A colpi di luce 3.0: Simone Miotto


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Ciao Simone, parlaci di te: fotografa o descrivi dove ti trovi adesso, raccontaci se (e perché) rappresenta il posto in cui vorresti essere.
Sono in camera mia. E’ il posto dei pensieri, dove trovo pace e calorosa solitudine. In questo momento sto bene qui, ne ho bisogno.

Quali sono i tuoi interessi, cosa fai quando non scatti fotografie?
Diciamo che I miei interessi sono la fotografia. Purtroppo non è un’occupazione stabile e retribuita ma solo una grande passione. Nella vita, in realtà, sono un educatore, mi occupo di minori in difficoltà presso un servizio di educativa domiciliare sul territorio Torinese. Lavoro che amo almeno quanto la fotografia, occasione di crescita umana oltre che professionale. Altra passione abbastanza presente nella mia vita è invece la pallavolo che pratico in una squadra del mio paese.

Raccontaci l’episodio che ha in qualche modo segnato il tuo avvicinamento o la tua visione fotografica.
Non credo ci sia stato un episodio, ho in mente più un lento processo.
Ricordo che da bimbo amavo scattare foto ricordo durante le vacanze o le gite scolastiche, in verità non so se era il primo segnale della mia futura passione, mi piace però pensarlo. Ho poi ripreso in mano un attrezzo capace di catturare immagini da ragazzo, con l’avvento dei primi cellulari, mi divertivo a riprendere angoli di paese o oggetti sparsi quà e là. Poi ho acquistato la prima reflex, una gloriosa D40x e ho iniziato, lentamente, ad “occuparmi” di natura, prima cercando e raggiungendo ogni corso d’acqua che esistesse nei pressi del mio paese, poi sempre più verso l’alta montagna.

Come sei veramente? Mi chiedo, quando sei immerso nella natura per ore a fotografare, come ti senti? Cosa provi? Le tue sensazioni.
La fotografia, come tante altre passioni, permette di non pensare ad altro… Raggiunta la location scompare tutto: rimane il paesaggio, la macchina fotografica e il fotografo, la sensazione è bella, seppure sia un concentrato di ansia, paura e speranza nell’attimo giusto. Mi capita poi spesso durante le notti in montagna di sentirmi profondamente solo… ma questo non ve lo dico. :)

Nel tuo sito ci sono 3 sezioni, due però si sviluppano su piani dicotomici quali la natura incontaminata e la presenza umana nel paesaggio, cosa ne pensi di questi due momenti differenti, si completano tra loro o per te è meglio se restano separati? Come percepisci la presenza dell’uomo nella natura dei paesaggi?
Domanda interessante…. Penso che laddove la natura è incontaminata la presenza umana dev’essere rispettosa, un po’ banale. Credo semplicemente che l’uomo, pur essendo “natura”, abbia dimenticato un po’ da dove proviene… una canzone dice “il sasso su cui poggia il nostro culo è il padrone della festa”, penso che probabilmente l’abbiamo dimenticato. Sarebbe bello potersi riavvicinare un po’ ai ritmi della natura e alle sue regole, possiamo essere sostenibili dalla terra. Questo per dire che credo e spero in una sana “Presenza Umana”, come dico sul mio sito “spinto dall’idea che l’uomo possa integrarsi armoniosamente all’interno degli spazi naturali.”

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Quali sono le cose che ti formano, che contano per te nella fotografia? Cosa ti ispira?
Ti rispondo utilizzando alcune cose che ho già scritto… “ In Pursuit of light” il motto con cui cerco di racchiudere la mia propensione alla fotografia ed al paesaggio. Tale approccio è innanzitutto basato sulla ricerca: delle situazioni,dei momenti, degli attimi in cui scattare.Sono infatti le condizioni climatiche, il periodo stagionale e la luce a fare la differenza, secondo me, tra una buona fotografia e una fotografia mediocre. Tale punto di vista pone il paesaggio in secondo piano, lasciando parlare prima di tutto l’attimo racchiuso nello scatto, credo infatti fortemente nella bellezza che può essere scoperta anche in quei luoghi dove sembra quasi non esistere. Così un semplice albero può trasformarsi in pura bellezza se avvolto dalla nebbia, un bosco può divenire un dipinto a pastello, se fotografato durante un’abbondante nevicata o ancora i riflessi di un lago possono regalare una splendida immagine se ripresi durante l’autunno.
Ecco, questo è quello che c’è nella mia testa… attuarlo è difficilissimo, almeno per me. Non sempre riesco ad esserci quando “casca l’attimo. Ultimamente cerco sempre di più quelle condizioni climatiche che in pochi riprendono, una nevicata, un temporale… Non sempre ci riesco.

Da piccoli quando la maestra ci chiedeva cosa volessimo fare da grandi rispondevamo coi mestieri che sognavamo, il tuo è quello che hai sempre sognato? Tu Cosa rispondevi ?
Cavolo, proprio non saprei… ricordo che ad un certo punto ho deciso che avrei fatto lo psicologo… piano piano sono invece giunto ad un’altra professione d’aiuto.

Hai dei progetti per il tuo futuro? Quali? Un sogno che ancora vuoi realizzare?
Mi piacerebbe riuscire a scattare qualche foto “valida”, piena, da presentare a qualche concorso per vedere che succede… Mi piacerebbe anche viaggiare con il tripode sulla spalla… ancora devo trovare la location però…. Sogno? Salire su qualche vetta davvero alta, camminare su un ghiacciaio e fotografare…

Intervista conclusa, prima però, consigliaci un film, un libro, un disco e un fotografo. 
“Il sale della terra”, Biografia di Sebastiao Salgado… Quando sono uscito dalla sala del cinema mi sentivo un uomo inutile… mi ha segnato profondamente.
“Lascia che ti racconti” Jeorge Bucay, libro che mi ha fatto scoprire un’amica speciale
“Al Monte” Alessandro Mannarino… con particolare attenzione ai brani: “ Malamor”, “Scendi giù” , “Al monte”, “le stelle”
Difficile scegliere tra I fotografi…. Citerei di nuovo Sebastiao Salgado che ammiro profondamente per il suo essere conteporaneo… Al contrario di altri fotografi datati.
Vicent Munier anche non posso evitare di citarlo.
Concluderei con l’italiano Stefano Unterthiner… :)
Questi sono “grandi” fotografi, conosciuti e molto in gamba. Ammiro poi anche I lavori di tantissimi altri fotografi più piccini e meno conosciuti…

 

Ringraziamo Simone Miotto per la sua disponibilità, qui il suo sito: http://simonemiotto.com/

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Giuliana Massaro

Giuliana Massaro, 26 anni, studentessa di lettere moderne da un po', lunatica da sempre. Penso troppo, parlo poco, faccio foto.

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