A colpi di luce 3.0: Domenica Melillo


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Ciao Domenica, parlaci di te attraverso due scatti: fotografa ciò che hai in tasca e dove ti trovi adesso, raccontaci se (e perché) rappresenta il posto in cui vorresti essere. 

Indosso un leggings senza tasche… fotografo la mia scrivania, va bene lo stesso?
Mi trovo a casa e sto rispondendo a questa intervista mentre ascolto la mia playlist di spotify e No, non è esattamente dove vorrei essere, preferirei essere in vacanza in Norvegia.

3 cose che ami e 3 che odi.
Amo gli insetti, la pioggia e I dolci. Odio le domande dove ti chiedono 3 cose che odi e ami e a te vengono in mente solo ca**ate o grandi temi su cui vorresti parlare per ore (..) odio la condizione di molte persone nel mondo oggi e odio la mancanza di empatia.

Sei un’artista visuale, video, foto, installazioni e grafica, nei tuoi progetti c’è sapiente mix di queste cose, certe volte guardando le tue foto dico: “ma perchè non ci ho pensato io?” trovo interessanti le commistioni di questi metodi diversi nella creazione di una immagine, in particolare la tua, quello che sei nella vita è come ti vediamo nelle foto?
Grazie, è sempre bello sentirsi dire che quello che fai è interessante. Nelle mie foto sono io, forse nella mia rappresentazione più intima e sincera, una me stessa sicuramente filtrata da una ricerca estetica ma pur sempre io, pero’ spesso chi guarda, forse perchè ostacolato dal mio ermentismo o dal limite del messaggio che voglio trasmettere, vede un personaggio. Il mio personaggio sono io con la maschera di me stessa, paradossale eh?

Quali sono le cose che ti formano, che contano per te nella fotografia? Cosa ti ispira e modifica la tua ricerca?
Io traggo molto della mia ispirazione dalla vita quotidiana, la mia ricerca sono le persone e I luoghi, ovviamente leggo molto, m’informo, seguo una quantità infinita di artisti ma tutto quello che ho imparato è perchè ho ascoltato molto e ho avuto la fortuna di conoscere molte persone interessanti che mi hanno aperto la mente e insegnato molto. Parlando da un punto di vista artistico, invece, io seguo molto la corrente surrealista e filosoficamente sono un esistenzalista quindi mi focalizzo sull’umanità e sulla necessità di cambiare la realtà, fosse anche solo a livello estetico/visuale anche se ovviamente punto all’arte come rivoluzione.

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E la musica, in che percentuale riesce a modificare la tua visione delle cose?
La musica mi connette con quello che faccio, forse non ne modifica la visione ma mi predispone affinchè veda in un determinato modo a seconda del mio stato d’animo, è come un sentirsi più a fondo.

Definisci: Improvvisazione.
Aldilà dell’interpretazione semantica, secondo me l’improvvisazione è quando sei felice di quello che stai facendo e il resto non conta.

Da piccoli quando la maestra ci chiedeva cosa volessimo fare da grandi rispondevamo coi mestieri che sognavamo, il tuo è quello che hai sempre sognato? Tu Cosa rispondevi ?
Non ci crederai mai, ma io da bambina volevo fare il fisico nucleare, poi la biologa molecolare e infine il dottore, la scienza è stata il mio primo amore e ancora lo è, sono stata a tanto così dal laurearmi in biotecnologie mediche ma poi ho cambiato idea, non è detto che un giorno non ritorni su quella strada, resto sempre aggiornata dal punto di vista scientifico e tecnologico.

Ho chiesto per un anno, a tutti I fotografi, quali fossero I loro progetti futuri, ho deciso di cambiare e chiederti, cosa vuoi fare oggi e cosa farai veramente?
Io cosa voglio fare non lo so quasi mai, al massimo so quello che non voglio fare. Non voglio scendere a compromessi facendo solo quello che è “pop” e funziona, senza fare esempi nè polemiche, ma sono un po’ stanca della fotografia “social” e voglio starne il più possibile fuori. Cosa faro’ veramente è una bella domanda, ho la tendenza a scappare e cambiare continuamente, sono anche inconcludente per certi versi, mi annoio facilmente, potrei fare per anni qualcosa e poi sentire il bisogno improvviso di cambiare drasticamente, l’unica risposta sincera che posso darti è che cerchero’ di essere serena e realizzata qualsiasi sarà il mio futuro, anche se dovesse essere lontano dall’arte.

Intervista conclusa, prima però, consigliaci un film, un libro, un disco e un fotografo.
Per il film consiglio “Finisterrae” di Sergio Caballero, di libri ne consiglio due : “100 poesie d’amore a Ladyhawke” di Michele Mari e “L’arte di collezionare le mosche” di Fredrik Sjoberg, il disco è “The big Dream” di David Lynch e il fotografo è Giuseppe Santillo, oltre che essere un caro amico, è incredibile la facilità con cui riesce a mostrare il mondo esattamente come lo vede lui, come se la camera fosse davvero solo un estensione dei suoi occhi.

 

Ringraziamo Domenica Melillo, aka Elettroshock per la sua disponibilità, qui il link al suo sito: http://www.elettroshock.com/

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Giuliana Massaro

Giuliana Massaro, 26 anni, studentessa di lettere moderne da un po', lunatica da sempre. Penso troppo, parlo poco, faccio foto.

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