A Milano hanno Filler e Micro. A Genova, Gelati. A Bologna il Fruit. A Lucca il Lucca Comics And Game (con tanto di stand dedicato). A Macerata hanno il Ratatà. E potrei continuare all’infinito srotolando l’infinita lista di festival (e talvolta presunti tali) dedicati all’editoria indipendente che in Italia nascono come se non ci fosse un domani (per “smorzarsi” poi, man mano che si scende verso sud, quasi come se nel meridione la cosa non interessasse a nessuno).
Di fatto, in questo brulicare di fanzine, autoproduzioni, serigrafie, progetti editoriali in tiratura limitatissima ed edizioni in unica copia, talvolta, la sensazione che possa finire tutto in malora (così come sta succedendo per la street art), istituzionalizzando il tutto e sminuendo la storia di un movimento che risale agli anni ’40, è sempre più forte. E il dibattito, sempre più acceso, tra quelli che “ma chi se ne frega della storia, l’importante è la cultura” e i conservatori che “quando abbiamo cominciato noi, in Italia le fanzine neanche esistevano”.
A Roma, insieme al giovanissimo Scanner portato avanti da Maurizio Ceccato, c’è forse quello che possiamo considerare il padre di tutti i festival: Crack! Fumetti dirompenti (con rigoroso punto esclamativo dopo il “crack” sparo di fucile o rottura), festival nato nel 2003 dalla mente di Valerio sciatto (che oggi è direttore artistico e organizzativo del festival) e compagni (attingo dalle parole di Valerio: “Giusy Noce che è l’attenta curatrice del festival, Federico Primosig il nostro filosofo che inietta intelligenza nelle nostre idee, e Tsò che cura molti aspetti grafici insieme a me”) portato avanti da oltre 10 anni con un perfetto spirito di autogestione, autoproduzione e autofinanziamento.
La location, neanche a dirlo è un baluardo romano dell’autogestione: il Forte Prenestino, dal 1986 centro sociale autogestito negli spazi del Forte Prenestina, che con le sue celle (se ti ricordi ti raccontammo qualcosa nel lontano 2012), incarna perfettamente lo spirito del festival.
Quest’anno dopo una “catastrofica” trilogia dedicata appunto all’Apocalisse, all’Orda e alla Genesi, il Crack! torna a confrontarsi (leggi: scagliarsi) con la macchina CAPITALE, i poteri forti di un’istituzione che muovono ingranaggi complessi, oscuri e potenti, ignorando (e sempre più spesso, sfruttando) la forza di quel tesoro mondiale che è il Capitale Umano.
A muovere tutto, la benzina che alimenta il motore, è sempre il denaro. Tanto che nel comunicato stampa, l’invito è proprio quello di “invertire il processo alchemico che ci trasforma in oro e tornare ad essere il fango sotterraneo, la cloaca massima della creazione. (…) schierare i nostri investimenti corporei e immaginari uno dopo l’altro pronti a spenderci fino all’ultimo soldo emozionale e visionario”.
Un monito che ha toccato illustratori, fanzinari, fumettisti autoproduttori, fanatici del DIY e i partecipanti tutti del festival, che dal 25 al 28 giugno porteranno nei sotterranei del Forte, la loro moneta, con lo scopo di “svuotare” di significato il valore dei soldi.
Sul gruppo FB dedicato al Crack! è già apparsa qualche anteprima, che ho selezionato per voi, in attesa di godermi tutto dal vivo.
Si parte domani, ma il programma completo (così pieno che più pieno non si può) lo trovi direttamente sul sito, con tanto di sudore della fronte da parte degli organizzatori, che puoi leggere tra le righe.
Chè tanto alla fine, se c’è una cosa che i soldi non compreranno mai, è proprio la voglia di cooperare (e di fare tutti insieme una bella partita a Monopoli, senza passare dal Via).
Alessandro Rossi
Alessandro Rossi, fondatore di organiconcrete e pseudo studente di Ingegneria Edile-Architettura presso "La Sapienza" di Roma. Ossessionato dai buchi temporali, dall'eta adolescenziale, dal trascorrere del tempo, dai rapporti umani e dall'arte. Irrimediabilmente fesso.