Devo confessarvi che l’articolo di oggi mi fa un po’ “strano”. Non per il contenuto in sé, ci mancherebbe, quanto per il nostalgico senso dei tempi di scuola, di quell’ultimo giorno prima della lunga e spumeggiante estate oramai alle porte, con le vacanze abbozzate e i lontani pensieri su come sarebbe cambiato il ritorno alla incerta “normalità” di un nuovo settembre. Con oggi chiudiamo il nostro anno, il terzo di questa rubrica dedicata alle birre artigianali e di tante esperienze e sensazioni vissute e raccontate, con un sentimento di appagamento misto a malinconia tipica di quei tempi, perché se cresce l’età anagrafica e spesso cambia il senso delle cose, non è altrettanto scontato distaccarsi da un lontano ed intenso vissuto, con una rinnovata incertezza del dopo estate da sabato del villaggio. E allora, come riacciuffare dal cassetto il sempre sopito sogno proibito dell’uomo di tracannare birra direttamente attaccati ai rubinetti delle spine, quasi come rifugio eterno dall’abbandono del seno materno? Bene, vi sembrerà paradisiaco ma oggi è (quasi) possibile all’Howling Hops Tank Bar di Londra.
Questo locale, inaugurato da poche settimane in zona Hackney Wick (Queen’s Yard), rappresenta la nuova sede di Howling Hops, birrificio fondato nel 2012 e incardinato negli angusti scantinati di uno dei pub più caratteristici della zona, the Cock Tavern. La nuova sede, dunque, propone un’alternativa intrigante rispetto alle “solite”, ovvero la spillatura delle birre prodotte in loco (con l’impianto dall’altro lato del muro) direttamente per il tramite di 10 tini di maturazione, riempiti per la prima volta contemporaneamente a fine giugno scorso. Questa soluzione, ancorché abbastanza canonica di altre tradizioni quali la tedesca/ceca, rappresenta una novità assoluta del panorama inglese nel complesso e conferma le nuove affascinanti tendenze di cui si è parlato più volte, che rendono la capitale inglese tra le scene birrarie attualmente più interessanti del continente.
Quanto alle birre prodotte al Tank Bar, inoltre, c’è da stare più che tranquilli perché passano dalle sapienti mani di Gianmaria Ricciardi, “vecchia” conoscenza della scena italiana (Birrificio Toccalmatto), giovane, appassionato e super competente Head Brewer del birrificio, stabilitosi al Londra dopo varie esperienze di alto livello in diversi paesi.
Personalmente, nonostante i viaggi ricorrenti per Londra negli ultimi tempi e un piacevole incontro qualche mese fa proprio con Gianmaria, non ho avuto ancora il piacere di testare con mano la nuova apertura, già anticipata velatamente nel corso della serata, anche se le aspettative ci sono già tutte, assieme ai sogni da sempre sopiti.
Al momento i tank ospitano una varietà di stili differenti, centrati prevalentemente sulla tradizione anglo/americana, con qualche viaggetto in territori tedeschi (Pils). Nel corso degli orari di apertura (10 – 11 pm, tutta la settimana) è possibile inoltre rifocillarsi abbondantemente sia a colazione (10 am – 12 pm) che a cena (6 pm – 1o pm).
In sostanza alle spiagge paradisiache di Bora Bora o ai tristi weekend strappati al lavoro con il pullman per Ladispoli, in caso del sempreverde viaggio verso la corona, avrete una interessante tappa in più da percorrere nel vostro pellegrinaggio alcolico.
Cheers!
Umberto Calabria
Umberto (JJ) Calabria - Jungle Juice Brewing, autistico della birra e ancora "homebrewer" della domenica. "Liutaio" del sabato pomeriggio se ci scappa. Laureato e lavoratore per errore il resto della settimana. Curioso come una scimmia, sempre.