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Intervista a Cristiano Baricelli: storie macabre per fegati forti


Cristiano Baricelli_martino

Ho avuto modo di conoscerlo in occasione della collettiva Any Given Post-it che si è svolta la scorsa stagione alla White Noise Gallery di Roma e siamo entrati subito in sintonia, soprattutto perché abbiamo in comune quella passione sfrenata per il macabro che ha spinto lui a disegnare tanto tempo fa e a me verso le sue opere, particolarmente inclini a quello stile grottesco che più mi piace dell’arte pop surrealista. E’ un artista con il quale mi piace conversare tutte le volte che posso perché ha sempre una storia giusta da raccontare e poi perché la sua curiosità lo spinge ben oltre la superficie delle sue opere che vi presento di seguito; in questa intervista mi ha dato alcuni spunti per indagare meglio questa materia di cui trattiamo il martedì di Organiconcrete e qualche nome da suggerire a voi. E’ un artista colto nella piena sperimentazione delle sue capacità espressive che ci racconta qualcosa in più di quello che abbiamo imparato articolo dopo articolo e lo fa proprio con un’intervista schietta e delicata che mi fa piacere condividere con voi. Mettetevi comodi e leggete cosa ci ha raccontato Cristiano Baricelli. Buona lettura!

Iniziamo questa chiacchierata raccontando ai nostri lettori chi è Cristiano Baricelli.
Sono nato al Genova nel 1977 e dal 97 disegno a penna bic su carta, negli ultimi anni sto sperimentando tecniche miste. Disegno da quando ero piccolo, ho sempre avuto una passione sfrenata per tutto ciò che era macabro e mostruoso, dal cinema, alla musica, alla letteratura. Direi che negli anni la passione è aumentata sempre di più.

Che cosa significa per te fare illustrazione? Chi sono i tuoi punti di riferimento?
Ogni tanto mi capita di illustrare per degli editori, dei magazine e delle fanzine, ma da sempre la maggior parte delle volte ho sempre disegnato per me, avendo piena libertà sui miei progetti. I miei punti di riferimento sono sempre state tematiche surreali e visionarie, e come artisti che apprezzo, i primi che mi vengono in mente sono Danijel Zezelj,Thomas Ott e Miguel Angel Martin.

Le tue opere sono state esposte in molte gallerie dal 1998 ad oggi: cosa è cambiato da allora nell’arte e nelle gallerie?
Sono cambiate tante cose in quasi 20 anni.I primi anni giravo sempre con il mio book nella borsa mostrando il mio lavoro alla gallerie. Sono sempre stato molto attento determinato e curioso, di tutto quello che accadeva nell’ambito artistico della mia città. Nel corso degli anni i social network mi hanno dato una grande mano per una maggiore visibilità e per rimanere in contatto con tante persone in poco tempo e senza doversi spostare sempre da casa. Come Gallerie ho avuto la fortuna di collaborare con pochi ma buoni galleristi

Non solo illustrazione ma anche il video è una costante nella tua carriera da artista. Parlaci di questa tua passione.
Riguardo ai videoclip ho cominciato qualche anno fa assieme a vari amici fotografi e filmmaker, uniti dalla stessa passione e sintonia per un certo genere di film e di musica, sono stato coinvolto in alcuni videoclip musicali di Cesare Bignotti (regista audio-visivo) per il video Neonflex, con Erika Errante (filmmaker) per alcuni video dei The Cyborgs e con Paolo Caredda (regista e scrittore) per il documentario Gli italiani e il fumetto.E poi collaboro spesso con dei performer, per delle performance artistiche che uniscono la danza all’ audio-visual, tra questi in particolare con Olivia Giovannini, performer e danzatrice contemporanea.

Domanda curiosa: scegli uno dei libri che hai nello scaffale e spiegaci perché dovremmo leggerlo anche noi.
Vi consiglio una rivista trimestrale di fotografia degli anni 80′ PHOTOTECA diretta all’epoca da Ando Gilardi, dove la maggior parte delle volte raccoglieva temi sempre abbastanza inquietanti. E come libro tanto per rimanere in tema I serial killer di Ruben De Luca e Vincenzo Maria Mastronardi edito da Newton Compton Editori. Ed infine Stop-Motion la fabbrica delle meraviglie di Stefano Bessoni. Dovreste leggere queste due cose semplicemente per una sana e umana curiosità che non fa mai male.

Domanda introspettiva: che rapporto hai con la tua città?
Sono affezionato a questa città, vivo in una zona tranquilla, per varie questioni direi che per ora rimarrò qui a Genova, ma una volta non mi dispiacerebbe provare a vivere fuori da questa città, se poi è un altra città di mare ancora meglio.

A cosa stai lavorando ora?
Sto finendo delle illustrazioni per un autore di fumetti e un mio progetto su Alice nel paese delle meraviglie. Come mostre prossimamente ho in ballo un mostra collettiva all’estero.

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Photo courtesy by Cristiano Baricelli


Eva Di Tullio

Io sono Eva e con Tuesday Poison ogni martedì, vi racconterò la storia dell’arte pop surrealista e lowbrow: accomodatevi pure!

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