmas li trovate sul suo profilo Flickr.
Alessandro Rossi
Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.