READING

A colpi di matita 3.0: Laura Camelli aka La Came

A colpi di matita 3.0: Laura Camelli aka La Came


where are you 50

Sei al microfono di una radio e devi trovare lo sketch giusto per presentarti…3….2….1…..ON AIR
Sono un’autrice di illustrazioni e fumetti che ha sempre militato nell’autoproduzione.
Campo facendo la portalettere, ma non riuscirei a sopravvivere senza il disegno.

Immagina di trovarti davanti ad un bambino e di dovergli spiegare in cosa consiste il tuo lavoro.
Di giorno porto la posta, di notte disegno.
Di giorno faccio un lavoro qualsiasi, che potrebbero fare tutti, in un posto dove non mi sento speciale o insostituibile, per questo ho bisogno di disegnare.
Quando disegno, quello che faccio mi sembra qualcosa che nessuno può fare al posto mio.

Lo starter kit di ogni illustratore comprende:
– decidere di fare l’illustratore.
– fare il più possibile cose che non c’entrano niente con l’illustrazione.
Apparte gli scherzi, credo sia importantissimo avere un taccuino sempre dietro e il minimo indispensabile per disegnare e prendere appunti. Le foto vanno bene, ma disegnare e prendere appunti su carta – almeno per me – è tutta un’altra storia.
Serve anche un posto tranquillo dove rifugiarsi a disegnare, dove fare la magia che trasforma gli input in output.

Qual è l’episodio legato all’illustrazione che ricordi con più piacere? E con più dispiacere? Ti va di raccontarceli?
Finisco sempre per riversare i sentimenti più complicati (e le cavolate più inutili) nei disegni che faccio sovrappensiero.
La più grande soddisfazione l’ho provata quando un gruppo che io venero, i port-royal, ha scelto uno di questi disegni per la copertina di un ep, centrando perfettamente l’atmosfera e lo stato d’animo del disegno.
L’episodio che ricordo con più dispiacere risale a parecchi anni fa: i miei ristrutturando casa, decisero che era venuto il triste momento di rimbiancare le pareti della stanza dei giochi – stanza completamete scarabocchiata e dipinta dal pavimento fino all’altezza di un metro/un metro e mezzo da me e mio fratello- che è stata il primo vero sketchbook della mia vita. adesso non c’è più, ma mi è stato riferito che non sono bastate due mani di vernice, e neppure una passata di smalto a coprire le patacche sottostanti: si vedono ancora degli aloni riaffiorare ogni tanto.

Ti va di giocare con me? Ti spiego subito come funziona: prenderò un foglio totalmente bianco e farò tre segni a caso sopra, lo scopo del gioco è quello di, partendo da quei tre segni, dare vita ad un disegno di senso compiuto.
Per fare il disegno non avrai a disposizione mezza giornata, ma solo pochi secondi…anzi, visto che sono buona, facciamo un paio di minuti :P

Senza-titolo-3

Persone da tener d’occhio: una colonna dell’illustrazione e un emergente da “esplorare”
La mia colonna portante dell’illustrazione è il surreale, nefasto, scandaloso, elegantissimo, morto giovanissimo, aubrey beardsley: è a lui che devo la mia ossessione per la linea.
L’emergente da esplorare, che forse è gia una colonna, è mari kanstad jonsen. Ho avuto la fortuna di dare una mano a inuit edizioni durante la creazione del suo instant book bolognese “liquid air”. Sono rimasta conquistata dalla sua libertà e ironia. Mi ha insegnato una cosa importante: lasciarsi ispirare dagli imprevisti!

Sbirciamo nel tuo futuro “prossimo”: a cosa stai lavorando in questo momento? C’è qualche progetto che hai voglia di condividere con noi?
Fare fumetti.
In questo momento sto disegnando una storia breve su un testo di Giorgio Trinchero, per l’antologia in uscita a ottobre del collettivo mammaiuto. Fra le altre cose, ho anche un progetto personale, che sto coltivando da molti anni, forse troppi.. così mi sono decisa a chiedere il part time a poste italiane per avere più tempo da dedicare a questo progetto, o perlomeno per non rifugiarmi dietro la banale scusa del lavoro. Sono una procrastinatrice professionista e devo ricorrere a questo tipo di stratagemmi per smettere di rimandare e costringermi a disegnare.

Final bonus question: Leggendo di te: “da quando ho scoperto la fotografia analogica, porto la macchina fotografica sempre con me. ovunque. con il mio obiettivo infastidisco il passante, con il mio potente flash sono il terrore della festa.”
Qualcuno mi ha detto che per un/una artista non importa il mezzo di comunicazione, perchè fondamentale è esprimersi!
Quanto ti aiuta la fotografia nell’illustrazione?
Quanto ti aiuta l’illustrazione nella fotografia?
Quanto ti aiutano l’ illustrazione e la fotografia nella comunicazione con il committente/osservatore?

Ho imparato la composizione attraverso la fotografia.
Quando disegno, posiziono sul foglio gli elementi a mio piacimento, in maniera del tutto istintiva, senza chiedermi il perchè; quando invece inquadro una scena è tutto diverso: la realtà è un foglio gia disegnato da altri. per dare una mia lettura di essa posso cambiare prospettiva, allontanarmi o avvicinarmi, spostare tutto a destra o a sinistra, insomma attuare una serie di procedimenti consci.
Non è che mi aiutano: sono la comunicazione!!! di sicuro si influenzano molto fra di loro, ma l’obiettivo finale è sempre lo stesso, raccontare qualcosa, o fermare un attimo, prima che la mia pessima memoria lo cancelli : )

Ringraziamo Laura Camelli per la sua disponibilità e vi invitiamo a visitare il suo sito: https://lacame.wordpress.com/

24h illustrazione 1pp

1000pxsuomi15

1898710_570518086389294_1615346842_o

aint no magician 01p

 

am

beatrix spartkasse 2 refurbished copy

ma un parrucchiere no eh

nhora selfy copy


Marta Latini

Mi chiamo mARTa e nel mio nome è racchiusa una parte del mio mondo...amo la danza, il design, l'architettura, la pittura, il didò e adoro le bambole di pezza; ma non sono nè una ballerina, nè un ingegnere, nè un architetto, nè una pittrice, nè tantomeno una scultrice...

Commenti

commenti


RELATED POST